27 lug 2024

...INSEGUIVO UN ATTIMO...

 

Premetto che qui non si parlerà di musica, ma di una sensazione. Anzi no, di tutte e due...
 
Ma prima facciamo un passo indietro e torniamo alla mattina di venerdì 28 giugno. Accadde una cosa eccezionale, anzi due...

22 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: WEDARD

 


Ventottesima puntata: Wedard – “Einsemar Winterweg” (2006) 

Si è già detto che la Germania è una nazione prolifica per quanto riguarda il depressive black metal e lì torniamo per parlare di un’altra perla scaturita da terra teutonica: “Einsemar Winterweg” dei Wedard, duo proveniente dalla Baviera. 

Siamo sempre d’inverno (“Einsemar Winterweg” tradotto significherebbe “passeggiata d’inverno”), ma questa volta - come i più sagaci avranno intuito - la Baviera non ci restituirà gli umori festaioli e caciaroni dell’Oktober Fest: siamo esattamente agli antipodi, nella dimensione più intima che ci possa essere, da soli, nella nebbia e il gelo, lungo un oscuro sentiero che si perde fra le sagome spoglie degli alberi...

17 lug 2024

I MIGLIORI ALBUM DI ATMOSPHERIC BLACK METAL - EMPYRIUM: "SONGS OF MOORS AND MISTY FIELDS" (1997)


C’è stata una manciata di anni in cui il black metal, così come si era configurato all’inizio della decade novantiana nelle lande scandinave, sembrava essere entrato in una fase di crisi: esaurita la spinta creativa di molti protagonisti della stagione d’oro appena trascorsa, per qualche anno non si è saputo che pesci prendere, fra tentazioni regressive che guardavano al proto-black metal degli anni ottanta ed esperimenti di contaminazione che finivano per snaturare il genere stesso. 

Mi riferisco allo scorcio finale degli anni novanta, pochi anni a dire il vero, perché presto, già a partire dagli albori del nuovo millennio, ed in particolare sul fronte americano, il black metal si sarebbe rigenerato per arrivare ai nostri giorni più in forma che mai (cascadian black metal, blackgaze, depressive, ovviamente atmospheric black metal e molto altro). Un periodo di disorientamento così breve che in pochi, oggi, con sguardo retrospettivo, sarebbero in grado di riconoscere, ma che si è palesato chiaramente agli occhi di chi quel periodo l’ha vissuto in prima persona. Internet, poi, ci avrebbe aiutato a conoscere realtà che, in quel periodo, avevano lavorato con serietà e dedizione senza farsi troppo notare, rimanendo appannaggio degli appassionati più attenti, ma successivamente destinati a divenire nomi di culto, venerati e celebrati dalle nuove di leve, e di ascoltatori e di musicisti. 

12 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: LIFE IS PAIN




Ventisettesima puntata: Life Is Pain - "Bloody Melancholy" (2006) 

Fottiamocene ancora una volta della regola aurea del "trattiamo solo full-lenght" ed andiamo a rispolverare l'unica demo rilasciata dai Life Is Pain: "Bloody Melancholy" è infatti un lavoro che non potevamo assolutamente ignorare nella nostra rassegna sul depressive black metal

Questa release, stampata in sole 500 copie, è divenuta nel tempo un autentico oggetto di culto nonché uno dei titoli favoriti dagli appassionati del depressive. E noi concordiamo alla grande con gli addetti ai lavori, dato che in questi 24 minuti il genere si esprime ad altissimi livelli. 

7 lug 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE - IL METAL MINERARIO, Pt. II



Prima di proseguire il viaggio nel mondo del metal minerario, possiamo fare il punto sul tipo di paragidma della miniera:

a) la miniera identitaria: l'uomo diventa sé stesso entrando dentro la sua terra; la miniera è lo svolgimento di una ricerca spirituale, che porta al centro del suo stesso mondo, in profondità. La miniera è la tradizione da conquistare, sé stesso da costruire con la materia prima che si estrae dal proprio ambiente;

b) la miniera sociale materialista: la miniera è il luogo in cui l'individuo si sublima nell'anonimato di una forza produttiva collettiva e rivolta alla comunità di cui si è parte. Il lavoro coincide con la guerra, la conquista del prodotto equivale alla conquista militare, in una militanza che non riguarda il sé, ma che usa il sé e soddisfa il sé (materialmente), senza che vi sia un “io” che va oltre, perché la dimensione sociale coincide con il ciclo materiale dell'uomo (da produttore a consumatore) come tassello di un organismo comunitario, senza guadagno alcuno;

c) la miniera capitalistica: il dramma dello sfruttamento, alleviato dall'identità di classe o di gruppo, con una connotazione politica variabile. Il destino della miniera è vissuto orgogliosamente come inizio di una possibile riscossa sociale; oppure con fatalismo, come condanna e accettazione della miniera come luogo di pena. La vita si sconta in miniera. Il valore delle vite sacrificate alla costruzione di città, strade e macchinari per l'avanzamento e il benessere della comunità, così come per la distruzione bellica, hanno valore proprio perché di sacrificio ingrato si tratta. La gloria dei minatori sarà la memoria del loro sforzo per le generazioni che, si spera, avranno almeno migliorato la loro condizione materiale.

2 lug 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: LIFELOVER

 
Ventiseiesima puntata: Lifelover - "Pulver" (2006) 

E ora qualcosa di completamente diverso, recitava il titolo di un celebre film dei Monty Python. Sì, apriamo uno squarcio di diversità nella nostra rassegna e parliamo dei Lifelover, che oserei definire “diversamente depressive”. 
 
Anche chi non è proprio avvezzo a queste sonorità avrà probabilmente sentito parlare dei Lifelover, che, al di là del nome curioso, sono da ricodare fra i gruppi di punta dell’intera epopea del depressive black metal. La cosa strana non è tanto che i Nostri si proclamino amanti della vita, ma che non suonino nemmeno black metal fino in fondo...