12 apr 2015

DOVE LE SUORE NON SI DIVERTONO: LA TEOLOGIA DI KING DIAMOND DAL GIURAMENTO A LUCIFERO ALLA "CASA DI DIO"



Una domanda mi ha sempre tormentato negli anni. “Perché le suore non si divertono?”. Oppure era un imperativo ("Nuns have no fun"), ovvero: “Suore! Non state a divertirvi!”.

La lettura del testo di questo brano dei primi Mercyful Fate non è di molto aiuto, poiché descrive una fantasia nun-exploitation degna di un film erotico-esorcistico del nostro cinema di serie B (mi viene in mente “Demonia” di Fulci o “L'altro inferno” di Mattei). Da questi primi testi il gruppo del Re di Quadri, o Re Diamante se vi sembra più evocativo, non si direbbe specificamente legato a tematiche sataniche, quanto piuttosto ad un immaginario horror. 

Se mai emerge da subito quello che poi sarà il leit-motiv dei Mercyful e del loro proseguimento, anche “fisico”, nella discografia solista di King Diamond e pure nei dischi del ritorno: l'animismo horror. Tra materia inanimata e materia animata per il Re non c'è soluzione di continuità: i luoghi, gli oggetti hanno un'anima, non è chiaro se perché la emanano, come potrebbe essere secondo una credenza magica, oppure perché comunque la ispirano. L'anima delle cose si svolge nelle cose o dentro di noi? Il nostro cervello abbraccia le cose o le cose penetrano nel nostro cervello? Una cosa è certa: nel messaggio anti-religioso del Re non esiste tanto il Bene e il Male, quanto l'accettazione o il rifiuto della natura. E la natura parla la lingua dei luoghi, delle cose e delle vite. Il demonio è lo strumento con il quale l'uomo può accettare la natura, rinunciando alla tentazione di una bugia salvifica, quella di ogni religione. 

La prima canzone che affronta in maniera chiara e teologicamente articolata la questione dell'identità di Dio e di Satana è “The Oath”, sul secondo album. “Nel segno del Creatore, io giuro da qui in poi di essere un fedele servitore del più splendente dei suoi arcangeli, il principe Lucifero, che il Creatore ha nominato suo Reggente, e Signore di questo mondo”

Si noti che il Creatore e Lucifero non solo sono parte della stessa cosmogonia, ma anche alleati, per cui se il Creatore è il padre del demonio, il demonio è però esecutore dei suoi ordini, e non ribelle. Troppo semplicistico quindi far riferimento al satanismo del Re come un satanismo luciferino, e non è neanche il satanismo come allegoria razionalista. E' un satanismo panteistico, peraltro abbastanza simile a quello che poi proporranno altri teorici del satanismo metal, i Deicide

Se quindi Dio e Satana sono due alleati, e Satana è emissario di Dio, evidentemente il messaggio fondamentale non è contrario a Dio, né si esaurisce con l'assenza di qualsivoglia messaggio, come in un ateismo franco. Ragion per cui, nelle storie del Re sono “miserabili” tanto le suore quanto chi vende l'anima al diavolo per ragioni di convenienza, di potere, di ambizione. Se da una parte i Mercyful erano blasfemi nei confronti del cristianesimo, dall'altra cantavano il rispetto e il timore per le anime dei morti.
"Non si tromba al cimitero" è ad esempio la morale di "Desecration of Souls" contro chi usa il luogo di riposo dei morti per attività non consone, "Non si cazzeggia con l'evocazione degli spiriti" è la morale contro le sedute spiritiche fatte in casa di "A Dangerous Meeting". Gli spiriti dei dannati si rivoltano contro chi li ha giudicati: la strega Melissa, i bambini "non-nati" perseguitano un prete, etc. 

Nei dischi da solista apparentemente King Diamond era passato dall'occultismo rituale alla favola horror, ma poi anni dopo è arrivato “House of God”, una favola teologica che ha gettato una luce più compiuta su tutto l'universo del Re.

La storia inizia in maniera comune ad altre. Un protagonista ignaro incontra un animale parlante che lo guida verso quella che sembra una Chiesa abbandonata, dove ha la visione di un angelo luminoso (che sembra invitarlo) e di un demone nero (che sembra minacciarlo). E' tentato di fuggire, ma poi è attirato in una catacomba che si apre sotto l'altare, e lì apprende da entità che gli parlano “al plurale” in maniera sibillina del segreto della Chiesa. Nella cripta è conservata la mummia di Gesù, che non morì sulla croce, ma fu fatto sparire e fuggì per mare con Maria Maddalena, approdando in Francia per fondare, nell'anonimato, la Chiesa di tutti gli Dei. Dicono le entità che Dio e Satana sono solo facce di una pantomima, e che il succo sta proprio nell'aver sottratto Gesù alla morte in croce.

Perché? Dipende da chi cerca la verità: se chi la cerca vuole il figlio di Dio, allora loro lo hanno nascosto lì per impedire che Dio lo trovi e lo faccia camminare di nuovo sulla terra; se chi cerca la verità vuole il potere sul mondo per sé, loro custodiranno Gesù perché nessuno lo possa crocifiggere ancora. Un messaggio poco chiaro, eppure mi par di ricavarci un senso compiuto. Togliamo le ovvie assurdità. Non ci sono Dio e Satana, e lo scopo della missione dei custodi misteriosi della verità varia con l'intenzione di chi è alla ricerca della verità stessa.

Quindi non c'è una verità unica materiale, c'è solo un principio custodito nel tempio, nella “casa di Dio”: l'uomo deve rivendicare se stesso, come fece Cristo, opponendosi alle leggi dei tiranni e del Dio unico (ebraico a quell'epoca), ma deve anche evitare di divenire egli stesso simbolo di una nuova religione monoteistica, con la bugia del sacrificio altruistico e della resurrezione salvifica. Il segreto è che l'uomo deve accettare la natura, e rispettare “loro”, ovvero le anime della natura che altro non sono poi che le anime che vivono in noi, e che richiedono custodia e nutrimento. Noi siamo natura, noi siamo “la casa di tutti gli Dei”. Quando l'entità parla dice: "Io sono molti, noi siamo Uno, il Sommo"; significa che il Pantheon è Dio, e che quella molteplicità caratteristica di Satana, che si presenta a Gesù dicendo "Io sono Legione, perché siamo in molti", è di Satana perché è ancor prima un connotato di Dio. 

L'uomo va incontro alla dannazione sia quando crede in Dio, sia quando crede di essere Dio: egli è “questo e molto di più”, come dicono i custodi, è un equilibrio panteistico che si realizza conoscendo se stesso e assecondandosi senza rendersi disarmonico attraverso suddivisioni in Bene e Male. L'unicità è una visione limitata delle cose, da qualunque parte si stia. Questo spaesamento può far impazzire l'uomo non pronto alla rivelazione, e infatti il protagonista si impicca al termine della storia. 

Anche questo atto comunque può essere inteso in due modi. Suona come un suicidio simbolico quando dice: "Tu, insignificante piccolo Dio, io scelgo la morte su di te, su in cima alle scale fredde e grigie che portano dentro la torre dell'Inferno. Con la corda in mano, io cerco la terra sconosciuta, Padre dell'Universo, eccomi ! Questo posto è terribile". La torre dell'Inferno, o della consapevolezza, può essere quella in cui l'uomo impazzisce, ma anche quella che coincide con l'accettazione della molteplicità del Padre dell'Universo, inconcepibile, ma unica porta fuori dalla lotta sterile tra Bene e Male. 

Aveva ragione il Re. “House of God” fa molta più paura, teologicamente parlando, dei vecchi dischi dei Mercyful Fate, lasciando perdere le atmosfere musicali, che nei Mercyful erano veramente inquietanti. La casa del Re di Quadri rimane sempre un posto terribile, in cui le suore non si divertono, ma anche gli incauti esploratori dell'oscurità fanno una brutta fine.