23 apr 2015

RECENSIONE: JON OLIVA'S PAIN " MANIACAL RENDERINGS"


Ognuno di noi ha una zia o una nonna che ha la capacità di aprire il frigo e, valutando le cose che ha, riesce a fare una strepitosa cena per gli invitati dell'ultimo minuto. 
Così accade per Jon Oliva, ma stavolta nonostante la stazza di Jon non parliamo di cibo... 

"Maniacal Renderings" nasce svuotando i cassetti di casa Oliva. Prima della morte di Criss infatti i due più talentuosi fratelli del metal si misero a lavoro su alcuni brani che, purtroppo a distanza di più di 13 anni, videro la luce senza Criss alla chitarra. Non voglio dire che andare a casa Oliva sia come andare a casa di Picasso, però ogni volta che l'artista di Malaga ha posato la penna su un foglio c'è subito chi ha gridato al capolavoro, così come accade per l'enorme Jon... 

Non dobbiamo star qui a fare le pulci a questo disco, perché è talmente alta la voglia post-Savatage che qualsiasi cosa esce a firma Oliva per noi fan è oro. Per onestà intellettuale lasciate però che vi esponga la situazione e, con immutato apprezzamento, ponga qualche interrogativo.

Nel libretto interno Jon scrive un trafiletto introduttivo ad ogni testo, quasi a giustificarsi e a raccontare l'origine di quelle canzoni. Compaiono ammissioni di riciclo insomma: questo pezzo era pronto da "The Wake Of Magellan", questa parte di chitarra è stata scritta da Criss anni fa ecc. Capisco l'onestà Jon, ma non c'è bisogno, i Dark Throne riciclano pezzi e riff da una vita e tu ti fai problemi per i vecchi nastri di Criss?!
In secondo luogo alcuni brani sono veramente quasi cover dei Savatage, ad esempio nella iniziale "Through The Eyes Of The King" lasciate solo l'ultima parola e provate a cantarla con il tono di "In The Hall Of The Mountain...", non troverete differenze sostanziali. 
La forma insomma lascia a desiderare, anche per molti errori di battitura nei testi, oltre alla copertina e le foto del gruppo che sono onestamente brutte, ma la sostanza del disco è di grande qualità.

Chiudete gli occhi, dissociate i difetti che vi ho elencato e cosa resta? Un bellissimo disco.
Non so come sia la voce dal vivo del vecchio Jon adesso, ma 15 anni fa circa lo vidi live alla canna del gas con i suoi rantoli (comunque) commoventi. Al contrario qui sembra tornato agli albori e la prestazione in pieno stile Savatage emoziona come sempre, basta sentire la prova in "The Answer" dove sembra ringiovanito di 20 anni! Stupendo Jon, questi sono i brividi che avevo provato solo anni fa con "Streets"! 

Un disco americano ed esagerato come lui, forse non perfetto come "Edge Of Thorns" e con quella sensazione di già sentito o di Queen o di eccessivo irrobustimento sonoro (ascoltate: "Push It To The Limit") ma quante emozioni! 

Nonostante le premesse poi non c'è niente di raffazzonato, anzi dall'idea originale il gruppo cesella molto bene i pezzi. Matt Laporte alla chitarra ci sa fare e anche il resto della band lavora con rispetto, ma anche personalità dando una sua impronta al disco. 
Gli episodi migliori sono la titletrack che suona sporca in stile "Sirens", ma con linee vocali e riff veramente ispirati o la splendida "Timeless Flight" che ha la forza sinfonica delle migliori composizioni dei Savatage.

La qualità della scrittura è in generale unica come sempre, ogni canzone trasuda lo spirito Oliva e siamo in famiglia con loro (non solo metaforicamente perché per la prima volta compare anche il nipote Christopher Jon alla chitarra). A tavola con la famiglia Oliva e, anche se lo zio Jon se magna tutto, noi gli vogliamo bene perché a fine pasto dopo la preghiera (sentite "Still I Pray For You Now") ci racconta che grande persona era lo zio Criss e ci canta le sue canzoni come solo lui sa fare. 

Basti dire che quando finisce "Maniacal Renderings", ho sempre gli occhi lucidi...

Voto: 8

Canzone top: "Maniacal Renderings"
Momento top: l'interpretazione vocale e la parte finale di "Timeless Flight"
Canzone flop: "Push It To The Limit"
Anno: 2006
Dati: 12 canzoni, 68 minuti
Etichetta: Afm Records