1 giu 2015

RECENSIONE: SLASH "APOCALYPTIC LOVE"


Guardate che lo so, Slash le ha sempre scopate tutte!
Quelle con il culo tatuato, con le tette grosse e piccole, con l'orecchino al naso e insieme al serpente, ma il vero matrimonio di successo il nostro Guitar Hero lo ha fatto con Myles Kennedy

Dopo il terremoto post Guns 'n' Roses con offese e ripicche, dopo aver visto volare valigette piene di cocaina, Duff che ruba le mutande, Axl che si tiene le bandane, Izzy che cerca di rilevare l'aereo privato con 12$ e Matt che aspettava tutti in studio dietro la sua batteria (anche perché dove sarebbe andato il buon Sorum se non avesse pescato il jolly G'n'R?!)... Che succede dopo tutto questo?
Gira voce che Axl sia inseguito da tutte le sue ex mogli e rinchiuso in una stanza buia a muoversi in modo sinuoso, in pratica un novello Syd Barrett in formato heavy metal, ma Slash
Slash è uno di quelli che non può stare senza dischi, senza live, senza abbracciarsi alla sua chitarra, senza mettersi il cappello per suonare e nascondere la pelata crescente. 
Poi la vita è fatta di vizi, i vizi si incrementano con i soldi, i soldi chiamano le mignotte, le mignotte vogliono le droghe, le droghe necessitano di soldi e i soldi Slash li può fare solo con i dischi.

Dopo la parentesi Snakepit nel 1996 pressato dalla Geffen che necessitava nuovi album dei Guns, dopo i Velvet Revolver e altri progetti, l'impressione è una: macerie. Ma che dico macerie?
Ancora meno del pulviscolo, fine del mondo, triplice fischio...
Prima Slash ci prova insieme ai fuoriusciti dai G'n'R, alle prese con l'ira funesta di Axl che minaccia tutti con la sua voce stridula. Poi recluta Scott Weiland degli Stone Temple Pilots, ma la formula non convince fino al matrimonio con Myles Kennedy singer degli Alter Bridge.

Il sottoscritto nel 2011 aveva verso il ricciolone lo stesso rapporto di Rose, si racconta infatti che Axl non potesse neanche vedere i ragazzi per strada con le maglie di Slash, così anche io sbeffeggiavo il chitarrista nei salotti buoni del metal.
Fino a quando non trovai questo disco a prezzo irrisorio, capitemi amici miei, era estate, ero (mi vergogno a dirlo) felice, ero sereno e volevo comprare una decappottabile o un cd che potesse darmi la stessa sensazione mentre andavo al mare: comprai così "Apocalyptic Love". 
Qui lo dico e qui (non) lo nego: nel 2011 Myles Kennedy è il miglior compagno di viaggio per Slash! Meglio di Axl! Meglio di chiunque! La sua voce perfetta, dico è perfetta per le canzoni che trasudano il rock e il metal del Guitar Hero
Prendete le prime strofe della titletrack, la maggior parte dei ritornelli o "One Last Thrill" e consacrate Myles tra grunge, AC/DC e cascate di parole che mi riportano al passato G'n'R, ma con una voce ispirata e così contemporanea. 
Questo è il punto: la voce di Myles è contemporanea, cioè rappresenta come oggi va concepito il singer di puro heavy metal. Non ha influenze preistoriche, non suona come Halford, Rose, Mercury, Gillan, Cobain, ma canta come oggi deve cantare un vocalist. Sguaiato, slabbrato, ma con personalità ed estensione grazie a un timbro unico che si sposa a meraviglia con Slash
Toglie tutta la polvere Guns, ma quando emergono echi dei fasti chitarristici che furono non possiamo che inchinarci di fronte alle dolci note elettriche del capellone. 

Sia questo che il successivo "World On Fire" contengono numerose tracce, forse troppe, c'è qualcosa di prolisso è vero ma come fai a scartare le canzoni? Come si fa a dire questa sì o questa no? La voce sempre bella, la chitarra melodica, la base ritmica sempre coinvolgente, insomma come si fa? 
Alla lunga ci si annoia anche di mangiare le ciliegie, però questo disco fa lo stesso effetto e se entra nello stereo difficilmente ne uscirà.

Voto: 7.5

Canzone top: "Anastasia"
Canzone flop: "Far Away"
Momento top: quasi ogni solo del ricciolo con cappello
Dati: 13 canzoni 54 minuti
Etichetta: Roadrunner