10 dic 2015

RECENSIONE: TURILLI'S RHAPSODY "PROMETHEUS"


"Nuovo Cinema Turilli" cercasi idee e pompose orchestrazioni: astenersi composizioni semplici ed efficaci. Troneggia questo cartello fuori dallo studio triestino di Luca che, ormai con una formazione ben definita, pubblica l'album "Prometheus - Symphonia Ignis Divinus" senza ottenere i risultati (da me) sperati.

Ciak si gira... La bussola?! Dove ho messo la maledetta bussola che mi ha fatto comporre i pezzi migliori dei Rhapsody? Eh? Chi ha detto Staropoli? No Lione, non fumo grazie... Gollum? Ehi chi sono, dove sono? Vedo i draghi, starò diventando pazzo?! Sì professoressa ho tradotto io la versione di latino per tutta la classe! Si apra il sipario, entri l'orchestra...
Luca! Luca sveglia! Svegliati Luca! Turilli salta giù dal letto con il sudore che cola sulla fronte, ecco cosa succede a comporre album come "Prometheus".

Tanta buona volontà, orchestrazioni, infinite voci, cori, latino, italiano, inglese, tematiche fantasy, mitologia, scienza, ma tanta confusione. Troppa carne al fuoco, talvolta dimenticata a bruciare sul barbecue.
Ho apprezzato in passato i dischi solisti di Turilli, a partire da "King of the Nordic Twilight", ma troppe cose e troppe influenze ci sono adesso in questo frullatore. Dai Therion agli Orphaned Land, dagli Stratovarius ai Nightwish, ovviamente i Rhapsody ma c'è anche un eco delle colonne sonore più pacchiane del cinema hollywoodiano. Voi direte: beh quale novità? La novità è che il bilanciamento risulta piatto, come quando al circo vedete il saltimbanco bendato che gioca con sette palline contemporaneamente su una bicicletta monoruota, ma le emozioni non arrivano.
Poche emozioni e tanta dispersione, ma anche suoni e produzione artefatti. Non mi stupisce lo sforzo di Turilli e lo apprezzo, perché si sente il suo sudore e la voglia di includere tutto, di dimostrarci ancora la sua bravura, ma forse non manca Staropoli quanto qualcuno che gli dica: "Basta Luca, chiudiamola qui per favore 'sta canzone!" oppure "Ehi Turilli, ma non lo senti che stiamo facendo un minestrone senza senso?!" , insomma manca qualcuno che lo delimiti.
Le cose migliori sono quelle che porta avanti con maggior semplicità, ad esempio "Yggdrasil" o alcuni brani cantati in italiano. Non confondete queste parole con uno spirito semplicistico, a me piacciono le orchestrazioni, il power-progressive e (quasi) ogni forma di complessa contorsione musicale, ma quando "Notturno" sembra tratta da un album di Bocelli o "Anahata" ricorda Fantaghirò diventa in generale tutto più difficile.

Una parentesi a parte la merita la conclusiva suite di quasi venti minuti che, senza timore di smentita, potrebbe rientrare nella nostra classifica dei migliori brani lunghi. Improvvisamente ciò che ho detto in precedenza non vale perché, con un tocco di bacchetta magica, tutto appare bilanciato: il latino, i cori, il cantato italiano o inglese, le orchestrazioni mescolate ad alcune soluzioni futuribili e un power metal di qualità. Perché non hai fatto solo un Ep caro Turilli?
Capisco la necessità di prolissità che, peraltro condivido a prescindere, però si rischia troppo facilmente di perdersi nel vortice e vorrei chiudere con alcuni consigli al mio immaginario amico Luca:
1. Impara a dire di no a qualche idea talvolta 2. Privilegia il connubio tra cori e canti gregoriani con la tastiera più elettronica-spaziale o epica 3. Abbandona la tematica fantasy dei draghi per sempre e, per conto mio, dimentica di legare l'Oriente alla tua musica; quarto e più importante: invita più cantanti a dar manforte alle tue soluzioni. Alessandro Conti alla voce è una acuta garanzia (potrebbe essere il quarto de Il Volo nda), però c'è bisogno di varietà nel timbro altrimenti tutto affoga nel piattume.
Questa non è una recensione, ma un dialogo aperto con Turilli che ci dirà la sua se riuscirà ad emergere dalle innumerevoli scartoffie con appunti, note musicali, pupazzi, soldatini, disegni di draghi e idee dalle quali è sommerso...

Voto: 6.5
Canzone top: "Of Michael the Archangel and Lucifer's Fall part II: codex nemesis"
Momento top: il ritornello de "Il Cigno Nero"
Canzone flop: "King Solomon And the 72 names of God"
12 canzoni, 72 minuti
2015
Etichetta: Nuclear Blast