30 gen 2016

RECENSIONE: TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA "BEETHOVEN'S LAST NIGHT"


Quanto ci mancano i Savatage! Non solo dalla morte di Criss Oliva, ma anche dopo la miriade di progetti a cui danno vita gli ex componenti. Ogni volta che esplode una stella si creano mille frammenti luminosi, ma nessuno brilla come l'origine ed è così anche per la Trans-Siberian Orchestra

Inizialmente mi sembrava una di quelle operazioni tipo Telethon, dove vengono chiamati numerosi personaggi per un motivo benefico. Quale era la ragione in questo caso? Celebrare Beethoven.
Paul O'neill chiama tutti a raccolta, quando dico tutti voglio dire: tutti! Jon Oliva, Zak Stevens, Al Pitrelli, Chris Caffery, Johnny Lee Middleton e chi più ne ha più ne metta! Una rimpatriata nata secondo me durante una cena e immagino la scena:

- Paul si alza in piedi a tavola, ticchettando un bicchiere con la forchetta per attirare l'attenzione:
"Scusate amici, scusate vorrei dirvi una cosa. Qualcuno può bloccare Jon che mangia quelle bistecche per favore? Jon! Jon aspetta un attimo..."
"Neanche si può mangiare in pace..." grugnisce Oliva mentre si asciuga con il fazzoletto.
"Ho pensato di alzare il livello del nostro spirito orchestrale, celebrando tutti insieme Beethoven in un album! Vi voglio tutti con me! Più pomposi che mai, più melodici che mai, in onore dei nostri maestri: Criss e Ludwig! Siete con me?"
A questo punto partono una serie di voci che si rincorrono, per poi sfociare all'unisono in un corale assenso che mette già i brividi al cameriere che stava tornando a portare pietanze per Jon.

Ne esce un disco pomposo, emozionante, evocativo, epico e tutto quello che erano i Savatage appare qui elevato all'ennesima potenza. Momenti di pianoforte strappalacrime, passaggi teatrali, mancano forse le chitarre con riff adeguati, ma d'altronde niente può sostituire Criss e questo ormai lo sappiamo.
A me queste cose piacciono, perché mi metto sotto le coperte e mentre fuori piove o cala la notte, io mi emoziono. Con tutti i loro difetti kitsch o quel gusto da musical, per me ogni nota però è un brivido al cuore e sono scosso nel mio intimo.

Le voci si susseguono in interpretazioni evocative, ogni canzone è un crescendo, ogni traccia porta con sé un motivo per commuoversi e potrebbero essere 73 minuti consecutivi senza titoli o singoli testi. Compaiono ad intervalli regolari interpretazioni riadattate di Beethoven come "Per Elisa" o altre sinfonie celebri del compositore, come se fossero un richiamo all'ascoltatore che non stiamo celebrando Criss ed i Savatage (ah no?!? nda) ma Ludwig e la sua ultima notte.

Viene voglia di ergersi in piedi su uno scoglio di fronte al mare, urlare la propria tempesta interiore, commuoversi in doppio petto e chiudere i pugni verso il fato avverso. Per ora ci accontentiamo di emozionarci e, visto il nichilismo crescente della società, non è poco oggi...

Voto: 7.5
Canzone top: "What Is Eternal"
Momento top: la parte finale di "The Dark"
Canzone flop: "After The Fall"
22 canzoni, 73 minuti
Anno: 2000
Etichetta: Atlantic Recording