17 apr 2017

INTRODUZIONE AL BLACK SINFONICO - LA RAMPA 666 VERSO IL TRISTE REGNO DELLE STELLE



Il black sinfonico nacque come un sottogenere tronfio, celebrativo di un successo inatteso che il black metal stava avendo. Per ciò stesso si distaccava dallo spirito black originario, e rigettava l'àncora più direttamente verso il metal. Non è un genere che ha sostanzialmente innovato, se mai contaminato alcune vecchie idee del metal (la melodia, l'impianto sinfonico, le tastiere) con alcuni elementi del black (la velocità, il blast beat, lo screaming, le chitarre a zanzara). Niente che gli Europe non avessero già fatto, e proprio in Scandinavia.

Il black sinfonico ha il suo elemento distintivo nell'intrappolamento della melodia dentro un flusso iperveloce e diretto verso l'alto: un'idea di ascensione (il tempo in levare), quindi, parallela ad un senso di struggimento e ad una urgenza comunicativa che è espressa dalle velocità e dal blast beat.

Il vero blackster “non piange”, almeno secondo la teoria too old, too cold che riporta l'essenza del black ad una scarnificazione sentimentale. Dal punto di vista del “raw” sono ugualmente “molli” il black sinfonico
come il depressive, eppure è innegabile che ci siano personaggi che hanno declinato la loro vena black sia in senso “crudo” che in senso melodico (IT, per esempio). Ragion per cui la teoria dei Darkthrone ci pare più funzionale al loro auto-riciclaggio che non utile a individuare la radice del black quale esso è stato dai '90 a oggi. Per quanto riguarda cosa sia il vero black, è uno spasimo oscuro e viscerale, con un baricentro nichilistico e negativo, sia nell'estetica, che nei testi, che nei riferimenti ideologici. Per il resto, ha diverse forme, di cui il symphonic è quella più romantica. Ma cosa significa "romantica"? Non ci stiamo riferendo alla melodia, anche se la melodia è uno strumento di espressione del romanticismo. Romantico è il sentimento di struggimento che deriva dal conflitto tra nichilismo e spinta sentimentale. Anzi, diciamo che nel romanticismo l'aspirazione di esperienza del mondo è talmente alta e intensa, che il mondo non potrà che deluderla o lasciarla incompiuta. Non a caso, nella pittura romantica, uno dei soggetti tipici è il paesaggio come specchio dell'anima, o un paesaggio con un uomo di spalle, a suggerire che l'uomo si identifica con la natura, e ad essa guarda con un desiderio grandioso. La stessa etimologia di de-siderio, cioè “cielo senza stelle”, richiama al senso di struggimento che l'uomo ha quando non trova, nel cielo, un segno da poter interpretare, un appiglio per immaginarsi il futuro e ciò che è più grande di lui.

Il black sinfonico è quindi la musica del desiderio (o siderale, come abbiamo detto prima): la rincorsa delle stelle, lo spasimo verso le stelle e l'incolmabile lontananza da esse. Una delle copertine più rappresentative di questo concetto è quella di un gruppo sinfonico secondario, gli Odium, Il triste regno delle stelle ("The sad realm of the stars", 1998). Si vede in primo piano un castello ricavato su una roccia, sulla cui cima un sovrano, seduto sul suo trono, guarda sconsolato verso uno sfondo di stelle e pianeti.
Anche il presunto satanismo dei Dimmu Borgir è in realtà una rappresentazione astrale, in cui l'elemento “nero” è anche utilizzato con ironia: L'anima è in partenza dal gate 666... (l'incipit di "Tormentor of christian souls"). Il diavolo in cielo ci sta e non ci sta, in realtà non è il suo elemento, piuttosto è la rappresentazione della volontà umana di superamento di sé stesso, un satanismo romantico, di pura facciata quindi, che non tocca un vero tema filosofico.

Per fare un parallelo con un filone e un'immagine simile, potete vedervi alcuni dei quadri di Johann E. Fuessli, del periodo neoclassico. Uno di questi si intitola, più o meno, “la disperazione dell'artista di fronte alle rovine”, e rappresenta uno scultore inginocchiato e sconfortato di fronte a due rovine giganti di una statua classica, una mano e un piede. Il neoclassicismo infatti, che si proponeva di riprodurre il senso di perfezione e armonia già realizzato dalle opere classiche, si fondava poi sull'idea che l'età classica avesse già espresso al massimo il potenziale artistico umano. Insomma, anche l'asettico neoclassicismo, scolastico, tradiva l'ambizione di superare la realtà, la tradizione, la perfezione stessa. In realtà la perfezione non era solo insuperabile, ma anche irraggiungibile. Le rovine, per quanto riproducibili, non potevano essere ri-create, e quindi nessuna opera, per quanto perfetta, poteva placare questo desiderio di compiutezza che l'uomo coltiva dentro di sé.

Gli Emperor di "In the nightside eclipse” esordiscono con “dentro l'infinità dei pensieri”, un ossimoro che esprime già subito il gusto per la fusione tra grandezza e limite. Gli ...and Oceans intitolano l'esordio La galleria cinematica dei pensieri ("The dynamic gallery of thoughts"), con la suggestione che i pensieri diventano emanazione diretta delle emozioni, e infatti i loro testi fondono assurdità cerebrali a frullati di percezioni. I Limbonic art, rappresentano Satana come un demone astrale ("Moon in the Scorpio"), e i Dimmu Borgir stessi in “Enthrone...” mettono in copertina una specie di Satana alieno.

Insomma, tra immaginario astronomico e astrologico, il black sinfonico si scrolla rapidamente di dosso il tema religioso per concentrarsi sull'emozione siderale (il desiderio).

E al termine di ogni disco sembra di sentire il rumore dell'aereo che tira fuori il carrello con l'altoparlante che annuncia, come al termine di “Tormentor of christian souls”: L'anima è in arrivo al gate 666....

A cura del Dottore