31 gen 2018

SHORT STORIES - "AWAY" (THE DEVIN TOWNSEND BAND)



Ognuno di noi ha i propri dischi preferiti. “Album del cuore”, li chiamano. Hanno un significato speciale, diverso da tutti gli altri. Talmente importante da considerarli parte integrante della nostra vita.

Parlo di quei dischi che conserviamo in un angolino speciale, un posto protetto. E lì, li custodiamo con gelosia, al riparo, come se avessero il bisogno di essere accuditi amorevolmente.

Di essi non parliamo volentieri, quasi a non volerli scomodare. Quasi credendo che il parlarne, magari con chi non li tiene a cuore come noi, li ferisca. Li possa “deteriorare”. Ogni tanto, periodicamente, anche se li conosciamo a memoria, sentiamo la necessità di andare a riascoltarli. Li andiamo a trovare, come si fa con un caro amico col quale abbiamo bisogno di confidarci. Noi e loro. Senza nessun’altro.
Figuriamoci a parlarne su un Blog. Improponibile. Non troveremmo le parole. Ci sembrerebbe di sminuirli e non trasmettere nemmeno l’1% di quello che vorremmo trasmettere.

Terria” di Devin Townsend, per me, è uno di questi album. E’ per questo che, nonostante il folle canadese sia stato spesso ospite di Metal Mirror, non lo è mai stato attraverso “Terria”. Proprio per tutta la sbrodolata che ho scritto sopra.
Avendo centinaia di dischi da ascoltare, per passione e per “lavoro”, va da sé che negli ultimi anni sia andato a “trovarlo” sempre meno. Ma sono riuscito a mitigare questo senso di colpa attraverso un escamotage: ho impostato “Stagnant” (uno dei brani capolavoro inseriti in “Terria”) come soneria dello smartphone. E questo da quasi quattro anni, dal primo giorno in cui ho avuto il mio primo (e ad oggi unico) “telefono intelligente”. Almeno, ad ogni telefonata ricevuta, sentivo l’incipit di “Stagnant” con la voce di Devin. Mantenendo costantemente quindi un legame con “Terria”.

Almeno fino ad oggi. Questo mese infatti ho deciso di cambiare “Stagnant” (anno nuovo...soneria nuova!) ma ho mantenuto un brano di Townsend, o per meglio dire della Devin Townsend Band, come soneria dello smartphone. La scelta è ricaduta su “Away”, brano strumentale di oltre sette minuti. Non è scopo di questo post soffermarsi a descrivere questa superba canzone, ma da essa vogliamo trarre spunto per puntare le luci su “Accelerated Evolution” (2003), per chi scrive il secondo miglior disco della sterminata discografia di Devin.

L’album (figlio di una gestazione particolare, posto che è stato concepito e realizzato parallelamente al ritorno sul mercato discografico degli Strapping Young Lad, che sempre nel 2003 pubblicavano il loro disco omonimo) ha potuto contare ancora sull’onda lunga dell’ispirazione di “Terria”, è un mirabile esempio di quella miscela che solo Devin sa proporre, costituita da prog/alternative/extreme metal e hard rock. E senza rinunciare (questo giammai!) al suo unico ed inimitabile wall of sound, creato attraverso le tipiche stratificazioni sonore di tutti gli strumenti.

“Accelerated Evolution” è un disco bellissimo, compatto, senza cedimenti di sorta sia quando ci propina delle mazzate nei denti (come nell’opener “Depth charge” o “Random analysis”) sia quando va a riprendere gli umori intimisti e melanconicamente positivi di “Terria”: (“Storm”, “Traveller”, “Sunday afternoon” o la conclusiva “Slow me down”). 54’ che certificano l’esaltante status artistico di Devin a metà anni duemila. Status che verrà nuovamente confermato due anni da una seconda doppia uscita mica da ridere griffata SYL/DTB, “Alien”/”Synchestra” (da lì in avanti la qualità delle uscite scenderà, pur rimanendo più che buona).

Ma tornando ad "Accelerated Evolution": ciò che lo rende unico, è il fatto che, nel processo di consapevolezza e maturazione, come uomo e come artista, Devin, ancora più che in “Terria”, dà corpo e vita a un sound più accessibile, che utilizza maggiormente la forma canzone e le toccanti e melodiose clean vocals (che già si facevano apprezzare, più centellinate nel suo illustre predecessore), tanto che, se non suonasse comunque devin townsend al 100%, potremmo definirlo “commerciale” (con tutte le virgolette del caso).

Se “Terria” si configurava come una sorta di flusso di coscienza, il prodotto di un’introspezione dove tutto il vissuto di Devin (che ricordiamo, soffre di disturbo bipolare) sembrava essere stato sì accettato, ma ancora sotto forma di un magma incandescente che a tratti sfuggiva al raziocinio dell’artista, “Accelerated Evolution” sta a lì a dirci che tutte le proprie contraddizioni, oltre ad essere state accettate, sono state comprese e assimilate. Quel magma si è raffreddato. Lo si può maneggiare, seppur con grande cura. In definitiva Devin, in “Accelerated Evolution” (titolo che è già un programma) appare un artista risolto.

E se in giro vi capita di sentire all'improvviso uno sfrigolare di chitarra elettrica, che sprigiona le note magnetiche che vanno a formare la melodia ipnotica di "Away", non vi preoccupate...non è un'allucinazione uditiva ma solo qualcuno che mi sta telefonando...

A cura di Morninrise