9 mar 2019

REPUTAZIONE E APPARIZIONE





Un tempo la reputazione era soltanto buona o cattiva, ma da tempo questo concetto si è trasformato con quello di notorietà. Conta essere “riconosciuto” dai propri simili, insomma il principio è: “Se appare la Madonna perché non anch’io?”. 
Il primo eroe dell’apparire è stato quel tizio che andava a mettersi dietro ai giornalisti, salvo poi essere imitato da tutti coloro che individuavano una telecamera in azione e chiamavano a casa per avvisare di sintonizzarsi su quel canale.

In generale il tema della perdita della vergogna è presente in varie riflessioni del costume metallaro contemporaneo. L’essere visto, notato, è indice infatti della mancanza di vergogna, l’essere oggetto del discorso è valore talmente dominante che si è pronti a rinunciare per esso al proprio pudore.

Pochi giorni fa ero costretto a muovermi in treno e ho ascoltato in fondo al mio vagone, qualcuno che ostentava i Megadeth a volume alto. Come quello che parla a voce alta al telefono per fare sapere i fatti propri agli altri, c’è chi ascolta Mustaine per far sapere a tutti che quella musica è la migliore.

Uno dei problemi del nostro tempo è la perdita della privacy, ma questa perdita può essere volontaria o casuale. Per questo ci si preoccupa delle nostre carte di credito, delle intercettazioni telefoniche o di agenti segreti che rapiscono i nostri dati dai social network. Quel tizio però non si preoccupava di ostentare la propria identità musicale in treno, anche se non ha valutato che nel suo vagone avrebbe trovato un componente della redazione di Metal Mirror.

Mi sono alzato al momento in cui il vagone era avvolto da “Sweating Bullets”, più per curiosità di capire chi fosse l’appariscente metallaro che voleva educare al verbo di Mustaine e, sorpresa della sorprese,  era un vecchio. Non un anziano decrepito, ma di certo un signore di una certa età che scriveva al cellulare dal quale proveniva la canzone.

Ho letto che qualche movimento ecclesiale vuole tornare alla confessione pubblica, pare non ci sia più gusto a parlare delle proprie pene solo al prete di turno. Così quest’uomo dovrebbe parlare con noi di Metal Mirror per capire che cosa distingue la reputazione e la notorietà, che cosa significa dignità metallica e riservatezza sonora; così ho lasciato nel sedile accanto a lui un biglietto con l’indicazione del nostro blog e sono certo che avremo un lettore in più.

Un lettore che probabilmente ostenterà a voce alta i nostri articoli nei mezzi di trasporti cittadini o riderà sguaiatamente quando leggerà questo articolo, ma apparterrà anche lui a quel mondo di persone che saluta con la manina quando passa una telecamera.