8 apr 2015

LA QUESTIONE ITALIANA: I NECRODEATH

LA RUBRICA DEDICATA AL METAL NOSTRANO OSPITA UN PERSONAGGIO STORICO COME FLEGIAS, NON SOLO CANTANTE MA ANCHE LEADER DEI NECRODEATH

MM: In Italia siete una delle band culto più longeve e interessanti , fin dai primissimi album. Cosa è cambiato dalla prima parte della vostra carriera a oggi?
FLEGIAS: Oltre la line-up e l’età, sono cambiati i tempi e il modo in cui si vive la musica. A metà anni ’80 il mondo metal era in totale subbuglio, nascevano gruppi che inventavano un genere, nascevano le fanzine che coniavano nuovi termini musicali, i concerti erano sempre affollatissimi e non grazie a Facebook, ma bensì al semplice passaparola. Questo perchè esisteva più coesione tra i ragazzi che ascoltavano quel genere. Ci si incontrava tutti in quella piazza o in quel parco e si passavano giornate intere a sognare, organizzare e agire.
Oggi mi sembra un po’ tutto più sedato, svogliato e il poco che rimane vagliato al microscopio del vil denaro.
Dal canto nostro, a parte la premessa, non è cambiato molto; continuiamo ad essere quattro “ragazzi” che adorano fare quel che fanno e cercano di dare sempre il massimo sia su disco che dal vivo.

MM: A volte si accusa il genere death di evolversi poco, ma chi prova a farlo è spesso visto come traditore. Quale pensate sia la soluzione giusta?
FLEGIAS: Giusta osservazione la tua. Non penso esista la soluzione a questo tipo di “problema”, la cosa migliore secondo me è quella di continuare a fare quello in cui si crede senza preoccuparsi troppo delle dicerie o delle recensioni. Una volta che uno ha la coscienza a posto con se stesso è in pace con il mondo.
Noi stessi amiamo sperimentare, ma è altresì vero che amiamo il genere che suoniamo. Quindi cerchiamo sempre di evolverci senza mai perdere di vista il nostro background musicale.

MM:  In Italia il fenomeno metal resta un mondo underground o poco conosciuto, perché secondo te?
FLEGIAS: Grazie alla musica ho avuto la possibilità di girare il mondo e posso garantire che se dico che tutto questo è colpa del nostro stato influenzato dalla politica vaticana, non è un eufemismo.
Siamo e rimarremo dei bacchettoni.
Fuori dall’italia incontri famiglie con prole al seguito ai nostri concerti, intere classi che organizzano interviste per il giornale della scuola, tv che immortalano l’evento. Questo avviene quando non si demonizza un genere ma è considerato arte come tutte le altre forme musicali. In Italia che ciò non avvenga è palese e sotto gli occhi di tutti. Noi consideriamo arte solo la musica classica ed il jazz e il programma musicale più “trasgressivo” è x-factor… ho detto tutto.

MM: Questa rubrica tratta l'evoluzione del metal italiano negli ultimi trent'anni, riesci a stilare una playlist dei dischi nostrani più importanti ?
FLEGIAS: Ti citerò i tre prodotti discografici italiani che più di tutti hanno segnato la mia formazione artistica:
Into the Macabre – NECRODEATH (all’epoca non ero in line-up)
Neurodeliri – BULLDOZER
Total Schizophrenia - SCHIZO

MM: Quanto pensi che la città o il paese dove vivi influenzi la vostra musica e i testi? C'è qualche peculiarità geografica che determina le vostre composizioni?
FLEGIAS: Assolutamente si. Sono convinto che il clima e l’atmosfera che si respira nel proprio paese influenzi molto il modo di scrivere.
Ad esempio io che vivo in mezzo alle paludi e alle nebbie del vercellese sono molto più ermetico e misantropo nella stesura delle liriche a differenza di Peso che magari è più diretto e “in your face” vivendo a Genova. Dai Beatles ai Venom, da Elvis ai Sepultura… tutti sono influenzati dalla conformazione geologica e culturale della propria terra.

MM:  Quanto hanno influito i nuovi modi digitali di comunicare e il marketing via web nella vostra musica?
FLEGIAS: Penso che abbiano stravolto totalmente il modus operandi da un punto di vista comunicativo. Ma io rimango ancora legato alla vecchia telefonata ehehehe… Per fortuna che non sono io ad occuparmi di certe cose; sono molto anti-social e non posseggo alcun facebook o similari.

MM: Quali opere della letteratura, cinema o teatro hanno determinato la vostra crescita ? Si riflettono queste influenze nella musica o nei testi del gruppo?
FLEGIAS: Parlando di crescita non posso far a meno di citare H.P. Lovecraft. Il suo mito dei grandi antichi è stato ampiamente spremuto nei nostri primi tre lavori. Continua tutt’oggi ad essere un modello per me, e anche se non attingo più direttamente dai suoi racconti, conservo il suo modo allucinato e criptico nel descrivere le cose che mi passano per la testa.
Lovecraft a parte sono innumerevoli le fonti a cui attingiamo. Citarle sarebbe impresa titanica visto che qualsiasi cosa ci colpisca positivamente diventa fonte di ispirazione, ma permettimi di nominare Charles Bukowski anche se non lo abbiamo mai preso come riferimento lirico è una grande ispirazione di attitudine… “non sono alcolizzato, siete voi che non bevete un cazzo”


MM: La dimensione live è stato un punto cardine della vostra carriera, ma quali emozioni provate a salire sul palco . Hai tre aneddoti che ti sono rimasti nella memoria e che ci vuoi raccontare?
FLEGIAS: Le emozioni sono sempre forti, sia su di un palco di un open-air che sul palchetto di un piccolo club. L’energia che cerchiamo di metterci è sempre la stessa. Se in uno show ti viene a vedere una sola persona e quella ha pagato per vederti, tu ci devi mettere la stessa energia che metti di fronte a diecimila persone…
…questo può già contare come aneddoto? Ahahaha, no perché ora me ne vengono in mente solo alcuni inenarrabili

MM: Chiudiamo con una richiesta di anticipazione dei vostri progetti futuri, cosa bolle in pentola? Qualche piccola anticipazione ?
FLEGIAS: Stiamo ultimando un singolo che uscirà quest’anno e siamo in fermento con le ultime rifiniture e contorni della cosa. Siamo molto eccitati anche perchè avremo ancora una volta il privilegio di avere grandi ospiti a livello internazionale. Per questo invito tutti a drizzare le orecchie ogni qual volta sentirete il nome Necrodeath.