17 dic 2015

RECENSIONE: "UNDERWORLD" (SYMPHONY X)


Li sentite anche voi i Pettegoli del metal? Brutta specie, ma non fatevi ingannare e non ascoltate voci in giro di chi non comprende a pieno la forza di questo gruppo, ma fidatevi delle vostre orecchie e di Metal Mirror perché c'è ancora una buona prova per i Symphony X!
Gli umori sono simili a quelli che avevano caratterizzato il precedente "Iconoclast", cioè sempre più netta la potenza della chitarra di Romeo e sempre meno presente la tastiera di Pinella. Meno fughe neoclassiche (per non dire zero) e minor presenza di tastiere su riff che sfiorano il thrash più tecnico, il tutto impreziosito dalla grande voce di Allen.

Il vero disco della svolta per questo nuovo sound è stato "Paradise Lost" nel 2007 che, in maniera programmatica, allontanava le atmosfere barocche dei precedenti dischi e calava il gruppo in un ambiente più cupo e violento. Da lì in poi spariscono le colonne doriche, i busti greci, le tematiche mitologiche ed entrano ritmi al fulmicotone che ricordano i migliori Nevermore o addirittura gli Overkill, accanto a testi più cibernetici in ambienti cupi e disumanizzati.
Come se Romeo avesse cambiato le sue letture da Omero ad Asimov, come se preferisse le oscure bolgie dantesche alla metrica latina, ma tutto con la stessa personalità del gruppo.
Infatti una volta accettato questo cambio di rotta, la qualità non muta anzi io vedo un gruppo in crescita. 

"Underworld" è un altro valido capitolo della loro carriera, non aggiunge spunti particolari ma la sua quadratura lo colloca tra le migliori uscite del 2015. Il centro di gravità per apprezzare il disco passa da "Without You" e "To Hell and Back" ottimi esempi di cosa sono oggi i Symphony X, ma anche quando spingono l'acceleratore in "Kiss of Fire" sanno centrare il bersaglio.
Coloro che li amavano per "V" o le suite di "Odissey" hanno già interiorizzato, spero per loro, il cambio di registro e apprezzato la nuova compattezza sonora.
"Underworld" mi lascia solo un sospetto nella parte conclusiva che suona un po' troppo Dream Theater, ma sono convinto che Romeo saprà mantenere retta la via e non tornare a fare scopiazzamenti inutili.

Intanto cosa aspettiamo a fare un monumento a Russell Allen? Interpretazioni ottime, grinta, ma stupisce soprattutto la facilità con cui interpreta ogni passaggio ed il suo timbro di voce unico. Già dai succitati dischi precedenti avevo notato la prestazione di Jason Rullo e Mike Lepond che, a mio modo di vedere, si esaltano maggiormente ai confini del thrash rispetto al progressive neoclassico e sanno esaltare le ritmiche del deus ex machina Michael Romeo.

Non è tutto oro quel che luccica, perché scivolano in alcune tracce ma sono uno dei gruppi con una prospettiva nel metal e hanno la serenità della loro compattezza. I Symphony X sono come quelle squadre di calcio che prendono pochissimi gol, magari manca rispetto al passato qualche colpo spettacolare però vincono sempre grazie ad una difesa impenetrabile.
La quadratura della struttura permette di avere sempre una base da cui partire, Allen è un centravanti capace di fare a sportellate e gol a chiunque; Romeo è un centrocampista completo che comanda il gioco; Pinnella è un ex trequartista riciclato sull'esterno, forse sacrificato, ma sempre di grande qualità e Rullo con Lepond formano una coppia di difensori arcigni.
Non fidatevi delle malelingue, puntate su di loro perché sono una squadra da scudetto anche quest'anno!

Voto: 7.5
Canzone top: "Without You"
Momento top: la seconda parte della titletrack
Canzone flop: "Run With the Devil"
Dati: 11 canzoni, 64 minuti
2015
Etichetta: Nuclear Blast