Al vecchio negozio specializzato in metal di Pisa, Gasoline, una specie di autorimessa adibita a negozio, c'erano alcuni dischi che stazionavano perennemente in fondo agli scaffali (all'epoca solo di vinili). Nessuno osava comprarli e i bordi di cartone si logoravano negli anni.
In parte questo si poteva
spiegare col fatto che all'epoca i negozi di dischi acquistavano
dalle etichette le ultime uscite, senza che ci fosse qualcuno esperto
del settore a seguirle e a prevedere il gradimento di pubblico. Si
faceva un'infornata di nuove uscite metal sperando di piazzarle sul
mercato pisano, anche perché negli anni '80 si tendeva a comprare
quel che si trovava, al di là dei gruppi più famosi. Qualcuno di
questi esemplari invecchiava negli scaffali, e tutti lo guardavano
con sospetto, chiedendosi cosa ci potesse essere di così
improponibile.
Uno che ricordo bene era
un vinile dei Thor, dai colori accesi dentro i bordi di cartone
logorato.
I Thor erano una
concept-band, che non è una band produttrice di concept-album, ma
una band che nasce da un'idea di immagine. In questo caso un'idea
partorita, come recita la biografia wikipedia, dal cervello di Jon
Mikl, campione di culturismo. Body rock: ovvero una band composta
da musicisti muscolosi, rocciosa nei suoni come nell'aspetto. Inutile
dire che il body rock, altrimenti detto muscle rock, o gladiator
rock, è un genere che non ha attecchito. Anche perché va detto che
alcuni membri della band, giusto per realizzare bene l'idea di fondo,
non erano assolutamente muscolosi.
In pieno stile anni '80 si esibivano in costume da guerriero su uno sfondo da pista per disco-music, con faretti colorati, luci psichedeliche e scritte al neon da pizzeria. Inoltre, senza essere un esperto di letteratura mitologica nordica, non credo che Thor avesse il mascara. E neanche l'ombretto.
In pieno stile anni '80 si esibivano in costume da guerriero su uno sfondo da pista per disco-music, con faretti colorati, luci psichedeliche e scritte al neon da pizzeria. Inoltre, senza essere un esperto di letteratura mitologica nordica, non credo che Thor avesse il mascara. E neanche l'ombretto.
Mikl, per costruire un personaggio cazzuto, si esibiva in prodezze da circo di una certa originalità: faceva esplodere delle borse dell'acqua calda (sì, quelle che si mettono sui piedi) soffiandoci dentro. E per farlo più efficacemente prima si tappava il naso con una maschera da snorkeling.
Piegava dei tristissimi spadoni finti con le mani facendo perno sulla mandibola, che però proteggeva con un tovagliolo per non rovinarsi i denti. Infine agitava con un mano un martello di gommapiuma mentre con l'altra impugnava il microfono.
Insomma, roba che chi si
dà fuoco alle scorregge in confronto è un eroe a cui intitolare una
piazza.
L'immaginario dei Thor
era un insieme di suggestioni da primi videogiochi del genere
“Invasione Aliena”, film fantastico-avventuroso, e feticismo
pelle-e-borchie. Per farvi capire di cosa stiamo parlando, vorrei
rammentare la favolosa ascia bipenne di materiale riflettente che
diventava multicolore sotto i faretti del palco. O anche le borchie
chiodate sproporzionate che utilizano i gruppi-fumetto tipo Lordi o
Gwar.
Se i Thor si prendessero
sul serio o meno non è dato saperlo, ma forse il modo più giusto di
intendere la loro proposta era quello dell'exploitation: inserire
elementi d'immagine che richiamassero vagamente e superficialmente un
immaginario guerriero, per mettere questo al servizio di una musica
accattivante nelle sonorità, ma piuttosto vacua nella composizione. A
differenza dell'explotation, però, in cui l'elemento “sfruttato”
è presentato con serietà, i Thor erano caricaturali. E a differenza
dei artisti caricaturali, prendevano seriamente la loro caricatura.
Non saprei in quale altro
modo descrivere il video di “Keep the Dogs Away” in cui Thor
compie imprese da dog-sitter, reggendo i guinzagli di una dozzina di
cani incazzati che lo trainano.
In quanto a musica, di
idee non ce n'erano e quindi ci si deve accontentare di poco se si
vogliono ascoltare i Thor. Il chitarrista strapazzava un po' la
chitarra, salvando il salvabile dal vivo, ma i pezzi erano heavy rock
riempitivo, di grana grossa.
Gasoline poi chiuse e fu rimpiazzato da Wide Records. Il disco dei Thor quasi sicuramente finì
in un mercatino dell'usato come sacra reliquia degli anni '80, in
attesa che qualche ignaro collezionista ne fosse attratto. Perché
l'idea di aver scoperto un vecchio gioiello dimenticato è una
tentazione non da poco. Mi sa che un giorno, nonostante questo
articolo, finirò per raccontare a me stesso che sono stati una
pietra miliare del metal e lo comprerò io.
Ma non ho avuto neanche questa soddisfazione: anche se i grandi geni vengono spesso apprezzati solo dopo la loro morte, Jon Mikl, non fidandosi di essere celebrato postumo, ha voluto alla fine riproporre i Thor nel 1997, ma non prima di aver rinfrescato la memoria al pubblico con la raccolta dal terrificante titolo "Ant-Thor-logy".
Che disdetta, proprio quando poteva diventare un mito!
Ma non ho avuto neanche questa soddisfazione: anche se i grandi geni vengono spesso apprezzati solo dopo la loro morte, Jon Mikl, non fidandosi di essere celebrato postumo, ha voluto alla fine riproporre i Thor nel 1997, ma non prima di aver rinfrescato la memoria al pubblico con la raccolta dal terrificante titolo "Ant-Thor-logy".
Che disdetta, proprio quando poteva diventare un mito!