31 mag 2016

RECENSIONE: CIRCUS MAXIMUS "NINE"


Non esce dallo stereo, continua a riempire le mie giornate questo terzo album dei Circus Maximus. La band dedita al sound dei Dream Theater, riesce a mettere un pizzico di personalità e vincere la sfida nel nome della melodia.

Sento già i soliti detrattori del progressive parlare di dischi fotocopia della band di Petrucci, perciò non mi rivolgo a quelli che sono diffidenti in partenza. Le mie parole vanno verso coloro che amano questo genere, necessitando sempre di nuove melodie, nuove scale sonore da alternare a soluzioni elettriche ed acustiche.
Popolo di progsters queste parole sono per voi, perché diffidavo di questo gruppo, invece mi hanno conquistato.

Questa volta l'esame era più arduo rispetto a "The First Chapter", ma Eriksen & soci si sono giocati la carta della melodia e di una certa orecchiabilità di classe. Le sonorità sono infatti apparentemente più easy o scarne del debut album, in realtà questa melodia che ogni tanto strizza l'occhio ai Muse talvolta ad un hard rock melodico, si rivela la loro marcia in più.
Alternano passaggi più propriamente progressivi ad aperture quasi AOR, pur non disdegnando momenti djent e senza, dico praticamente mai, sbagliare un ritornello. Alcuni potrebbero far addirittura la gioia delle radio in cerca di hit estive, come ad esempio: "Reach Within" o "I Am".

Rispetto al recente passato, la voglia di allontanarsi da Petrucci c'è, anche se erroneamente si legge questa semplificazione sonora come un mero tentativo di distacco dagli ingombranti paragoni con  Dream Theater o Symphony X. Dal mio punto di vista le vicinanze con i gruppi statunitensi restano, ma la direzione del Circo rispetto a quella del Teatro ha più feeling in questo momento.
Forse il passato meno ingombrante e le aspettative più basse di quando si va al Circo, rispetto che a Teatro, hanno permesso ad oggi di sviluppare con maggiore serenità al gruppo norvegese alcune doti melodiche.

Vi consiglio quindi di portare tutta la famiglia al Circo Massimo per una volta e, se non sarete soddisfatti, avrete comunque passato un'ora con buona musica senza caricare le vostre orecchie con il peso del giudizio intellettuale e della storia del Teatro dei Sogni.

Voto: 7/8
Canzone top: "Architect Of Fortune"
Momento top: il ritornello di "I Am"
Canzone flop: "Used"
10 canzoni, 57 minuti
Anno: 2012
Etichetta: Frontiers Records