Proseguiamo il racconto dell’omicidio di Euronymous, la notte del 10 agosto 1993.
Avevamo lasciato il Conte
Grishnachk e Blackthorn pronti a partire da Bergen per recarsi ad Oslo a casa di Aarseth…
Allora: i due salgono sulla Golf
del Conte, con Snorre Ruch alla guida mentre Varg se ne sta dietro a dormire
sotto una pila di maglie per nascondersi da sguardi indiscreti. Ruch, scopriamo
ex-post, si ritrova assieme a Varg senza neppure sapere per cosa e per come (“Non
ci volevo andare. Non me ne fregava nulla di Øystein, non avevo nulla a che
fare con lui”). E già qua le cose non tornano: Blackthorn era molto amico di
Euronymous sennò non avrebbero suonato assieme (Varg dice addirittura che erano
“migliori amici”). E, attenzione, non parliamo di uno sfigato della scena
Black: secondo quanto dichiarato da Fenriz, che in fatto di black metal-style
non è propriamente l’ultimo arrivato, proprio Ruch, assieme ovviamente ad Aarseth, fu il pioniere dei riff in tremolo-picking che caratterizzerà l’intero
genere. Cosa che si può effettivamente riscontrare nel primo demo della pecedente band di Snorre, i Thorns, che già nel 1991 incidevano “Grymyrk”, EP interamente strumentale in cui molte caratteristiche del nascituro Black, seppur ancora acerbe, erano effettivamente riscontrabili.
E poi: se davvero a Snorre non
importava nulla di Øystein uno si chiede, come infatti gli venne chiesto
dagli inquirenti: ma perché sei andato a impelagarti in sto casino?? E Snorre
giustifica l’accaduto affermando: “(Il Conte) è un tipo molto autoritario. Fa
in modo che la gente lo segua” (sic!).
Torniamo ai fatti: i due arrivano
alle tre di notte davanti all’abitazione di Aarseth.
Citofonano:
“Si, chi è?”
“Sono Varg, fammi salire”
“Perché?”
“Voglio parlarti”.
E quel furbone di Euronymous gli
apre.
Varg arriva su e Aarseth lo
aspetta sulla porta…in mutande (altro particolare grottesco). Capisco che uno
possa stare come cazzo vuole di notte, e d’estate per giunta, a casa sua mentre
dorme; ma una volta che ti suonano e tu apri, e bisogna fare
quattro piani di scale per arrivare, magari un paio di braghe al volo
mettitele!
A conferma delle sue intenzioni
“pacifiche”, il Conte parte in quinta: “Che cazzo pensi di fare?” (che è un
bellissimo modo di cominciare una discussione alle tre del mattino).
Quell’altro, invece di agire coi piedi di piombo per non far precipitare la
situazione, scappa verso la cucina: “Vorrà andare a prendere un’arma”, pensa
subito Varg, e giusto per non sbagliarsi gli rifila una coltellata nella
schiena.
Varg racconta: “L’ho trafitto.
Poi ha tentato di andare verso la camera da letto, dove teneva il fucile –
quello con cui Dead si è sparato”. Dettaglio non insignificante,
tanto che il giornalista chiede a Grishnackh: “Aaaah, Euronymous aveva in casa
quel fucile??”
E Varg: “Beh, adesso non so se
fosse quello. Forse non l’aveva, il punto è che io in quel momento pensavo
l’avesse” (grande risposta del Conte).
Comunque: Euronymous non prende
alcun fucile, ma scappa fuori dalla porta, passando davanti a Snorre che nel
frattempo era salito fino al quarto piano ma era rimasto fuori dalla porta, e
comincia a scendere le scale chiedendo giustamente “aiuto”. Nessuno apre. A
quel punto, il Conte è messo con le spalle al muro: che fare se non continuare
a pugnalarlo? Ovvio, poveretto…che alternative aveva? Ma leggiamo direttamente
le sue parole: “Gli sono corso dietro pugnalandolo, e saranno state quattro o
cinque coltellate. La prima è stata al petto. Lui continuava a cercare di
scappare, così ho dovuto pugnalarlo alla schiena”. Lavoro sporco, certo, ma qualcuno lo doveva pur fare...
A questo punto, mi piace
soffermarmi su un dettaglio collegato a tutte queste pugnalate e all’inseguimento
sulle scale del palazzo, conclusosi sul pianerottolo del primo piano. Dopo
tutto il macello compiuto, Vikernes, una volta catturato, non ha di meglio che prendersela…con
l’autopsia! “L’autopsia è stata una stronzata! Hanno detto che è morto
dissanguato. Il punto è che è morto per una coltellata alla testa. E’ morto in
un attimo. Bam! Ed è morto. Attraverso il cranio…”.
Il fatto poi che ci fosse
una ferita che è passata attraverso il petto ed è uscita dalla schiena…quello per
il nostro Eroe conta poco. Conta poco ma allo stesso tempo la perforazione in questione viene
parecchio apprezzata: “Se tagli qualcuno con un coltello affilato, ottieni un
bel taglio; se ne usi uno spuntato, gli strappi solo la cazzo di pelle.” Il suo
era un coltello evidentemente ben affilato.
E il nostro Blackthorn? Anche lui
si comporta dall’inizio alla fine da vero professionista: come abbiamo visto
non vuole accompagnare Varg, ma poi guida la macchina fino a Oslo.
Poi, una
volta arrivati, non vuole scendere dalla macchina ma poi scende e va col Conte
perché quest’ultimo glielo chiede come “sostegno morale”.
A quel punto vorrebbe
star fuori dall’edificio, ma poi ci entra. Sale le scale ma non va
nell’appartamento, rimane fuori sul pianerottolo. Sente casino, urla,
colpi…dopo poco la porta si apre, gli passa davanti Euronymous in mutande e con la
canotta insanguinata e il Conte che lo segue brandendo il coltello. Ma leggiamo
la sua testimonianza: “Mi sono reso conto che andava tutto in malora (che
perspicacia! NdR). Volevamo succedesse nell’appartamento e velocemente, niente
di eccessivo e drammatico" (ma non erano partiti da Bergen semplicemente per chiarire le
cose senza premeditazione alcuna??
NdR).
Snorre scende anche lui le scale,
il Conte ha appena finito Aarseth con la coltellata al cranio. Ruch li supera in
preda al panico, si infila in macchina e dopo poco sono già in ripartenza verso
Bergen. Sono molto scossi dall’omicidio…infatti, come farebbe qualsiasi persona
che ha appena compiuto un efferato omicidio, si ascoltano a tutto volume i Dead
Can Dance (ottima scelta musicale, ragazzi!). Commento di un Blackthorn molto
turbato dagli avvenimenti: “Era tutto molto atmosferico”. C’è anche tempo di
ingaggiare un inseguimento automobilistico con una pattuglia della polizia, la
quale si fa seminare.
Ma la "commedia" dura poco, nonostante gli
alibi di ferro [i due il giorno dopo andarono a restituire la videocassetta
noleggiata “per costruirci un alibi solido” (Ruch)]. Talmente solido che in tempo zero
finiscono in manette.
Stupende le dichiarazioni del
Conte in merito: “Sono stato arrestato dopo che qualcuno ha fatto la spia su di
me: Snorre! Non è nessuno, è un perdente, una persona debole e malata (ma Conte…hai
insistito perché venisse con te a Oslo! NdR).”
E poi si lamenta di una cosa:
“Sono stato arrestato e messo in prigione, senza contatti con l’esterno e i
giornali dicevano che l’avevo ucciso io. Ovviamente, nel momento in cui muore
una persona, tutti iniziano a dire che erano suoi amici […] e io ero il
cattivone.” Povero Conte! Tutti subito ad accusarlo! Ma come si fa? Roba da
matti…il fatto che poi fosse stato davvero
lui a uccidere Euronymous passa in secondo piano nel ragionamento del Nostro.
Ovviamente Ruch non c’entra nulla
con la cattura del Conte. C’entra invece, eccome, il fatto che Varg avesse
lasciato una caterva di impronte sul luogo dell’omicidio, e che si fosse pure
dimenticato in casa di Aarseth il contratto discografico per la pubblicazione
di materiale di Burzum per la Death Silence Production.
Qualche interrogatorio
incrociato, le versioni degli interessati che fanno acqua da tutte le parti et
voilà, le indagini sono belle che concluse.
Grishnackh cerca di discolparsi con una deduzione che non fa una grinza:
“Io avevo in tasca dei guanti militari, di quelli che usi per sparare – se si
fosse trattato di omicidio di primo grado, non li avrei forse indossati? Certo
che si! Sono entrato nel palazzo con i guanti che quasi mi uscivano dalle
tasche, e lui mi ha attaccato. Se avessi voluto ucciderlo avrei messo i guanti
e poi avrei attaccato. Quello sarebbe stato omicidio di primo grado!”.
Che
arringa brillante, così ci si discolpa! Se abbiamo capito bene: mi porto i guanti per non lasciare
impronte, non li metto…ammazzo con le mani scoperte, lascio impronte di sangue a
destra e a manca…e questo cosa prova? Che sono stato attaccato!! Elementare
Watson…
Vabbeh, forse sono troppo
cattivo, troppo moralista. Del resto parliamo di ragazzi poco più che
ventenni…ventenni fuori dal comune e come tali non analizzabili con comuni,
normali categorie di pensiero con cui siamo abituati a valutare i fatti che ci
circondano.
Il Conte, questo è fuor di
dubbio, nel bene (artistico) e nel male, non è appunto “normale”.
Genio&sregolatezza, fine
intuito&ingenuità disarmante (come abbiamo visto anche in occasione del
pasticcio della chiesa di Fantoft e del flyer di “Aske”). E questo lo si può
facilmente evincere da questa sua frase che sul caso Euronymous pone una pietra
definitiva: “[…] sono io il fesso che ha socializzato con certi idioti. Devo
essere stato proprio un fesso per non rendermi conto che quelli erano solo dei
perdenti. L’unica stupidaggine che ho fatto, e l’unica di cui mi pento, è di
non aver ucciso anche Snorre. Se avessi ucciso anche lui […], non mi avrebbero
preso. Questo è ciò di cui mi pento.”
A cura di Morningrise