19 giu 2018

RECENSIONE "INTROSPECT" (THE QUIET ROOM)




A mio modesto parere, ma smentitemi dalla redazione se così non fosse, sono l’unico possessore in Italia di questo disco. Non perché sia un particolare collezionista, ma ho la sensazione che nessuno possa conoscere questo gruppo ed averlo ascoltato con attenzione per inserirlo nella nostra rubrica dedicata ai dischi dimenticati. 

Ricordo di averlo adocchiato in una di quelle bancarelle dove se ci fosse un’insegna dovrebbe riportare la scritta: Polvere o Morte. Nessuno si avvicinava in questi scaffali penso da tempo immemore, fin quando la presenza di “Killers” degli Iron Maiden mi fece rallentare.

Adocchiando questo album ad un prezzo di un caffè, mi decisi ad acquistarlo senza nessun motivo. Sentivo che il genere progressive metal e la pessima copertina potevano fare al caso mio, non chiedetemi perché. Come quando una ragazza grassa riesce ad accompagnarsi ad un bel ragazzo, come quando un gatto attraversa una strada trafficata e resta illeso.

Il gruppo è statunitense ed ha due album all’attivo, di cui questo è il primo dopo una serie di demo del quale neanche loro stessi ne hanno traccia. The Quiet Room è una band debitrice dei Fates Warning della prima era, dando libero sfogo ad alcune idee che si avvicinano ai Dream Theater più dozzinali, ma perché non volergli bene? Chissà se hanno adottato il nome in onore di una canzone di Alice Cooper da “From The Inside” (1978) o sono semplicemente ricercatori di una placida nicchia di riflessione.

Sono passati oltre venti anni dall’uscita di “Introspect” e, sapete?,  non merita l’oblio in cui è caduto! C’è un’idea alla base del loro progressive, niente di originale però i musicisti sembrano saperci fare e confezionano dieci tracce che ascolto oggi con passione.

Oggi che il sole entra nella mia stanza (quieta) e ho tempo per farmi un riposino con i ragazzi del Colorado, apprezzarne le melodie e scoprire che dal 2002 ormai se ne sono perse le tracce (per chi le avesse mai seguite).

Chissà...forse lavorano al supermercato di Denver o come addetti alle vendite o uno di loro ha aperto una tabaccheria, però ci hanno provato ad entrare nel calderone della musica progressiva.
Non ce l’hanno fatta, ma anche se non si sono spesi tutte le loro carte, oggi sono qui a rendere meno quieta la mia stanza.

Voto: 6,5

Canzone top: “Altered Past”

Momento top: la partenza di “A Different Scene”

Canzone flop: “Drowning”

Dati: anno 1997, 10 canzoni, 46 minuti

Etichetta: Metal Blade