12 dic 2018

I DEVIL DOLL: UNA STORIA DI MACERIE EUROPEE





Esistono creazioni nella storia della musica estrema che hanno un fascino unico, teatrale e straccione allo stesso tempo. 

Mario Panciera (già dal nome non poteva che avere uno pseudonimo) alias Mr. Doctor è il fondatore di questa strana creatura chiamata Devil Doll. Una band italo-slovena formatasi alla fine degli anni Ottanta, ma con un alone allo stesso tempo di mistero e cialtroneria che li contraddistingue. 

Nel dicembre 1987 la band registra un album d’esordio a Lubiana con il tecnico del suono dei Laibach, già peraltro non propriamente uno che si distingueva per altisonanti produzioni, ma proprio Jurij Toni resta affascinato dalle qualità dei nostri.  
Il vero colpo di genio però è che l'album esce in un'unica copia, con la copertina disegnata a mano, in possesso solo di Mr. Doctor e mai più ristampato. Appena ho appreso questa notizia, è scattato in me un colpo di fulmine per questa band. 

I Nostri sono però squattrinati, vorrebbero fare mille cose e invece si trovano spesso senza fondi, idee importanti e volontà di composizioni orchestrali, progressive e pompose nel nome di un rock gotico al confine tra espressionismo e sciatteria

Nel loro sito, gestito da un presunto fan che si è fatto carico di essere anche il narratore delle loro gesta (a me sembra tanto di riconoscervi Mr. Doctor), si scrive in modo umile un articolo intitolato “Biografia di un genio” che inizia così: 

“Si è soliti in molte occasioni guardare assiduamente oltre confine alla ricerca della new sensation della musica estrema, di quella più tecnica e complessa oppure a cercare band provenienti da sperdute lande che inseriscano nel loro bagaglio musicale particolari sonorità per risultare originali e bizzarre. Questo tipo di attitudine è (o sicuramente era, visto che le cose vanno, per fortuna, un po' migliorando) tipica dei fans italiani, di qualsiasi genere si tratti, spesso ciechi di fronte a realtà clamorose che dimorano sotto i loro occhi per rivolgersi stupidamente a quanto propinato dalle etichette estere più intraprendenti. Esistono delle eccezioni alla regola”. 

I Devil Doll sono ovviamente una di queste, sono cioè una di queste realtà clamorose; aggettivo che ritengo la parola chiave di tutto il sobrio articolo. 

La macrostoria si intreccia però con la microstoria e nel 1991 la Slovenia viene invasa dalle truppe serbe, Panciera si sposta così a Venezia. Per Mr. Doctor infatti esistevano due formazioni distinte dei Devil Doll, una italiana e una slovena, come quelli che hanno due fidanzate e sono lavoratori pendolari. Una per una parte della settimana, l’altra adatta ai weekend; così i Devil Doll erano un gruppo a due facce che dopo i noti fatti della guerra balcanica però Panciera decide di riunire definitivamente. 

La formazione con Sasha Olenjuk (violino), Bor Zuljan (chitarra), Davor Klaric (tastiera), Roberto Dani (batteria), Francesco Carta (pianoforte) ed ovviamente Mr. Doctor, entra in studio per registrare il nuovo album: “Sacrilegium”. 

Nel 1992 i Devil Doll presentano l'album in un teatro e vengono mostrate le immagini di un film "The Sacrilege Of Fatal Arms" diretto da Mr. Doctor; purtroppo l’anno successivo scoppia un incendio nel loro studio con Mr. Doctor e Jurij Toni salvi per miracolo. Le registrazioni proseguono in vari studi di Lubiana, mentre le parti d’organo vengono registrate in una Basilica a Vicenza. 

Il nuovo album “Dies Irae” viene presentato ufficialmente alla stampa e al pubblico, ma Mr. Doctor diserta la conferenza per protesta contro i media. Da quel giorno non si ebbero più notizie sui Devil Doll o almeno io non sono riuscito a trovarne altre; fatta eccezione per un servizio di mailing list ideata per colmare l’insaziabile sete di sapere che il mondo aveva sui Devil Doll, tanto che nel 2004 lo stesso curatore del sito devildoll.nl (Panciera. sei sempre tu?) ha istituito un indirizzo mail dove scrivere direttamente al nostro Mr Doctor. 

Nell'ottobre del 2007 Panciera ha infine pubblicato un libro sul punk (ma perché?) dal titolo "45 Revolutions", contenente informazioni su oltre 2000 band, ma da lì solo buio e silenzio.

Raccogliere le macerie di questa storia non è semplice, ma è di gran lunga più affascinante della musica dei loro album. Una sorta di marcia rappresentazione teatrale di musica rock registrata con poca chiarezza sia di produzione che di idee. Eppure i Devil Doll hanno passaggi interessanti, oserei dire brillanti, luminosi come una losca figura di notte, misteriosi come una maschera veneziana, primitivi come un sedile di un autobus a Lubiana. Le loro imperfezioni sono come quelle ferite che una parte dell’est europeo si porta dentro, zingari e incostanti, permalosi e superbi.

Ma in quelle macerie c’è tanta storia da scoprire ancora...