27 lug 2022

METAL&CATARSI: LA RECENSIONE DI "METALHEAD"


 

Il Metal come veicolo di emozioni, di espressione del . Come strumento di vita.

Il Metal come esorcizzazione di un dolore devastante, infinito, paralizzante. Come catarsi.

Il Metal come rinascita, quindi.

22 lug 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: LYCUS


Diciassettesima puntata: Lycus – “Chasms” (2016) 

Si usa classificare i Lycus come una funeral doom band, ma gli americani sono portatori di una visione assai peculiare del genere, senz'altro più ampia e che va oltre il genere stesso, per questo la loro collocazione all’interno dello movimento risulta inevitabilmente come una forzatura. 

I Nostri vanno lenti, indubbiamente, e sono assolutamente pesanti, anche questo è palese, ma nel loro suono si scontrano mondi diversi: dalla forza d’urto del post-metal ai blast-beat impastati del black metal con tre voci a darsi il cambio fra growl, screaming e ascetici cori. Ma non sono post-metal né tanto meno black metal i Lycus, autori di una magmatica quanto annichilente forma di metal estremo che solo per esclusione definiamo funeral doom. 

17 lug 2022

PORCUPINE TREE: DANNATA PERFEZIONE!



L’uscita del nuovo album dei Porcupine Tree dopo tredici anni di latitanza discografica è stato indubbiamente un evento. Lo è stato certamente per i fan di Steven Wilson, ma soprattutto per quelli che non lo sono, ossia coloro che innanzi ai lavori solisti del Nostro hanno sempre rimpianto l'operato della band madre. C'è poi da dire che, venutasi ad accrescere la popolarità intorno al nome di Wilson grazie ad una pregevole carriera solista e a mille altri motivi che non stiamo ad elencare, il ritorno dei Porcospini si era ammantato di grandi aspettative a partire dal momento in cui era stato annunciato lo scorso anno, quando oramai nessuno ci sperava più. 

Indubbiamente Steven Wilson è un guru, se non IL guru delle sonorità neo-progressive, qualsiasi cosa vogliate intendere con questa etichetta. Nessuno come lui ha spinto per svecchiare quegli stilemi che si sono imposti nei primi anni settanta e che molti pensavano relegati ai fasti di quella gloriosa stagione del rock; nessuno come lui ha sdoganato tali sonorità a fasce più ampie di pubblico, incluso quello del nostro beneamato metal (e l’amicizia con Michael Akerfeldt non è certo casuale). L’uscita di “Closure/Continuation” è dunque un’ottima occasione per ascoltare e (ri)vedere dal vivo i Porcospini, sia per fan di vecchia data come noi che per giovini che si sono approcciati al personaggio solo di recente e che vedevano probabilmente il nome dei Porcupine Tree oramai come una chimera irraggiungibile. Ma al di là della contentezza che procurano la notizia e il fatto in sé, come dobbiamo valutare questo sospirato ultimo parto discografico? 

12 lug 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: FROWNING

 

Sedicesima puntata - Frowning: "Funeral Impressions" (2014) 
 
Il rischio di scrivere su un genere come il funeral doom è quello di ripetersi. Abbiamo detto mille volte che il funeral doom è un genere bellissimo, dalle diversità di approccio impensabili, dalle milioni di sfaccettature ecc., ma poi alla fine, quando si va a descrivere questo o quel gruppo, si ricade nei soliti “tempi lentissimi”, “brani lunghissimi”, “growl cavernoso”, “umori funerei” ecc. Ed anche i Frowning non fanno eccezione al riguardo: nella loro musica si hanno umori funerei, un growl cavernosobrani lunghissimi e tempi lentissimi
 
Cosa dunque aggiungere per carpire la specifica cifra stilistica della one-man band tedescaPartirei dicendo che l’esordio “Funeral Impressions” (e come non trattare un album con un titolo cosi?) incontra ovunque i favori degli addetti ai lavori e in certe classifiche pubblicate in rete lo troviamo persino al di sopra di titoli ben più storici e seminali per il genere, nonostante il progetto, formatosi nel 2011, sia relativamente giovane. Vediamo cosa ha di tanto speciale. 

7 lug 2022

A SCUOLA DI EMOZIONI CON GLI AMENRA


Cosa sono le emozioni?
E senza nemmeno degnare di una risposta l'idiota quesito, passiamo a parlare degli Amenra, un nome che non buca lo schermo, che non ti rimane impresso nella mente, che non ti si appiccica addosso. Un nome che, almeno per quanto mi riguarda, era passato inosservato per ben due volte persino sulle stesse pagine del nostro blog

Una prima volta nella classifica dei top album del 2021, dove i belgi si piazzavano niente meno che al primo posto all'interno della categoria “Per chi si sente un ricercatore delle ombre musicali, per gli instancabili curiosi che hanno ricevuto tanti stimoli nonostante la pandemia e guardano al futuro della musica estrema con ottimismo”. Una seconda volta nello scritto del buon Morningrise, che ribadiva il concetto in sede di approfondimento, incensando l’ultima (ottima) release discografica “De Doorn”. 

2 lug 2022

VIAGGIO NEL FUNERAL DOOM: COLOSSEUM


Quindicesima puntata: Colosseum - "Chapter 1: Delirium" (2007) 

E' sempre triste dover menzionare la morte di un giovane, in questo caso quella di Juhani Palomaki, avvenuta per sua mano il 15 maggio 2010 all'età di soli trentadue anni. 

Se si parla di funeral doom il suicidio di un musicista è un fatto che salta subito all'occhio ed attira inevitabilmente macabre significanze connesse ai temi trattati. Può esso divenire persino fonte di morbosa attrazione per l'ascoltatore, come se quel gesto estremo implicasse coerenza con la visione artistica professata, sensazione che si ha del resto anche con il black metal. Ma se il black metal ha conosciuto numerosi lutti, abbiamo imparato a conoscere il funeral doom come un ambiente in cui è la sostanza della musica a prevalere e molto meno proclami o fatti legati alla sfera personale dei musicisti. Eppure siamo già al secondo morto suicida nella nostra rassegna (il primo era stato Maximilien Varnier dei Worship), a dimostrazione che, ahimè, la vocazione per l'espressione di sentimenti tanto funerei non è sempre solamente un fatto artistico.