26 mar 2015

LA QUESTIONE ITALIANA: GLI OYLOKON



NELLA CONSUETA RUBRICA DEDICATA AL METAL ITALIANO, MM INTERVISTA QUESTA INTERESSANTE THRASH-DEATH BAND 




MM: In Italia la scena metal è sempre stato un movimento underground di ottima fattura, ma poco nota al pubblico. Quali ritieni siano le principali cause di questa difficoltà ad emergere? 
Credo che in Italia la scena metal come anche il metal in generale non potranno mai diventare un fenomeno di massa in quanto il nostro paese ha nelle sue radici culturali e quindi musicali, una tradizione che si fonda su ben altro. La tradizione musicale italiana è stata fortemente caratterizzata dall’influenza latina, dalla cultura araba, dal vasta area del mediterraneo per cui in epoca moderna un musica “recente” come il metal incontra necessariamente difficoltà, a differenza di quello che è accaduto invece in altri paesi, soprattutto nel nord Europa, dove il metal è diventato parte del tessuto sociale. 




MM: Questa rubrica tratta lo sviluppo dell’heavy power-progressive metal nostrano negli ultimi 20 anni. Quali ritieni siano i gruppi cardine e gli album ideali, anche se il Vostro genere è diverso? 

Come hai detto te, il progetto Oylokon si muove in un genere thrash death, e ringraziandovi per lo spazio che avete voluto comunque concederci nella vostra rubrica, vi elenco, da ascoltatore ed appassionato di tutto il metal, i gruppi e gli album che ritengo più rappresentativi: Symphony X “The Divine Wings of Tragedy”, Fates Warning “Awaken the Guardian”, Dream Theater “Images and words”, Blind Guardian “At the edge of time”, Gamma Ray “Land of the free”, Stratovarius “Visions”. 




MM: I contenuti di questo genere sono variegati, ma non troppo...Mi spiego meglio: si tende a colpire un immaginario storico/fantasy o fantascientifico, ma sono rari i testi con temi contemporanei o psicologici. Perché accade questo a tuo avviso? 

Si, è una prerogativa del genere e penso sia una cosa normale quando nel realizzare un brano non ci si limiti solo alla composizione meccanica di musica e parole ma si intenda la realizzazione di un brano come frutto di una visione, quindi di qualcosa di più profondo e complesso. In questo genere musicale quindi si parte da lontano, da qualcosa che attinge profondamente nell’immaginario e di conseguenza le tematiche trattate nei testi risentono giustamente di questo approccio compositivo. Invece i testi con temi contemporanei o psicologici non provengono da un mondo che non c’è, ma sono tratti dalla realtà, sono più immediati, non sono partoriti da alcuna visione. 




MM: La “forma” di questo genere prevede una grande preparazione strumentale, spesso lunghe suite o ritmi al fulmicotone, ma anche grandi vocalist in estensione. Quali ritieni siano però le peculiarità nostrane in questo quadro generale? Esistono alcuni tratti distintivi musicali dell’heavy power-progressive italiano? 

Questa è una domanda per veri intenditori! In base ai miei ascolti posso dirti che per alcune band italiane si sente chiaramente il loro rifarsi alla tradizione britannica o alla scena americana. In altri casi sento invece che le radici cantautorali italiane in qualche modo hanno influenzato alcune band soprattutto in alcuni passaggi melodici. 




MM: La società e l’ambiente in cui nascono le persone e di conseguenza i gruppi musicali ha sempre una influenza sul nostro modo di essere. Pensi che il tuo modo di fare musica rispecchi il tuo ambiente regionale o il modo di agire e vivere in Italia? Se sì, dove in modo specifico? 

No, direi che nel caso specifico degli Oylokon non ci sia alcuna influenza o relazione con la regione in cui viviamo. Il suono degli Oylokon è assolutamente distante dai suoni del nostro territorio. Probabilmente gli Oylokon rappresentano per noi, oltre a tanto altro, anche una via di fuga da una realtà in cui viviamo che non ci piace e non ci rappresenta. 




MM: A volte la critica e la stampa specializzata per dare una mano alla scena nostrana ha elevato a capolavori album che non lo erano. Pensi che ci siano accordi o persone che sponsorizzano i nostri gruppi oltremodo? Non risulta questo doppiamente nocivo, invece di dare una equa valutazione di un prodotto ? 

Questa cosa nella musica, e non solo, è sempre esistita. Con l’uscita di tanti prodotti discografici molte band cercano di avere visibilità avvantaggiandosi di attività promozionali a volte eccessive rispetto alla consistenza della loro musica. Sicuramente questa cosa è nociva al panorama musicale perché oltre ad attirare l’attenzione su prodotti di relativo valore, sottraggono spazio a proposte musicali ben più valide, che sono condannate a rimanere nell’underground. 




MM: La musica, il cinema, la letteratura, l’arte sono sempre stati un motivo di eccellenza del nostro paese che ha dato i natali ai più grandi artisti di tutti i tempi (Michelangelo, Dante, Verdi ecc). Quali sono i tuoi modelli di ispirazione artistica nei diversi ambiti? Oggi chi pensi si debba sostenere come “umile erede” di questa meravigliosa tradizione italiana nelle diverse arti? 

L’ispirazione per gli Oylokon la traiamo dal nostro vissuto quotidiano e dai nostri ascolti thrash death metal. Poi è normale che anche il cinema, la letteratura e tutto ciò che abbia una dimensione artistica possa stimolarci nella realizzazione del nostro progetto, magari anche in modo inconsapevole. Penso che, comunque, vada sostenuto qualsiasi artista che offra una proposta sincera, non realizzata a tavolino, ma frutto di una autentica ispirazione. Questo dovrebbe essere discriminante. Anche perché con l’arte non è sempre immediato comprendere la reale portata di un’opera. Spesso è necessario parecchio tempo per comprenderne l’importanza e la bellezza. Pertanto meglio valutarne innanzitutto la sincerità. 




MM: La musica in Italia , ma quella metal in generale spesso non riesce a far vivere di sola musica i musicisti . C’è una minoranza che riesce ad andare avanti, ma non si può certo dire che sia un sentiero dorato . Oltre la passione e il talento che cosa spinge a suonare metal in Italia al giorno d’oggi? 

In effetti come hai detto tu, è solo la passione che ti spinge a farlo perché purtroppo in Italia se proponi un genere che non investe l’interesse delle masse non riuscirai mai a viverci. Tranne pochi casi siamo tutti costretti a ricavare il nostro sostentamento da altre attività e condurre i nostri progetti artistici soltanto sulla base della passione che nutriamo per essi. 




MM: Negli ultimi venti anni il modo di comunicare la propria musica e, più in generale, la propria “esistenza” musicale è cambiato radicalmente. I social network, il web, i live (in diminuzione), download estremo, streaming ecc hanno inciso profondamente. Quali mezzi credi siano i più incisivi e siano il lato positivo del progresso tecnologico? Quali invece i difetti di questo nuovo metodo? 

Il vantaggio della tecnologia è che i canali di veicolazione della musica sono gli stessi per tutti, sia per chi ha già un progetto affermato, sia per chi lotta per emergere dall’underground. Questo è molto importante per ottenere visibilità e raggiungere persone o circuiti ai quali venti anni fa sarebbe risultato impossibile accedere. D’altro canto questo sistema, in mancanza di un filtro di qualche tipo, ha prodotto una saturazione dell’ambiente musicale pertanto nella gran quantità di prodotti e informazioni presenti in rete diventa oltremodo difficile trovare quello che ti interessa e quindi chi ha già acquisito visibilità se ne continua ad avvantaggiare mentre chi è alla ricerca di spazio difficilmente ne trova. 




MM: Hai mai pensato al tuo pubblico in Italia? Riesci a tracciare un identikit dei profili dei tuoi ascoltatori più appassionati? Cosa spinge inoltre uomini, donne, studenti, puri metallari o lavoratori indipendenti a comprare un tuo disco? Non solo la categoria a cui appartengono, ma in che modo analizzano e pensano di impiegare i propri soldi per un tuo album? 

I nostri ascoltatori sono necessariamente persone che amano le tendenze più estreme del metal, i suoni duri, la tecnica e la velocità. Gli ascoltatori, come gli artisti, sono mossi dalla medesima passione. Chi decide di investire dei soldi per acquistare un cd, cosa ormai sempre più rara, è senz’altro mosso dalla passione e pertanto degno del massimo rispetto. 


Scheda sul gruppo
Nome: Oylokon
Componenti ad oggi: Reinblood, Runes
Discografia: Life belongs to death
Città di nascita del gruppo: Salerno/Roma
Official web site: www.oylokon.net