11 gen 2016

IL METAL È VIVO!


Ogni gennaio arrivano puntuali gli oroscopi, i propositi per il nuovo anno e i disfattisti del Metal. Qualcuno tra l'altro c'è anche nella nostra redazione, ecco che lo sentiamo mugugnare dalla scrivania: si stava meglio quando si stava peggio, canzoni come "Hell Awaits" non le scrive più nessuno, i gruppi di un tempo erano migliori e così via.
È un problema atavico del Metal: sentirsi in fin di vita. Meno male che ci aiuta Metal Mirror a capire cosa si nasconde dietro lo specchio che deforma la nostra visione. 
L'errore primario è far coincidere l'analisi generica di un fenomeno culturale con l'arco della nostra esistenza o delle nostre conoscenze, ovvero, giudichiamo con fare assoluto ciò che è di per sé particolare.
Prendiamo ad esempio il mondo del calcio: chi è vissuto e cresciuto negli anni Ottanta avrà amato e seguito le gesta di Maradona, tanto da dire che non nasceranno mai più giocatori così. La generazione precedente sostiene invece con fermezza che Pelé è superiore al Pibe de Oro, ma se chiediamo oggi ad un adolescente dirà che Messi è il migliore di tutti i tempi!
Chi ha ragione? Hanno tutti ragione, perché esistono tante verità e dipendono da che parte le guardi; dal momento storico che vivi e soprattutto dallo stato di evoluzione del proprio animo.

Ritorna insomma il nostro caro concetto dello Specchio: ci guardiamo allo specchio dopo anni di ascolti, acquisti, concerti e ci sentiamo in grado (in dovere quasi) di parlare sul futuro del nostro amato genere metallico. Lo sconforto della morte di Lemmy, la malattia di Dickinson, la vecchiaia di Iommi ci fanno semplicemente capire che è passato il tempo e, nel momento in cui lo facciamo, però non ci rendiamo conto che è passato anche per noi, stufi forse di alcune sonorità.

Vi siete mai chiesti: perché quando è morto Michael Jackson nessuno ha detto che il pop è morto? Ripeto: è un problema atavico del Metal: sentirsi in fin di vita! Guardare i propri difetti, invece di accorgersi che la longevità di alcuni gruppi è sinonimo di vita e non di morte! Come quelle donne che invecchiano e diventano ancora più belle, ma si lamentano degli anni che passano; perché non guardare intorno e sentirsi orgogliose rispetto a tutte quelle che sono sempre state dei cessi anche da giovani?
La musica metal è cambiata: da fenomeno di nicchia underground è stata sdoganata al grande pubblico ed ora cade nel mucchio dell'indifferenza. Lemmy è una icona che troneggia nei siti Facebook e Twitter di persone che non avranno mai ascoltato più di tre canzoni dei Motorhead, ma questo fa parte di un mondo cambiato dove il metal ha (a suo modo) vinto e perché non essere fieri di questo?
Ha senso chiedersi chi farà da headliner al Gods of Metal nel 2025? Ha senso chiedersi come avrebbe giocato Pelé nel Barcellona di oggi? Perché rammaricarsi che sono i soliti gruppi a fare i migliori dischi dell'anno? In Germania ad esempio vince quasi sempre il Bayern Monaco, ma nessuno pensa che il calcio tedesco sia morto...
Il fenomeno Metal avanza in modo diverso da come eravamo abituati ad usufruirne, i critici e le persone mi sembrano nostalgici di un modo di ascoltare e non tanto della musica in sé. Nell'arte figurativa abbiamo lo stesso dubbio: come considerare capolavori altre opere dopo quelle di Michelangelo e Raffaello? Picasso non sapeva disegnare o Pollock faceva solo degli schizzi?
Faccio ancora un esempio: quando ero piccolo andai a casa di un amico, il padre aveva una montagna di vinili e ci guardava con supponenza mentre ascoltavamo il black album dei Metallica. Dal suo punto di vista niente era valido come i Deep Purple o gli Uriah Heep. Non cadete nello stesso errore! Virtuoso è colui che guarda il mondo con occhi diversi; si cercano le novità, i gruppi emergenti, ma abbiamo noi orecchie "nuove" per emozionarci ancora ed incuriosirci?

Il genere Metal ha dato e darà ancora capolavori a chi lo saprà udire e, senza timori di smentite, ne ho la certezza! Come detto è un problema di prospettiva, di come rifletti te stesso nello specchio. In altre parole la vitalità non è data solo da quanti rami ci sono in un albero, ma dalla profondità delle sue radici nel terreno e il metal ha radici troppo profonde per morire.
Perciò non chiedetevi che cosa può fare il Metal per voi, ma cosa potete fare voi per il Metal!