3 gen 2016

LEMMY - A BRISCOLA CON DIO


La visione della vita di Lemmy innanzitutto non era una visione della vita, ma una pratica. Vivere era coprire degli spazi, che si trattasse di macinare accordi o chilometri su asfalto. Una moto che si mangia una linea di mezzeria su un'autostrada senza fine, nel senso che non ne vedrai la fine. Morirai prima tu della strada.

Per questo siamo fondamentalmente nati perdenti: non avremo mai ragione dello spazio e del tempo. Qui viene però il bello della vita e cioè il dilemma: andiamo piano e magari ci fermiamo perché tanto non è che si possa arrivare all'ultima cima, ad una meta ultima? Oppure ci mettiamo in sella ad una moto e intanto andiamo avanti, spinti dalla voglia di scoprire e di proseguire, con il gusto del movimento e non dell'arrivo a destinazione?

La filosofia dei Motorhead, e di certo motociclismo, è riconoscibilissima nella seconda impostazione mentale. Nella prima stanno le persone che si nascondono dietro il paravento di una religione, razionale o irrazionale che sia, che poi è la stessa cosa: chi non ha voglia di muoversi e di accelerare deve nobilitare questo suo stato mentale fingendosi ispirato da un Dio o a dal buon senso. La terza categoria erano, per Lemmy, i lawmen, cioè i cultori della legalità, che trovano rassicurante punire i trasgressori di leggi che hanno inventato a proprio uso e consumo, nella speranza di far tornare i conti dei loro valori intrisi di paura. Tra chi proclama che Dio ci ha detto di guidare con moderazione e chi fa rispettare non meglio definiti limiti di velocità, là in mezzo Lemmy passa divorando la strada.

La velocità nell'idea di questo motociclismo esistenziale non è la velocità come compiacimento tecnico, né come sublimazione. Mi spiego: la motocicletta, così come l'aereo e la locomotiva, anch'essi rappresentati nelle copertine dei Motorhead, non sono la quintessenza della velocità. La loro poesia sta nel fatto di correre, sì, ma in maniera evidentemente disinteressata al mito della velocità del suono o della luce, correre in contrapposizione allo star fermi. Peraltro, la motocicletta coniuga velocità e pesantezza, nell'immagine efficace del “cavallo di ferro”, che non è fatto per vincere le corse, anzi, è “nato per perdere”, ma per spostare la pesantezza della vita su due ruote, un obiettivo molto più concreto e spendibile giorno per giorno.

L'aspetto disturbante del motociclismo esistenziale è che si basa su un realismo di fondo: quello della brevità della vita, dello scetticismo nei confronti di qualsiasi ideologia che provi a ridurre il mondo e gli uomini a uno scopo e un codice di comportamento. Lemmy parla di autodeterminazione, non soltanto per la malafede che spesso ispira le religioni e le ideologie, ma per una concezione amorale della vita: per dare un cazzotto in faccia a qualcuno che ti fa un torto non hai bisogno di sapere se sei nel torto o nella ragione. Direbbe De André: “Se non del tutto giusto, quasi niente è sbagliato”.

La concezione della scelta come espressione di sé al di qua e al di là del bene e del male in Lemmy è ancor più anarchica, quasi antisociale. De André ad esempio afferma che un uomo libero non può fare a meno di dover ad un certo punto scegliere tra il rimpianto e il rimorso, senza una terza via. De André diceva di essere un uomo di rimorsi, proprio perché non aveva saputo mai dire di no a ciò che lo appassionava e quindi aveva necessariamente fatto soffrire qualcuno per infedeltà, assenza, egoismo. Lemmy invece riteneva giusto non avere rimpianti e non concepiva il rimorso se non in una chiave estremamente personale e quindi non comunicabile.

Dio, se esiste, è quell'essere assurdo che crede di fregarti tagliandoti la strada sul più bello e fermandoti per sempre: “La morte è quando Dio ti fa capire che devi darti una calmata”. Ma appunto per farti calmare ti deve cancellare. Avrebbe avuto ragione su Lemmy se lo avesse buttato giù da una torre, come i sovrani di Babilonia, oppure giù nel mare, come Icaro, ma Lemmy semplicemente viaggiava coi piedi (o meglio le ruote) per terra.
Uno dei versi più celebri dice che a storcere la bocca di fronte al godimento è solo chi pensa di poter vivere per sempre. Ed è talmente illuso di questo che “studia” da immortale cercando i modi più corretti, più sicuri e più intelligenti di vivere. “Sai che sono nato per perdere, e che l'azzardo è da folli, ma a me piace così, io non voglio vivere per sempre” ("Ace of Spades").

Dio ha messo la briscola a denari e ha sempre in mano l'asso pronto per l'ultima mano, ma Lemmy ha giocato il suo asso di picche per tutta la vita. Senza sprecarlo con lui.

A cura del Dottore