15 giu 2016

MAI DIRE REUNION - I DIECI CASI EMBLEMATICI - ANTEPRIMA




Perché parlare di reunion? Sostanzialmente per evitare a chi non ha seguito la storia di un gruppo famoso appendici discografiche inutili o fuorvianti.

Il nuovo corso artistico di un gruppo che si era sciolto non è quasi mai felice, e soprattutto non avviene quasi mai per una ritrovata intesa espressiva.

Le ragioni delle reunion possono essere:

puramente economiche, se c'è domanda da parte del pubblico perché magari in quel periodo c'è un rinnovato interesse per il genere;

di ripiego, per quei casi in cui le carriere soliste dei vari ex componenti non sono poi state così fortunate;

di ricomposizione, quando cioè è riammesso un membro che era stato escluso, e la cui esclusione aveva però segnato l'esaurimento della fortuna del gruppo;

nostalgiche, in cui il movente è sostanzialmente l'isterismo di vedere i membri originali di un gruppo insieme per chi non ha mai avuto il piacere di vederli, ma si è accostato alla loro musica già a rottura consumata.

L'effetto della reunion, quando avviene dopo un periodo di attività con formazioni diverse, è sempre duplice. Più si è entusiasti e trepidanti per il ritorno della formazione “originale”, più si afferma implicitamente che tutta la produzione intermedia è una palude o un corpo estraneo da dimenticare. E allora che senso ha avuto continuare a utilizzare un nome quando cambiano radicalmente i connotati di un gruppo ? Un senso commerciale sicuramente, a volte anche artistico, se l'anima creativa rimane in formazione. 

L'esempio più lampante sono i Black Sabbath. Sostanzialmente un gruppo che da un certo punto in poi si identifica con Iommi, anche se tutti in realtà continuano a identificarlo con la formazione originale, con Ozzy alla voce. Gli altri sono gente che ha cantato e suonato coi Sabbath. Perfino RJ Dio è ricordato per lo più come solista, alla fine anche Ozzy stesso, tanto il gruppo ha perso d'identità dagli anni 80 in poi.

Tutti i prodotti, seppur discreti o ottimi, che possano essere usciti dalla fucina di Iommi con marchio Black Sabbath, sono condannati ad una classificazione comparativa, cioè ad essere valutati in rapporto al modello che uno ha dei Sabbath originali. Più questo modello perde di definizione, e più questi prodotti rimangono nel limbo, invalutabili, senza futuro.

Eppure l'entusiasmo per le reunion è poco giustificato dalla storia. Sono molti di più i casi in cui l'evoluzione e l'esplosione di un gruppo deriva da un avvicendamento di un componente, più spesso il vocalist. Gli Anthrax, gli Iron Maiden, per citarne due. 

Le uniche reunion che possono avere un senso sono quelle che iniziano un secondo corso con gli stessi crismi del primo, interrotto per mancanza di riscontri economici. Anche in questo caso però la semplice ricostituzione fuori epoca corre il rischio di essere un'operazione nostalgica con poco addentellato all'attualità della scena. In tutto ciò c'è da contare che, nelle reunion a distanza di tot anni sono passati nel frattempo una serie di imitatori e derivati che ammazzano l'effetto novità e accentuano l'effetto “minestra riscaldata”.

Avanti quindi con questa disamina delle storie di alcune band con l'idea di riavvicinare, semmai, alla discografia che conta. 





A cura del Dottore