29 giu 2016

RECENSIONE: ANDRE MATOS "TIME TO BE FREE"


Quando la separazione diventa ferita e la ferita diventa crosta che non si rimargina, ecco la storia di Andre Matos dopo gli Angra. Difficile parlarne senza guardare al passato, anche se "Time To Be Free" è sicuramente il miglior prodotto di questa cupa stagione lontana dalla band madre.

C'è un peccato atavico nei fans degli Angra: cercare il successore di "Holy Land". Non solo perché la produzione del combo brasiliano è cambiata, ma anche perché la separazione con Matos sembra portare tutti in rimessa. 
Come quei partiti politici che si scindono per presunte divergenze inconciliabili, ma il risultato è solo quello di abbassare la percentuale dei votanti, disperdendo consenso e mandando un messaggio comunque simile al precedente. Così Andre e gli Angra si dividono, si spartiscono tutto: il nome, i musicisti, le idee, ma anche le vendite e il seguito dei fans.

Mettendo a confronto le discografie "postume" devo però dire che solo in questo caso Matos pesca, peraltro in modo abbastanza inaspettato, il jolly e supera il gruppo. 
Realizza un buon disco di power sinfonico con belle linee melodiche, ritornelli indovinati, ma è un mood ispirato in generale che mi fa apprezzare "Time To Be Free".

Questo album è l'unico che dovete comprare se avete marginalmente amato gli Angra, lasciate ai fans come noi il compito di ascoltare tutto e comporre retrospettive, ma per voi uditori normali è sufficiente ascoltare queste note. È un disco sincero con tanta melodia, ma anche voglia di non perdere l'anima speed

La disperata ricerca della formula vincente usata pochi anni prima sembra ossessionare Matos, tanto che negli Shaaman o nei dischi solisti cerca sempre di riproporre quel clima irripetibile. Emblematica in questo senso, anche se quasi tenera, la volontà di riprendere quel gusto etnico di "Holy Land" in "Remember Why". È quando invece si allontana dal passato e decide di comporre canzoni più speed o semiballad come la titletrack che fa centro; Andre a noi piace la tua voce e usala come vuoi! 
Tra l'altro anche se lo trovo leggermente più rauco, sa comunque movimentare le canzoni con i suoi acuti gorgheggianti in modo unico. Oltre a sembrare mentalmente libero, Matos azzecca quasi tutto e nonostante il suo caratteraccio o le sue bizze, quando ci regala emozioni così è sempre il nostro Andre!

Se non vedesse i fantasmi di quella Terra Santa uscita nel 1996, forse la sua vita sarebbe stata più semplice e la sua arte più libera. Avremmo tutti meno aspettative da lui, ma non per questo dischi piatti.
Il nervosismo, la spocchia da conservatorio, la ricerca di una prospettiva dove un futuro non c'è hanno remato contro alle caravelle di Matos che, per adesso solo in questo capitolo della storia, è riuscito a mettere le vele nel verso giusto per farci navigare liberi con lui.

Voto: 7/8
Canzone top: "Looking Back"
Momento top: le linee melodiche delle strofe di "Time To Be Free"
Canzone flop: "Endeavuor"
Anno: 2007
11 canzoni, 63 minuti
Etichetta: Icarus