21 giu 2016

SANTONI E MUSE DA ARCHIVIARE - LA CONTESSA NERA




Non vi preoccupate, non stiamo parlando di “C..c..c..c....Contessa” dei Decibel, capitatati da un terrificante Enrico Ruggeri con il ciuffo e gli occhiali glamour. Qualcosa di spaventoso, ma non così tanto. Nello stesso periodo in cui i Decibel avrebbero voluto impazzare, nel mondo metal prendeva forma ben altro mito grazie ai Venom: la Contessa Bathory.

Questo popolare personaggio ha un particolare alone di maledizione. No, non parlo del sadismo e delle efferatezze di cui si rese responsabile protetta dalla ricchezza e dal potere militare.

La vera maledizione è l'impressionante teoria di cover raccapriccianti di una canzone che, in verità, già di per sé ha il suo momento migliore nel riff di apertura. Dopo pochi secondi di illusioni epiche ci pensa Cronos, con la voce da tacchino idrofobo, a rendere il tutto più sgraziato che maestoso, e Abaddon lo accompagna con il suo virtuosismo batteristico da marcatempo di galere. Ma la vena interpretativa dei Venom era quella e va apprezzata proprio su questo piano.

Si tratta di una sorta di vampira, dedita alla stregoneria, che torturava e uccideva serve o giovani donne dei dintorni allo scopo di placare i suoi istinti sadici e anche di guadagnarsi l'eterna giovinezza. La leggenda vuole che ad un certo punto si fosse convinta che le abluzioni nel sangue delle vergini avessero un effetto rigenerante. O forse era un rito che significava solo, simbolicamente, come la crudeltà e la dissacrazione nella magia nera facciano punteggio nel chiedere favori materiali alla sorte, come appunto la preservazione della bellezza.

Quorthon sancisce il culto del personaggio e ci chiama addirittura il gruppo col nome di Bathory, e le dedica un brano di "Under the Sign of the Black Mark", cioè “Woman of Dark Desiders”, in stile Venom ma più corposo e morboso.

Arrivano infine di Cradle of Filth e le dedicano “Cruelty and the Beast”, con tanto di copertina a raffigurare il suo famoso bagno rigenerante nel sangue umano.

I Venom, a dir la verità, raccontano la storia a modo loro. La Contessa attirava sì le giovani del luogo con sontuosi banchetti, ma più che altro le assumeva come servitù o dame di compagnia, il che voleva dire per molte vitto sicuro e alloggio comodo, lontano dalle carestie, o prospettive di carriera nel mondo nobiliare. Il sangue con cui si lavava aveva una funzione rigenerante, ma ovviamente nel delirio o nell'ossessione della Bathory, che non compiva sistematicamente atrocità a questo fine, ma per sadismo.

I Tormentor (connazionali della Bathory e con Attila Csihar in formazione) nel 1989 pubblicano un brano black in pieno stile “quorthoniano” (e in futuro stile mayhemiano data la voce) intitolato alla Contessa, dal testo però pedestre e con alcuni punti non chiari: le fanciulle erano torturate a morte, “ma erano comunque soddisfatte” (mah).

I Countess sfornano un brano black con un'introduzione malinconica fuori registro e fuori tema, con un fastidioso piano sintetico in evidenza. Nel testo è sempre riportata la pratica del lavacro purificatore a base di sangue, venendo a mancare il quale la Contessa, imprigionata per i suoi delitti, muore (come per un rapido invecchiamento, più che di stenti). In realtà sopravvisse a lungo nella sua cella (ricavata nella sua stessa stanza murata, gli arresti domiciliari dell'epoca), dove riceveva il cibo attraverso una grata. Idem per i Darkwell con "Elisabetha" e i Ghost con "Elizabeth".

Più interessante il profilo fatto dai Kamelot, che la ritraggono come una donna ossessionata dalla sua vanità, gradualmente preda della follia. La Bathory è una specie di strega di Biancaneve, che interroga lo specchio sul segreto dell'eterna bellezza, e ne ricava quello che già aleggia nella sua testa, l'idea di compiere i peccati più efferati per trarne un vantaggio materiale ed esclusivo. Come tutti coloro che hanno venduto l'anima per “un frammento della verità”, in questo caso il segreto della giovinezza. Comprenderà la verità in una visione completa quando capirà di essere condannata a veder comunque disintegrarsi quel “frammento di verità” con il fatale invecchiamento e, forse, con la dannazione. Scaricata dal diavolo e condannata da Dio.

I Sunn O))) si piazzano alle 3 di notte a un passaggio a livello di Pisa S.Rossore e registrano dopo qualche minuto di attesa il passaggio del rapido Torino-Napoli, ultimo treno della notte, vendendoci poi il tutto come un geniale brano ispirato alla contessa Bathory.

Ben altre soddisfazioni ci danno i Forever Slave, soldati gotici che provano a raccontare una storia, forse un concept, con un brano esplicitamente intitolato alla Contessa, gli altri senza una chiara attinenza, in cui compare una certa Ophelia. I nostri hanno anche scritto un testo parallelo, dal titolo "Dust and Dreams", in cui parrebbero alludere alla storia della Contessa. In ogni caso, in entrambi ripetono una formula in latino da rabbrividire “nunc et in hora mortis nostrae ora pronovis sanguisque gratia plena”..testo che ha l'onore di esser preso per il culo su un forum dedicato alle traduzione di canzoni in latino, e non è da poco direi. Per chi volesse approfondire i Forever Slave e il loro latino, insistete con “The Circle of Tenebra”. Ragazzi, parlando sul serio, se volete proprio usare il latino, almeno chiedete consulenza a Di Donato.

Dulcis in fundo, i Cradle of Filth, che iniziano la serie dei titoli basati su giochi di parole “Cruelty and the Beast” / “Beauty and the Beast”...e questo non era neanche malvagio, peraltro, se si pensa a quelli dopo. Un intero disco sulla Bathory, ma si riuscirà a esprimere qualcosa di più? - perché a pensare che uno dei testi migliori rimane quello dei Venom vengono i brividi.

E invece, una piacevole sorpresa. Il graforroico Dani Filth stende un bel racconto, incurante del fatto che poi per far entrare tutto il testo nel pezzo debba starnazzarlo alla velocità di un telecronista. Un racconto barocco, di immagini che si aprono e si chiudono svelando pezzo per pezzo una storia originale, esaltata nella sua componente sessuale. Come non rimanere incantati dall'immagine della contessa che sta nella torre

con le finestre spalancate contro il cielo mestruale


Qualche aggiunta curiosa alla solita storia trita e ritrita. La Bathory sarebbe stata sostituita al neonato deforme partorito da una nobildonna, e la madre naturale rapita e data in pasto ai lupi, mentre il Signore del Castello, per festeggiare la paternità, dava un'orgia. La contessina, molestata da un prete, si lascia sedurre dalle promesse della magia nera, e inizia così il suo percorso verso l'ossessione per il dominio sulla morte. L'eterna bellezza, poi semplicemente il possesso della vita altrui, mentre i segni della decadenza fisica e morale la rendono sempre più smaniosa e fuori controllo. La morte la ripagherà beffarda, preannunciandosi in forma di strega che getta una maledizione a cascata sulle fortune dei Bathory, e quindi sull'impunità della Contessa.
Suggestiva la scena del dialogo con lo specchio, che ribadisce anche una rilettura bathoriana della favola di Biancaneve, con la matrigna identificabile nella Contessa.
Complessivamente, una storia di sangue: l'esplosione della sessualità distorta con il sangue mestruale, a 13 anni, fino all'impazzimento definitivo con lo sfuggire del sangue stesso nella menopausa, preludio alla rovina delle sorti.

A questo punto voglio però togliermi un sassolino. Non ho mai capito perché, con tanti brani, dischi, nomi di gruppi addirittura dedicati a questa stronza, nessuno abbia invece degnato di considerazione quello che fu il suo collaboratore più stretto, complice morale e materiale di molti suoi crimini, il servitore nano Ficzò. Una specie di Gobbo di Notre Dame ma cattivo, secondo me un personaggio spendibilissimo, ripugnante, con la possibilità di costruirgli dietro chissà quali risvolti. Che fosse lui il vero figlio della madre putativa della Bathory, il nato deforme che fu occultato, ma nessuno ebbe il coraggio di uccidere ?

Anche perché la caratura morale e mentale della Bathory è veramente bassa, per quanto possa innalzarla poeticamente Dani Filth. Una folle che parlava con lo specchio, parlava coi lupi come iniziò a fare anche San Francesco dopo aver preso una botta in testa in guerra, e credeva di poter vivere in eterno con unguenti e pozioni. Se fosse vissuta oggi, adesso sarebbe in tribunale a deporre contro Wanna Marchi, lamentandosi di aver comprato dal Mago do Nascimento inutili filtri d'amore o numeri del lotto. In più, dalle raffigurazioni ufficiali (non le modelle dei Cradle of Filth), parrebbe anche un mezzo cesso.

Quindi ragazzi, scegliamo meglio i nostri miti e avanti con canzoni dedicate a Ficzò.

A cura del Dottore