9 nov 2016

IL POTERE TERAPEUTICO DELLA MUSICA: IL SILENZIO E' MORTE


Oggi sono un idiota. Esco di casa e pesto subito una merda nel pianerottolo, al supermercato mi scivola la bottiglia dell'olio in terra e faccio un mezzo sorriso imbarazzato alla cassiera. Risalgo in moto e bestemmiando rischio un frontale in salita per tornare a casa, ma come se non bastasse ho la nevrosi di comprarmi un nuovo disco. 

È vero che tutti dobbiamo provare sentimenti per interposta persona, traslando alcune nostre esigenze in un altro o in una opera che ci aiuti a vivere meglio i momenti. Dove sarebbero i fans dei Black Sabbath senza le paturnie di Ozzy? O gli appassionati dei My Dying Bride senza il lamento di Aaron? O i Manowar senza la superbia di De Maio?

Così in modo impulsivo e compulsivo scorro il carrello di Amazon, cerco fiere del disco e faccio la dieta per comprarmi qualcosa di nuovo che mi aiuti a subliminare le difficoltà o a vivere meglio la realtà in cui mi trovo. 
Non prendetemi come un disadattato, ma sono solo uno che riconosce che il silenzio è morte e la musica è vita!

Forse vi chiederete come faccio a collegare la vita alle casse dello stereo in modo così diretto? Magari pensate che sia un gioco per promuovere questo blog? In realtà la musica mi salva la vita, perché prende parti tumorali di me e le pulisce per rifarmele come nuove. Esalta la sezione più allegra del mio animo, ma soprattutto mi accompagna per farmi sentire meno solo.
È per questo che ci sono crisi frenetiche alla ricerca di nuovi ascolti o per approfondire dischi già noti, perché non vi sembra normale?

Quando mi sveglio in una casa o in un albergo nel silenzio mi si blocca lo stomaco, mi volto per cercare uno stereo che non c'è e allora è sufficiente Spotify o YouTube per mettere le prime note e sbloccare la mia giornata. Peraltro ho notato che i rumori (posate che sbattono sui piatti, spazzolini o altro) mi disturbano in modo incredibile, come se ostacolassero l'ascolto di proposito.

Baudelaire diceva che l'arte è la domenica della vita, allora per me la musica rappresenta tutti gli altri giorni perché mi aiuta nel quotidiano e lotta accanto a me per cercare di essere una persona migliore.
Se non cantassi dentro me le canzoni non sarei la stessa persona, se non avessi un immaginario legato ai testi dei dischi o alla discografia dei gruppi, sarei un uomo più vuoto e profondamente diverso da ciò che sono.

Quante ragazze si sono innervosite perché mi addormentavo ascoltando la musica? Quante volte i miei genitori mi hanno chiesto di abbassare la musica? Quante volte i compagni si sono stupiti di come potessi studiare con la doppia cassa martellante? Quante volte sono entrato in casa dopo un lungo viaggio e non mi sono neanche cambiato per accendere lo stereo?

Quanti post dovrò ancora scrivere per esplicare il potere terapeutico che ha la musica su di me