7 giu 2017

BESTIARIO METALLICO: IL CORVO



Il bestiario metallico si doveva aprire con l'aquila. Poi mi sono accorto che, guardando più da vicino, non era un'aquila ma un corvo. Un corvo crocifisso, in una copertina affollata di simboli e colori. Si tratta di “Clouds” (1992) dei Tiamat, il disco spartiacque tra la prima fase death-doom e quella del successivo alleggerimento.

Allora, se di corvo si tratta, un passo indietro al disco precedente, "The Astral Sleep", dove i Tiamat non lo mettono in copertina, ma ne parlano. Nel brano "I am the king (of dreams)" (Io sono il re dei sogni), si racconta il percorso di crescita spirituale di un uomo che intraprende un cammino fino a trovarsi ad un bivio, dove riceve due inviti. Da una parte i corvi che vorrebbero farlo unire al loro volo, dall'altra un voce che annuncia una terra promessa. L'uomo sfancula tutti e due e decide per conto suo: per essere più precisi, egli seguirà i corvi, ma non unendosi al loro volo, ma a piedi. Le strade sono due, tolta quella che porta alla terra promessa, rimane la direzione dei corvi, ma via terra.
Rifiutando il passaggio dei corvi, diverrà egli stesso uno di loro, ma seguendo una sua personale risoluzione. D'altra parte, messi di fronte a due inviti, uno luccicante (la voce che promette una terra d'oro), ed uno oscuro (il nero corvino), il primo può sembrare ingannevole, ma il secondo rimane inquietante. Solo alla fine la rivelazione vedrà il nostro divenire il re dei propri sogni proprio arrivando a piedi alla terra dei corvi, che fanno da cometa nera.

E come si chiama questa terra? Blashyrkh, nelle visioni dei primi Immortal. Blashyrk è un luogo dell'anima, identificabile sia con una città mitica, sia come un colore umorale, un nero vivo e maestoso (il nero del corvo imperiale, mighty ravendark). Ma Blaskyrkh è anche il corvo stesso, un animale-dimora, un animale-dimensione, che apre le sue ali e accoglie, e crea lo spazio sotto sua apertura alare.

Una città dall'urbanistica impossibile, che poggia sul vuoto di uno strapiombo e ha una porta che è lontana dal suo centro. Ammoniscono infatti gli Immortal:

Lontano, ben oltre i cancelli del corvo
Attendono le ali spiegate di Blashyrkh
Al di sopra delle ruggenti profondità
Risiede il giuramento del gelo
Sul più antico trono del corvo

Blashyrskh “sorge”, come fosse un monumento volante, statuario eppure mobile, sopra profondità ruggenti. Spiritualmente è definibile come “il giuramento del gelo”, al suo centro il “trono” del corvo. L'uomo che compirà il giuramento del gelo potrà sedere sul trono del corvo, sospeso su profondità ma innalzato sopra di esse, per attrazione della volta nera di Blashyrkh. Questo però a prezzo di un percorso lungo e non semplice, cioè la distanza tra il cancello del corvo (che a molti è concesso varcare) e le ali spiegate di Blashyrkh, a cui invece non arriveranno tutti.
Come in un buco nero, che tutto trattiene e nulla fa percepire da fuori di sé, se non indirettamente, “il lamento dei corvi si cela nel regno”. Una condanna, quella di chi cerca la verità, di non poterla comunicare all'esterno. Chi si avvicina non la può sospettare, chi ci arriva non la può far sentire al mondo esterno.

Comunque sia, Blashyrkh esiste, e già i Tiamat l'avevano intravista. Altro che fantasie di Demonaz. Non solo, ma se la copertina riflette il contenuto del disco, in "Clouds" è contenuta anche la chiave del simbolismo del corvo. "Clouds" è un disco dai testi visionari, che toccano il tema della felicità impossibile, e descrivono un mondo decadente e fasullo che non sa più conoscere e coltivare la bellezza. Nel brano “The scapegoat”, Il capro espiatorio, un manifesto di sfumato satanismo, in sostanza si dice: “se perseguiterete i sogni come fossero il male, allora per provocazione i sognatori si vestiranno da malvagi”.
Ma perché perseguitare i sogni? Perché serve un capro espiatorio per difendersi dalla frustrazione di una realtà frustrante. La condanna dei sogni è un rituale con cui il mondo debole si difende dalla forza del sogno. Hanno bisogno di un capro, anzi di un corvo, espiatorio. Un animale nero da crocifiggere, di cui inventarsi una malvagità inesistente, per celare l'irraggiungibilità del sogno.

Ed ecco il nostro corvo, un Cristo nero e teriomorfo che indicava la verità ed è stato sacrificato per continuare a credere nella più facile menzogna di un Cristo bianco e umano.

A cura del Dottore