31 mar 2018

RITRATTI D'AUTORE: JORN LANDE



Arrivano quest’anno, tra due mesi esatti, i 50 per una delle più apprezzate figure del mondo power metallaro; ci ho messo un po’ ad inquadrarlo ma adesso mi sento di poterlo chiamare a fine maggio, ascoltarlo ruggire un pronto e augurare buon compleanno a questo vecchio leone norvegese.

Più invecchio e più affino il mio concetto di stima. Inizialmente riflettevo sull’unicità dell’opera d’arte, sulla sua perfezione e quindi lavoravo per esclusione, cioè apprezzando maggiormente persone e artisti che avessero compiuto l’opera d’arte definitiva: Musil con “L’Uomo senza qualità” o, contestualizzando, i Cynic con “Focus”.

Successivamente ho iniziato a seguire e stimare maggiormente persone che avessero avuto intuizioni geniali sulle quali campare nella vita, come ad esempio Steve Jobs.

Oggi il mio concetto di stima si è ribaltato e lavora per addizione, includendo coloro che hanno fatto tanto, magari sbagliando, ma hanno preferito fare che guardare. Per questo ho iniziato a seguire e a stimare maggiormente la figura di Jorn Lande.

Progetti solista, i Masterplan, in coppia con Russell Allen, partecipazioni in Avantasia ed Ayreon, insomma chi più ne ha più ne metta. Arginarlo, per chi non lo conosce, è difficile ma il suo tono di voce che incrocia Dio e Coverdale ha portato emozioni nel mondo metallaro.

Io l’ho seguito e per troppo tempo ho pensato che non avesse mai trovato la quadratura, cioè la sua continua migrazione tra diversi progetti mi appariva come una dispersione di talento. In parte vedo ancora una disgregazione della sua voce, perché nessuno assocerà mai le sue timbriche ad un momento cardine della storia del power metal sinfonico, come invece avviene per la voce di Kiske agli Helloween.

Non tutti però hanno lo stesso cammino, nella vita come nel lavoro. Ci sono persone che sono migliori amiche alle scuole medie, salvo poi diventare soggetti insopportabili. Ci sono lavori che odiamo fare da giovani e che iniziamo ad apprezzare con l’età che avanza; ci sono momenti e percorsi diversi nella nostra vita per arrivare a determinati traguardi.

Jorn è arrivato per vie traverse ad un successo (forse parziale), ma che ho imparato a discernere meglio in questo periodo. Proprio ora che tocca i 50 anni Jorn Lande può guardarsi indietro e apprezzare la sua discografia, sorridendo e tossendo su qualche episodio minore, ma sempre mettendo il cuore al centro. In questo rilevo la maggior qualità del leone norvegese: la passione emotiva che mette nella sua voce, senza cedere mai il passo al mestiere.

In questa era del precariato Jorn rappresenta il lavoratore che non ha mai un contratto a tempo indeterminato, ma che non sta fermo un attimo. Come quel supplente che ogni anno cambia scuola, ma conosce il meccanismo della pedagogia didattica e lascia un ottimo ricordo agli studenti prima di sparire verso altri istituti. Così Jorn registra passaggi chiave negli album di Avantasia o Lucassen, salvo poi tornare nell’ombra e rispuntare con un nuovo progetto.

Se non lo conoscete e volete avvicinarvi prendere il debutto dei Masterplan o il disco dedicato a Dracula, già recensito in questo blog; se lo conoscete bene sviscerate ogni angolo della foresta in cui si è mosso il leone norvegese e vi troverete un cinquantenne con il cuore pulsante.