4 mag 2018

QUANDO ASCOLTO I CANNIBAL CORPSE I CANI ABBAIANO...




Crescere ascoltando musica estrema fin da bambino non è semplice, anche perché i genitori cercano di soffocare questa passione rumorosa; e anche quando il loro giudizio si ferma ad una certa indifferenza, esisteranno sempre dei gruppi che saranno capaci di indignare le orecchie dei parenti.
Ho ricordi confusi delle prime esperienze nel mondo musicale estremo; si cresce a strappi e a fasi alterne, passando da “Master of Puppets” ai Manowar o ai Deicide.

Ci sono però alcuni gruppi che i miei genitori non potevano proprio sopportare, uno di questi erano i Cannibal Corpse. Ogni volta che mettevo sul lettore un album dei Cannibal Corpse si generava indignazione, ma senza un motivo preciso. A volte, mettendo Burzum o altro Black metal di stampo satanico, ci si limitava a commenti ironici: “Che fa questo vomita, eh?” o battute nella norma, fin quando non arrivavano Webster & soci. Qui saliva il nervosismo, venivo richiamato all’ordine e si guardava con sospetto la mia crescita. Frasi intimidatorie: “Guarda che diventi sordo!”, fino a quesiti esistenziali: “Ma alla tua età non hai di meglio da fare che ascoltare ‘sto schifo?!”.

Ricordo un giorno d’estate in particolare: torrida fine di luglio, ero già saturo di mare con miriadi di bagni, tuffi e partitelle in spiaggia, tanto che un pomeriggio non avevo voglia di andarci. Avevo deciso di ascoltare “The Bleeding” con la testa sotto il cuscino, ma senza un motivo particolare. Forse il sole era troppo forte, forse mi sentivo più alternativo o volevo solo dormire. Sdraiato sul letto sinceramente ascolto con poca attenzione il disco, fin quando irrompe mio padre urlando: “Ma cosa ascolti! Basta questa roba fa abbaiare i cani!”. Non dimenticai quella frase, anche perché in essa c’era tutto il timore di avere in casa un figlio deviato.

Non ho mai avuto un rapporto idilliaco con i miei genitori, ma questa cosa dei cani non l’ho mai capita e se la chiedo purtroppo non ne hanno una memoria specifica, quindi non ne saprò mai l’origine.

Qualche tempo fa leggevo un articolo in cui si sottolineava l’importanza della madre per la formazione del carattere di un bambino: è così determinante questa figura che nei primi tre anni, se la donna ha uno sguardo freddo verso il bambino per qualsiasi ragione (problemi personali, dubbi o difficoltà generiche), il piccolo crescerà più refrattario ai sentimenti.
Questo andrebbe a rispondere ad uno dei quesiti classici: se un neonato invece di dormire avvolto nelle coperte con i cuori o gli orsetti, avesse dei teschi e giocasse con peluche di mostri schifosi, crescerebbe complessato? Non ricordo niente dei miei primi tre anni, ma se avessi indossato il pigiamino dei Deicide sarebbe cambiata la mia crescita?

Prima di leggere il suddetto articolo avrei pensato il contrario, invece a quanto pare nei primi tre anni si resta marchiati in modo definitivo dal contesto.
Così, se avessi avuto dei genitori che non si fossero lamentati dei Cannibal Corpse, forse oggi sarei diventato un serial killer? O forse semplicemente non riesco a dimenticare che quando li ascolto abbaiano i cani?

Ho provato questa sera (è poco tempo infatti che ho preso un cane) ed ho messo “Vile”:  mi ha guardato ringhiando...