1 gen 2019

CAPODANNO METALLICO: LA PLAYLIST DI METAL MIRROR! (Parte II)


Proseguiamo il racconto del Capodanno di un vero metalhead e della playlist da ascoltare il primo giorno dell'anno!

Ci siamo appena risvegliati dopo essere collassati intorno alle 5 di mattina e....


Ore 11:00

Ok, 6 ore di sonno non sono malaccio ma sinceramente avremmo dormito fino al pomeriggio; ma in casa si sta preparando il tradizionale pranzo di capodanno e il rumore dello spiattellare ai fornelli ci strappa ai nostri sogni…

Come zombie andiamo al cesso e proviamo a darci una bella svegliata con acqua gelata sul viso. Un po’ di nausea e giramento di testa non ci mette di buon umore…perdiamo un’ora buona in una sorta di dimensione parallela senza la capacità di fare qualcosa di costruttivo…

Sono quasi le 12 e, accendendo la tv e stropicciandoci gli occhi ancora con qualche residuo di caccole notturne, vediamo che sulla Rai stanno trasmettendo il consueto Concerto di Capodanno dal regale Musikverein di Vienna (che quest’anno compie la bellezza di 80 anni)…non che non si apprezzino le composizioni degli Strauss (e sappiamo già che godremmo non poco con la conclusiva “Marcia di Radetzky”) ma prima di arrivare al gran finale c’è troppo valzer che ci annoia. 

Ma ascoltare la Philharmoniker austriaca ci fa venire voglia, per svegliarci, di un qualcosa di metallicamente affine. Beh…ci sono i Therion, of course. Possiamo sbizzarrirci tra gli album della loro discografia ma, senza essere banali andando sui grandi classici “Theli” e “Vovin”, vi dirottiamo su “Crowning of Atlantis”, album non troppo impegnativo tra remix di brani passati, delle songs dal vivo e delle ottime cover, tra cui spicca la splendida “Seawinds” degli Accept, che sotto le sapienti mani di Christofer Johnsson riluce di nuova vita (malinconica, ovviamente).

A questo punto è ora di pranzo, voi siete ancora nauseati dal cenone del 31 sera e dai postumi ingolfanti del periodo natalizio…in realtà non si vede l’ora che il convivio finisca per poi rigettarsi sul divano in preda al torpore…se proprio non si vuol dormire, intorno alle 14 consigliamo un album rilassante, magari caratterizzato da un dilatato uso di synth e prevalentemente strumentale…chi scegliere? Noi opteremmo per i teutonici Empyrium di “Songs of moor and misty fields”, in cui la band del troppo poco apprezzato Ulf Schwadorf ha saputo coniugare sapientemente raffinato doom metal, folk e qualche spruzzata di black di matrice mittleuropea…un album sognante, l’ideale per la digestione di un metallaro appesantito.


Sono le 15, le persone si stanno preparando per incontrarsi in centro per una cioccolata calda o per andare al cinema. Noi decliniamo e, rifocillati dal riposino e da una spruzzata di hard rock di classe fornitaci da "III sides to every story" degli Extreme, intorno alle 16 siamo pronti per guardare un film thriller o horror. In sottofondo lasciamo scorrere le note a tema di Alice Cooper e del suo “Welcome to my Nightmare”, teatrale capolavoro che in certi momenti è davvero capace di farci scendere parecchi brividi lungo la schiena…insomma un’ideale colonna sonora che ci porta dritti dritti alle 17, l’ora del thè! Sarebbe facile a questo punto affidarci a “Them” di King Diamond, ma abbiamo bisogno di qualcosa di più easy listening. La scelta ricade sul compianto Steve Lee e i suoi Gotthard. “G”, datato 1995, è il disco della consacrazione, formato da autentiche gemme su cui spiccano “Mighty Queen” e “One life, one soul”. Facile sognare le highway statunintesi con loro, anche sdraiati sul divano di casa…


Ore 18:00

Dopo film e merenda abbiamo voglia di prendere una boccata d’aria e svegliarci un po’ definitivamente. Siamo su di giri, comincia il nuovo anno e non mancano i buoni propositi. Indossiamo le cuffie, carichiamo il lettore mp3 dello smartphone e via, fuori di casa. Facciamo subito partire un metal anthemico da canticchiare in mezzo alla gente nelle vie del centro. Con un pizzico di campanilismo la scelta ricade su “Legendary Tales” dei Rhapsody, anno 1997; e periodo in cui il trittico Lione-Staropoli-Turilli sapeva confezionare ottime cose. E se qualcuno vi guarda storto mentre canticchiate il chorus di “Land of Immortals” sbattetevene…

Ore 19:00

Non abbiamo voglia di tornare a casa…non ci sono orari a Capodanno e stare in mezzo alla gente ci fa bene. Gironzoliamo per le strade facendoci coerentemente accompagnare dall’immortale “Streets” dei Savatage. Del resto i fratelli Oliva vanno bene in qualsiasi circostanza e l’epica saga di DT Jesus ci emoziona sempre. Che bellezza!

Ore 20:00

Troppa finezza forse coi Savatage… sentiamo la necessità di qualcosa di più duro, cazzuto, privo di compromessi sonori. Avremmo potuto affidarci a qualche ignorante band svedese dei primi anni novanta ma decidiamo di riesumare, per  distruggerci le meningi, “None so vile” dei Cryptopsy. Perché? Non c’è un perché, tanto dura solo mezz’ora e poi quanto ci piace la voce di Lord Worm!. Bastano i suoi 32 minuti per farci ricordare che il death metal, a piccole dosi e in determinati contesti, fa sempre bene…

Ore 21:00

Siamo fuori da tre ore e il freddo di gennaio comincia a persuaderci che magari si può tornare anche in un ambiente caldo. Torniamo a casa e cominciano a risalire i postumi della bisboccia della sera prima…ci mangiamo un brodino caldo e, sdraiati a letto, inseriamo nel lettore CD qualcosa che ci possa conciliare il sonno e farci finire in bellezza la giornata. Magari con cantato femminile. Flowing Tears? Naah, troppo banali (e Stephanie Duchene non ci ha mai emozionati granchè); i Tristania di “Beyond the veil”? No, troppo pomposi…si si Anne Nurmi! Non impazziamo per i Lacrimosa, tutt’altro, ma “Stille” rimane un gran bel disco, con momenti sognanti e altri più dinamici.

E, con le note della conclusiva, maestosa “Die Strasse der Zeit”, ci addormentiamo placidi e sereni…consapevoli che anche in questo 2019 il Metal ci accompagnerà, fedele, tutto l’anno. 

Ogni santo giorno.


Così come Metal Mirror…(sperabilmente…)

A cura di Morningrise