27 ago 2021

UN DIALOGO INTIMO: RETROSPETTIVA SUI LEPROUS (O SU EINAR SOLBERG)

 


A Notodden, nei boschi della Norvegia del sud, nascono i Leprous, nella località con la chiesa in legno più grande della Norvegia (Varg, ti è sfuggita questa?!? NdA) prendono forma le idee del cantante, tastierista e fondatore della band: Einar Solberg.

Insieme al talento di Einar si affianca da subito il chitarrista Tor Oddmund Suhrke e nel maggio 2009 esce il loro debutto: "Tall Poppy Syndrome" e subito resto ammaliato dalle capacità del gruppo.

A dir la verità sono tornato indietro su questo album dopo aver conosciuto il gruppo con il successivo "Bilateral", uscito nel 2011 e da inserire nella classifica dei migliori album progressive dell'ultimo decennio.

Nel debutto le canzoni sono comunque già progressive nella migliore ottica del termine, fondono cioè gli Opeth ai King Crimson pur lasciando una schizofrenia di fondo data dalla stralunata voce di Solberg. Il ruolo centrale del deus ex machina del gruppo è la chiave del loro apprezzamento, la voce di Einar è debordante, ridondante, impressionante per capacità; e talvolta esagerata. Senza di lui i Leprous sarebbero uno buon gruppo progressive, ma senza quel quid che li pone al di sopra della media, per chi scrive, sulla maggioranza della platea del genere (anche se oggi non saprei in che genere collocarli).

Nel debutto invece si ravvedono tutte le caratteristiche che saranno il punto centrale della prima parte della carriera dei norvegesi: Einar fa il bello e il cattivo tempo e, sebbene le influenze di Akerfeldt si sentano insieme ai growl che intervallano i gorgheggi di Solberg, "Tall Poppy Syndrome" è un debutto che attira subito le attenzioni del mondo metal.

Tra coloro che notano i ragazzi di Notodden c'è un altro animo oscuro e avanguardista originario dello stesso paese: Vegard Sverre Tveitan ovvero il leader degli Emperor, Ihsahn.

Sarà proprio il musicista norvegese a produrre il successivo capolavoro, "Bilateral", e a partecipare alla canzone "Thorn". Il disco è una gemma del genere progressive, sempre a metà tra la lunatica voce di Einar e le fughe tecniche teatrali; la carne al fuoco è parecchia e le tracce hanno influenze che vanno dai Solefald agli Opeth, ma tutto con la sensazione di aver ascoltato qualcosa che ha spinto la frontiera del progressive metal avanti di un passo (e forse anche due).

Nel 2013 uscirà "Coal" e le persone generalmente si incazzano con i Leprous, ma non ne vedo i motivi. O meglio non sono sordo e comprendo il perché di una generale delusione della critica, però il disco non è brutto e il talento a volte va anche supportato (o sopportato). "Coal" è un disco al quale il pubblico non era pronto perché non aveva compreso che i Leprous erano un gruppo più intimo, è un album che innervosisce coloro che vedevano un futuro luminoso per i Leprous nel canonico mondo progressive, ma avevano sottovalutato il lato introspettivo di Einar, avevano sottovalutato le capacità del cantante, avevano sottovalutato il lato lunatico di Solberg. In questa seconda opera si uniscono echi caotici che ricordano Devin Townsend insieme a momenti così malinconici da lasciar intravedere quello che la band sarebbe diventata.

Forse nel 2013 la delusione dei progster di non avere in mano la gallina dalle uova d'oro fu più forte della comprensione del talento impressionante di Einar e così l'album non viene apprezzato.

Ihsahn partecipa ancora nell'ultima traccia "Contaminate me" ma in realtà Vegard è già un pesce fuor d'acqua per i Leprous e infatti si concluderà qui la collaborazione con lui.

I Leprous partono così per la tangente nel 2014, Einar annuncia il successore di "Coal" come un album di 30 abbozzi su cui discutere, confrontarsi e combinarli infine in un disco. Il bassista Martin Skrebergene decide di lasciare la band motivando la cosa per "questioni differenti", ma Einar dichiara che il prossimo album va composto e assemblato con sangue, sudore e lacrime. Insomma i ragazzi si sono montati la testa e il simbolismo intimo diventa sempre più malinconico ed epico, forse troppo...un punto di contatto sono adesso i Fates Warning di "A pleasant shade of gray" ma con un melting pot non sempre omogeneo di suoni. "The Congregation" è il quarto album dei Leprous ed è interessante, ma contiene l'antipatia e la distorsione eccessiva di una parte del progressive.

Il 25 agosto 2017 esce il quinto album "Malina" sempre per la Inside Out Music che crede giustamente in loro, forse trasmettendo anche quella spocchia tipica degli ambienti musicali elitari nei quali i Leprous iniziano a sapersi muovere. Così dal gruppo di ragazzi che camminava nei boschi pensando alle loro esistenze bipolari, troviamo un gruppo sempre più centrato su Einar e sul suo lunatico talento. "Malina" è il primo disco senza il chitarrista Øystein Landsverk, ma non è tanto questo il punto quanto il fatto che pian piano si perdano pezzi per strada, centrando tutto intorno alla figura di Solberg. Come quando la tua ombra sembra enorme a seconda se avvicini o allontani la lampada che ti illumina, così Solberg guarda il suo riflesso enorme nel muro e pensa di poter rappresentare da solo tutti i Leprous, o quasi.

Landsverk viene infatti sostituito da un turnista del gruppo e la centralità del progetto è tutta su Einar, anche se "Malina" è un altro bel disco dei nostri. Più essenziale, spogliato degli orpelli che avevano caratterizzato i dischi precedenti, Solberg è un uomo (quasi) solo al comando e la sua voce è lasciata più libera di esprimersi nella purezza. Ci sono ancora momenti sonori schizofrenici, ma la calma di sintetizzatori e archi si mescola al tono inconfondibile della voce di Einar.

Un fatto che mi ha fatto riflettere è la cover di "Angel" dei Massive Attack e la sistematica riproduzione dal vivo di una canzone simbolo del trip hop: ormai i lidi progressive stanno lasciando spazio a qualcosa di diverso.

Le strutture pop, la musica elettronica, l'eleganza e i toni più cadenzati esplodono definitivamente in "Pitfalls", del 2019. Un disco per certi versi non accostabile al mondo metallaro, gli echi progressive sono lontani ed è un disco rock con un cantante straordinario, virtuoso e sempre più solo al comando della sua creatura.

I Leprous sono diventati Einar Solberg o forse lo sono sempre stati, ma questa volta le intuizioni strepitose di "Bilateral", gli echi caotici di "The Congregation" o le contaminazioni di "Malina" lasciano spazio ad un gruppo di rock elettronico e il percorso di questa farfalla nera che vola tra i boschi norvegesi sembra farsi sempre più leggiadro ed impalpabile.

Una meravigliosa farfalla che seguirò fino a quando non evaporerà...

Discografia completa dei Leprous:

- "Tall Poppy Syndrome": 7,5

- "Bilateral": 8

- "Coal": 7,5

- "The Congregation": 7+

- "Malina": 7,5

- "Pitfalls": 7,5