14 apr 2015

C'È POSTA PER TE, JON!


LETTERA MAI SPEDITA A JON OLIVA 



Caro Jon, 

Oggi ho deciso di scriverti questa lettera perché ho pianto per colpa tua, sì perché sei un fottuto americano grasso che sa commuovere con le sue interpretazioni musicali.  

Migliaia di Km e Kg ci separano, ma da anni ascolto le tue canzoni siano esse nei Savatage o Trans-Siberian Orchestra o Jon Oliva's Pain e mi sento così vicino al tuo sentire da avere gli occhi lucidi.

Fin da adolescente confesso di aver strumentalizzato le tue parole, soprattutto in "Believe" per conquistare romanticamente più ragazze possibili, ma crescendo mi sono innamorato io della tua musica. Ogni giorno non riuscivo a staccarmi dalle tue composizioni, ma anche quando hai deciso di far cantare Zachary Stevens io sentivo il tuo respiro da cinghiale dietro il microfono posizionato sulla tastiera e, quando ho visto dal vivo i Savatage, ho capito la tua passione e la tua gola infiammata.

Forse la tua ispirazione era diventare come Freddie Mercury, ma madre natura ti ha donato una voce commovente da camionista e un talento enorme (in tutti i sensi) ma diverso dal tuo idolo e poi tu sei uno da sobborghi newyorkesi, tu sei uno che ride con un suono asmatico prima di sfociare in una tosse tremenda, tu sei uno che sputa sangue a fine concerto, anzi alla fine della prima strofa ormai...

Crescendo, ormai da uomo adulto e metallaro consapevole, io ho cercato di capire che cosa stessi componendo nei tuoi dischi solisti più recenti e via via ho ascoltato  "Maniacal Renderings", "Global Warning", "Festival" ecc, chi ho trovato?

Ho trovato lo stesso zio Jon che avevo abbandonato qualche anno prima in "Poets and Madmen", ho trovato un geniale compositore e arrangiatore che ricicla pezzi o riff datati dando loro una nuova vita, ho trovato un musicista rauco con un marchio inconfondibile e sempre vitale. 
Ho riconosciuto in te Jon, insieme ad Araya,  i miei due zii d'America. Non ci sono più Criss, Matt Laporte o Jeff Hanneman, magari con Paul O'neill non vi parlate nemmeno però ci sono tutte le mie emozioni.

Ci sono tutte le ragazze baciate sulle note di "Gutter Ballet", ci sono le miriadi di voci che cantano all'unisono in "Dead Winter Dead", ci sono le nuove tracce che ricompongono i vecchi nastri di Criss, ci sono le emozioni nei capelli che si imbiancano, ci sono le pietanze che te magni da solo a rischio infarto e ci sono queste parole che non ti spedirò mai zio Jon, ma quando saremo tutti morti come Criss allora insieme felici canteremo: 

"I am the way
I am the light
I am the dark inside the night

I hear your hopes
I feel your dreams
And in the dark
I hear your screams

Don't turn away
Just take my hand
And when you make your final stand


I'll be right there
I'll never leave

All I ask of you

Believe"