23 apr 2015

RECENSIONE ROYAL HUNT "MOVING TARGET"


In principio fu "Moving Target"... 
Prima esistevano già i Royal Hunt, ma per me non sono da considerare prima di questo disco, prima dell'arrivo di DC Cooper. Avete presente il pulviscolo atmosferico prima del Big Bang? Ecco erano solo polvere prima di questo disco... 

Guardiamoci intorno, ma chi c'era nel 1995 a questi livelli? Solo i grandissimi del genere power sinfonico e prog come Dream Theater, Helloween, Blind Guardian o Gamma Ray potevano già annoverare capolavori venti anni fa. Possono dunque i danesi sedersi al tavolo dei Mostri Sacri senza essere derisi? Se il mondo fosse finito al successivo "Paradox" probabilmente sì, ma i Royal Hunt hanno una discografia disomogenea che vive almeno tre ere di qualità ben distinta. 
Dove andate però amici e fan del metal sinfonico senza questo disco?

André Andersen si dimostra un compositore superiore a coloro che poi ebbero più successo di lui, ma che in realtà andrebbero considerati suoi discepoli: ad esempio Timo Tolkki, Tobias Sammet, Arjen Lucassen, ma anche la coppia Turilli-Staropoli. Tutti devono tantissimo a questa prima era del gruppo danese comandato dal tastierista di origine russa, perché è proprio Andersen con "Moving Target" e il successivo "Paradox" ad incidere nel power sinfonico in modo indelebile. 

La formula dei Royal Hunt è: prendere la lezione di Wakeman negli Yes sia come orchestrazioni, sia come gusto classico ed unirla con le sonorità del power. Tutto questo era in embrione nella mente di Andersen, ma non sarebbe stato possibile senza la voce di DC Cooper. Uno dei migliori cantanti del panorama (andate a leggere la nostra classifica sui migliori vocalist) che, prima di entrare nei Royal Hunt, arrivò nelle audizioni finali per sostituire Rob Halford nei Judas Priest. 
Apro parentesi: pensate che svolta sarebbe stata per DC essere preso con Tipton & soci!
Invece furono i Royal Hunt a chiamarlo per il tour giapponese, così quasi all'improvviso, come racconta nella sua biografia, ma fu amore a prima vista con i fan dagli occhi a mandorla: "PeLò bLavo questo CupeL!".

Dal successo nel Levante al debutto su "Moving Target" (che in Giappone avrebbero poi ribattezzato "Moving taLget" vabbè basta ora! Ndr) la prova del singer statunitense impreziosisce il disco e fa compiere il salto di qualità al gruppo, tanto che ancora oggi il pubblico chiede loro di eseguire live l'iniziale "Last Goodbye" o "Far Away" canzone manifesto dei Royal Hunt era-Cooper

Onestamente la seguente "1348" (titolo che non ho mai capito, visto che il ritornello recita "December '48" nda) resta però nel mio cuore perché, insieme ad alcuni brani presenti su "Paradox", sono quelli che mi sono portato dentro per anni come colonna sonora della vita. 
Sapete quelle canzoni che canti inconsciamente sotto la doccia e non ti ricordi di chi sono perché sono dentro te da sempre? Ecco anche "Step By Step" è una di queste e poi come accade spesso nel metal: ci si innamora ancora di più quando il diamante è grezzo e pieno di errori sparsi o ingenuità. La suddetta canzone viene ad esempio indicata come strumentale, quando poi nel libretto c'è il testo (indicazione doppiamente errata perché c'è scritto Insturmental, con R messa male o Accoustic con due C... ) oppure le solite foto da maledetti o copertina e logo scialbo. Saranno cazzate, però è tutto quello che il power metal sinfonico ha sempre avuto e che ad oggi non potrei farne a meno nel bene e nel male.

Dopo di questo album seguirà "Paradox" altro capolavoro della loro discografia con DC Cooper, ma soprattutto le crisi che portarono nell'anonimato il gruppo con altri cantanti, altri chitarristi, ma sempre un unico solo uomo barocco al comando dietro le tastiere. 

Voto: 8

Canzone top: "Far Away"
Momento top: la prima parte di "1348" 
Canzone flop: "Give It Up"
Anno: 1995 
Dati: 10 canzoni, 47 minuti 
Etichetta: Warner Chapell  - Majestic Entertainment