18 mag 2015

LA QUESTIONE ITALIANA: UNDERGROUND SYMPHONY


INTERESSANTE CONFRONTO CON UNA LABEL DEL PANORAMA ITALIANO CHE FESTEGGIA OLTRE 20 ANNI DI DURO LAVORO 

MM: A casa ho tanti cd pubblicati dalla Vostra etichetta, ma per chi non vi conosce chiederei come prima cosa un "riassunto delle puntate precedenti". Come nasce e quali obiettivi si pone? 

L'etichetta è nata nel 1994, quasi per caso e sempre con una connotazione esclusivamente underground. In questo ventennio abbiamo attraversato tutte le fasi del mercato discografico legato all'avvento del CD come supporto d'ascolto, dagli albori, passando per il boom inaspettato di fine millennio, per poi arrivare al lento declino che ci ha portati alla situazione attuale di morte del settore. Non ci siamo mai posti obiettivi particolari tranne quello di realizzare prodotti gradevoli artisticamente e dal packaging estremamente curato e lo abbiamo fatto fin dall'inizio considerando che le nostre prime 3 uscite del 1994 furono realizzate in un formato ultra-deluxe, forse troppo per quei tempi quando gli appassionati si accontentavano del classico CD in jewel box. 



MM: In Italia il fenomeno metal è sempre stato un movimento underground, lontano dalle cronache o dall'attenzione pubblica. Perché accade questo secondo te? Quante colpe sono "interne" al Metal stesso o "esterne"? 

Il metal è sempre stato un movimento underground, non solo in Italia ma in quasi tutto il mondo ad esclusione di rarissime eccezioni. È diventato molto famoso nella seconda metà degli anni '90 quando sono state create artificiosamente le condizioni che poi avrebbero portato ad un vero boom del settore. Finito l'effetto di quel periodo aureo, le cose sono tornate come prima e il metal è nuovamente un genere di nicchia. 



MM: Quali sono le esigenze che registrate dai gruppi che vengono a proporre le loro opere? Dove pensi debbano intervenire in primo luogo gli addetti ai lavori nella musica metal? 
In 20 anni le cose sono cambiate radicalmente, abbiamo visto quella che sembrava essere l'ascesa inarrestabile del CD come mezzo di ascolto e poi due decenni dopo stiamo assistendo alla sua morte. Abbiamo visto morire il vinile mentre adesso ci stanno facendo credere che sia l'ancora di salvezza per il mercato discografico (mentre io personalmente ritengo sia un ultimo tentativo per svuotare le tasche dei pochi collezionisti rimasti). Gli addetti ai lavori in questo momenti non possono intervenire in alcun modo, le sorti del mercato discografico sono gestite e decise dalle majors. Molti gruppi che ci contattano hanno come esigenze principali una buona promozione ed una adeguata distribuzione che però attualmente è una specie di utopia in quanto è impossibile avere una distribuzione capillare in un periodo storico in cui quasi tutti i negozi di dischi hanno chiuso oppure hanno ridimensionato drasticamente il proprio assortimento.

MM: Mi piacerebbe avere un vademecum delle vostre condizioni per inserire un album nella vostra discografia. Non suono, perciò da "uditore" mi chiedo quali caratteristiche deve avere un Vostro disco? 
Anche in questo caso bisogna fare delle distinzioni rispetto a quanto avveniva fino ad un decennio fa circa. Allora si cercava principalmente di lavorare con gruppi che potessero avere un certo potenziale di vendita, adesso che si è verificato un pauroso livellamento verso il basso delle vendite abbiamo modificato radicalmente i nostri parametri. Ovviamente un gruppo deve attirare il nostro interesse con una proposta musicale che sia di nostro gradimento ma questo non è sufficiente per fare parte del nostro roster. Cerchiamo soprattutto di instaurare un rapporto professionale con gruppi formati da persone che siano a completa conoscenza della situazione disperata in cui versa il mercato discografico e che si sentano in grado di affrontare umilmente il salto nel buio rappresentato dalla pubblicazione di un CD in tempo di crisi per il settore.

MM: Parlando in generale del metal nostrano negli ultimi trent'anni . Quali cambiamenti noti e riesci a costruire una playlist degli album chiave del metal italiano? 
E' una domanda alla quale faccio fatica a rispondere perché sono quasi totalmente disinformato per quanto riguarda le uscite degli ultimi anni dal momento che leggo solo saltuariamente riviste e webzine e mi limito a curare il mio orticello musicale senza badare a quello che fanno gli altri. Ti indico pertanto (in ordine rigorosamente alfabetico per non fare torto a nessuno, e un solo titolo per band anche se per molti gruppi si potrebbero elencare più titoli) una lista di dischi abbastanza datati che mi erano piaciuti moltissimo evitando di citare, per ovvi motivi, alcune mie produzioni (che riterrei idonee ad essere inserite in questa lista ma che ometto di fare per non tradire la mia etica professionale) e anche dischi di gruppi dal sound estremo in quanto si tratta di un genere che non sono in grado di giudicare. Inoltre non cito dischi di bands fondamentali nel panorama hard 'n heavy italiano (Vanadium, Strana Officina, Adramelch, Moon Of Steel, etc...) limitandomi a segnalare album usciti durante il mio periodo di attività come discografico. 
ATHENA - A New Religion 
BLACK JESTER - Diary Of A Blind Angel 
CYDONIA - Cydonia 
ELDRITCH - Seeds Of Rage 
ELVENKING - Heathenreel 
LABYRINTH - Return To Heaven Denied 
HIGHLORD - When The Aurora Falls... 
RHAPSODY - Legendary Tales 
SECRET SPHERE - Mistress of The Shadowlight 
TIME MACHINE - Act II: Galileo 
VISION DIVINE - Vision Divine 
e sono sicuro di essermene dimenticati parecchi... 

MM: Quali pensi siano i tratti distintivi del metal tricolore? Ambiente, cultura o società italiana li ritieni elementi influenti in modo specifico o no? 
L'Italia è probabilmente ai primissimi posti al mondo in una ipotetica classifica riguardanti il numero di bands metal che sono riuscite a pubblicare almeno un CD ufficiale. Non bisogna stupirsi di questa cosa perchè la tradizione musicale italiana in ambito rock è fortissima, basti pensare al numero enorme di gruppi rock progressive che vennero alla ribalta nel nostro Paese negli anni '70. 

MM: Nel nostro blog si parla di musica, ma come direbbe Frank Zappa: Parlare di musica è come ballare di architettura. Noi andiamo in direzione ostinata e contraria, forse anche a voi molti hanno consigliato di smettere perché le difficoltà sono troppe. Come si reagisce ai momenti di sconforto lavorativo? 
In oltre 20 anni di attività i momenti difficili e di sconforto sono stati molti e inoltre ci sono parecchi aneddoti interessanti e curiosi fra i quali ne cito un paio. Ci sono stati molti saccenti che mi presero pesantemente in giro quando stavo per pubblicare il primo album dei White Skull profetizzando un sicuro flop a livello di vendite perché secondo loro era assurdo mettere sul mercato un disco metal cantato da una donna (e poi abbiamo visto come è andata a finire...) e ricordo ancora adesso i vari "de profundis" intonati da coloro che mi deridevano all'uscita del primo CD dei Sabaton... I momenti di sconforto si affrontano rimboccandosi le maniche per dedicarsi con maggiore impegno e dedizione al proprio lavoro.

MM: Come operate nella scelta di copertine o artwork dei singoli dischi? Seguite le linee guida del gruppo in questione o avete studiato una linea specifica per la label? 
Noi abbiamo sempre sostenuto che nel metal l'artwork rappresenta un aspetto fondamentale e lo è ancora di più quando si tratta di mettere sul mercato dischi di gruppi poco conosciuti al pubblico. I Metallica possono permettersi di pubblicare un disco con la copertina completamente nera, ma riteniamo che ciò non sia possibile per un gruppo che esce per una piccola label come la nostra. In passato, forse per eccessivo buonismo, ho spesso accettato di pubblicare dischi con artworks che non mi convincevano, talvolta pagandone le conseguenze a livello di minor numero di copie vendute rispetto alle aspettative. Ora sotto questo aspetto siamo meno tolleranti rispetto al passato, abbiamo la possibilità di supportare gratuitamente i gruppi per quanto riguarda tutte le faccende grafiche mettendo a disposizione un esperto in materia dotato di grande talento. Ovviamente non obblighiamo i gruppi ad utilizzare solo ed esclusivamente illustrazioni in stile "cappa e spada" perché è evidente che un gruppo prog metal non possa avere una copertina con draghi, cavalieri e principesse, però in tutti gli ambiti musicali è fondamentale presentare un prodotto estremamente professionale anche per quanto riguarda la copertina del disco.

MM: In ambito musicale e lavorativo, mi devi dire almeno tre cose che ti fanno incazzare e altre tre che invece ti fanno essere fiero delle tue produzioni... 
Sono assolutamente infastidito dalla superficialità e dalla arroganza delle persone, siano esse musicisti o addetti ai lavori. Provo ribrezzo per coloro che passano la loro esistenza nel tentativo di ostacolare il lavoro degli altri e mi irrita profondamente quando ho a che fare con persone che si credono dei fenomeni e non riescono a comprendere in quale tremenda situazione stia versando il mercato discografico. Sono fiero dei risultati che ho raggiunto in passato con alcuni dischi che hanno ottenuto eccellenti risultati di vendite nonostante un ostracismo esasperato nei confronti di band e label, sono fiero degli innumerevoli packaging speciali che hanno contraddistinto la maggior parte delle mie uscite e sono ultra fiero di avere trovato due collaboratori straordinari che mi hanno permesso di migliorare molti aspetti della label in un periodo in cui grossi problemi familiari rappresentavano un ostacolo quasi insormontabile per la mia attività.

MM: Guardando nella sfera di cristallo, richiedo infine una previsione sull'evoluzione del metal italiano. In termini di produzione, marketing, qualità ed esposizione mediatica dove andremo a finire nel prossimo futuro ? 
Come ho già detto in precedenza ritengo che il mercato discografico stia ormai versando in uno stato comatoso dal quale temo sia impossibile riprendersi. Continueranno sicuramente ad uscire parecchi dischi che venderanno sempre meno copie. Si continuerà a parlare di metal grazie all'enorme numero di webzines in circolazione ma questo non potrà purtroppo contribuire ad innalzare il livello delle vendite anche perché, oltre ad una crisi economica mondiale che sta strangolando un numero enorme di persone, è ormai evidente una crisi di ricambio generazionale che vede sempre meno giovani appassionarsi al metal e disposti ad acquistare dischi o vinili.