28 mag 2015

LA TRILOGIA SINFONICA: RETROSPETTIVA SUI ROYAL HUNT - ATTO III


Come quelle persone che cercano un motorino "da battaglia", da prendere tutti i giorni per tragitti brevi e perciò puntano su un usato di qualità, così i Royal Hunt nel 2007 individuano il nuovo singer nella figura di Mark Boals.
Arriva infatti la crisi del settimo anno tra Andersen e West, così il mastermind del gruppo si separa da John e ha bisogno di una sicurezza alla voce, dopo alcuni passaggi a vuoto con dischi poco ispirati, si affida al vecchio rocker ex cantante di Sua Maestà e Sua Umiltà Yngwie Malmsteen.


Atto Terzo: La fine è un nuovo inizio
(2007-2011)

Mark Boals è una vecchia tigre reduce da tante esperienze toste, non tanto dal punto di vista musicale, quanto da quello personale e su tutte basti citare il periodo accanto al re dell'Egocentrismo Malmsteen. 
A Mark scorre tutto addosso, dai capricci ai nervosismi, perché è un rocker vecchio stile ed è abituato a prestare la sua voce per il gruppo che lo sceglie purché si paghi in birre, chiodo o bandane. Il suo timbro a metà tra Heavy e Power classico permette di avere una buona resa ma poca duttilità e Andersen ha bisogno di certezze, perché dentro lui inizia a covare un progetto ambizioso: dare un seguito al concept "Paradox" del 1997.
Esce così "Collision Course" e inizia la risalita dei Royal Hunt verso un posto al sole, reduci infatti da alcuni passi falsi, Andersen & soci puntano a fare le cose per bene. Torna la sinfonia che ci aveva parzialmente abbandonato nel periodo West, c'è la partecipazione di Ian Parry degli Elegy alla voce, ma soprattutto torna il protagonista vero: André Andersen.
Dove era finita la tua voglia di barocco André? Dove avevi messo le tue camicie in questi sette anni?

L'operazione della prosecuzione del concept dopo dieci anni può essere discutibile, come d'altronde l'interpretazione di Boals o la necessità di richiamare alla sua corte tanti ospiti di lusso, però la notizia più bella è che i Royal Hunt sono tornati con i loro pregi e difetti. 
Noi popolo del Metal siamo gente strana, perché ci affezioniamo ai gruppi e alle loro sonorità, possiamo ingoiare innumerevoli dischi di merda tutti uguali, a patto che nessuna ci tradisca! Si può sbagliare un disco (anche una discografia intera), però non abbandonateci a sonorità commerciali o cambiando il logo del gruppo o cose di questo tipo, altrimenti non perdoniamo nessuno!

I Royal Hunt hanno avuto una carriera disomogenea e talvolta smarrito la bussola, ma Andersen è sempre apparso più svogliato o spento che incompetente, perciò consci di aver perso precedentemente il loro (poco) pubblico, con l'uscita di "Collision Course - Paradox 2" si giocano tutte le carte per recuperarlo.
E noi? Noi ci siamo André!!! Eccoci!!! Siamo quelli in prima fila dalle transenne che ti applaudono!!! A noi basta poco, basta il ritornello di "Exit Wound" per conquistarci! Per noi sei tornato, lascia perdere che esageri nel pompare le orchestrazioni o sei ruffiano o sempre in occhiali da sole anche se piove o troppo superficiale in alcune canzoni, ma vieni qui André! Cazzo vieni un po' qui vecchia volpe... fatti abbracciare nella tua camicia nera bordata di oro!!!

Tutto risolto quindi? Amici come prima?
Beh non proprio, dopo due anni André ci ricasca (almeno parzialmente) non impara dai propri errori con l'uscita di "X" buon album ma troppo debitore della personalità retrò di Boals. Come quei tossici che dopo anni di eroina, pensano di aver superato tutto e si fanno una ultima dose per congedo dal mondo delle droghe, ma in realtà ci ricascano; così Andersen segue Mark nei meandri dell'hard rock/AOR e in territori che non si addicono al marchio Royal Hunt. Stessa cosa accaduta precedentemente, anche se ora meno grave che nel periodo con John West... Però allora sei de coccio! Nun capisci gnente! 
Curioso che in questo disco datato 2010 ci sia una patina di vecchiaia con canzoni in verità buone ma, come successo in passato, cali improvvisamente il buio in qualche traccia e resti solo la polvere come se fosse passata una cover band a finire "X".
Quando Andersen perde la bussola è finita, non riesce a gestirsi e puoi parlarci e riparlarci ancora, ma non lo smuovi dalle sue posizioni, immagino il dialogo con il gruppo dopo che lui si è negato mille volte al telefono:
- "André sono giorni che ti chiamiamo, ma risponde sempre la segreteria... Torna in studio per favore, hai scritto 4/5 canzoni strepitose, meravigliose, superbe, uniche, sinfoniche, profonde... E ora?"
- "Ora basta non ho più voglia, tanto non diventeremo mai i nuovi Yes e persino quel coglione di Staropoli vende più di noi..."
- "Chi?!? Dai cazzo non ci puoi mollare ora? Per favore abbiamo preso una settimana di ferie da lavoro per finire il disco..."
- "Tenete queste cazzate che ho scritto mentre mi stavo radendo oggi e fatevi aiutare da quel mercenario di Boals!"
Sbattendo la porta, i ragazzi del gruppo si guardano in faccia e procederanno alla conclusione del disco, ma si interromperà così il rapporto con Mark Boals.
Prima di chiudere con il serpente che si morde la coda, tornando cioè al primo atto visto il ritorno di DC Cooper alla voce nella Reunion del 2011 di cui abbiamo già parlato, volevo in conclusione riflettere su alcune cose:
1. Perché a parità di livello qualitativo alcuni gruppi mantengono il loro zoccolo di fan e altri li perdono? 
2. L'unico ostacolo alla realizzazione delle nostre ambizioni, siamo noi stessi. Certo l'ambiente, la fortuna, la società influiscono ma in fondo dentro noi ci sono enormi capacità che vanno fatte rendere in qualche modo e la personalità di ognuno di noi deve lavorare per questo.
3. Infine un appello a te André.
Oggi che hai ormai superato i cinquant'anni per favore non farti prendere dallo sconforto o dalla irascibilità, fai quello che sai fare nei Royal Hunt con DC Cooper fino alla fine. Se hai bisogno poi di una mano a credere in te stesso e ad andare avanti nella tua strada contro tutto e tutti, fatti dare da Boals il numero di Malmsteen e chiamalo! Fatti spiegare come si fa a sentirsi sempre i migliori a prescindere, non starlo a sentire su come si cambia il mondo o su quanto consuma la Ferrari, ma ruba solo una parte del suo enorme Ego e portalo con te nei momenti di sconforto, vedrai che ti sarà utile...

Fine Terzo Atto

Pagellone degli album con Mark Boals alla voce:
- "Collision Course" (2008): 7.5
- "X" (2010): 7-