Ed iniziamo dall'Angola: paese in rapido sviluppo (si dice sempre così, come anche: “Suo figlio sarebbe intelligente, ma non si applica”), ma ad oggi fanalino di coda in fatto di libertà di espressione.
Ci chiediamo però come questo si concili con la presenza esplicita di un certo numero di gruppi metal: probabilmente perché il metal non ha mai rappresentato un movimento anti-sistema vero e proprio. In Occidente, per esempio, il metal caratterizza una generazione di benestanti che si dilettano con giochi elettronici, deturpano con scritte di morte zainetti scolastici da cinquanta euro e partecipano attivamente alle lotte per la libertà dei popoli tolkieniani. Cioè, non è che l'apparire del metal in Angola rappresenta il segnale di un benessere che inizia ad essere più diffuso, dopo periodi di guerre senza fine? Non è che i giovani sono sufficientemente disimpegnati nel quotidiano da poter rappresentare la loro rabbia e la loro immaginazione?