11 mar 2018

FRATELLO METALLO - STORIA DI UN GREGGE MANCATO


Fratello Metallo è il nome di un frate che per un breve periodo decise di incitare al cristianesimo tramite la musica metal. Falso.

Fratello Metallo è il nome di un progetto, e il Fratello in questione non sarebbe il frate, ma il metallo, come lui stesso tenta di spiegare, ormai avvilito dal fatto che in realtà nessuno ha capito il messaggio. Questo frate è semplicemente, come è prerogativa del suo mestiere, un evangelizzatore seriale. Si serve del linguaggio delle comunità a cui si presenta per insinuare in esse la parola di Dio.

Così era sua intenzione fare appunto anche con la comunità metallara. Portare Dio ai metallari. Non fare del christian metal, anche se poi è quello che più si avvicina a quanto ha realizzato.
Se il metallaro non va in chiesa, il frate sale sul palco e parla il suo linguaggio: anche Dio infatti può parlare al metallaro, e può usare il linguaggio metal, se è vero che anche un metallaro è un cristiano in pectore. Quindi come nel Cantico francescano (il frate è infatti un francescano), anche il Metallo diviene un fratello, come il sole, il fuoco etc.

Un problema di linguaggio, quindi. E su questo lo prenderemo in esame, perché il resto è abbastanza scontato, nel senso che è un gioco a carte scoperte.

Musicalmente, il frate sceglie una sorta di doom, basico. I testi sono meno di quanto uno possa trovare in una messa domenicale tenuta da un prete svogliato. Sono più ripetitivi, meno esplicativi, didascalici in maniera sfibrante. Alla fine viene voglia di andare a leggere la Bibbia, sì, ma per trovare qualcosa di un po' più vario, tanto per dire. Perché alla fine un predicatore, per quanto affermi che Dio non va vissuto e non pensato, che non è qualcosa di materiale o di gestuale, ma è una militanza spirituale, beh... finirà per farvi inginocchiare di fronte ad una icona e recitare una preghiera che quella ha da essere.

Per giunta, il frate non approccia il metallaro medio nei termini di un christian metal evoluto, e cioè di far nascere l'entusiasmo per Dio in senso positivo, indipendente, assoluto. Egli invece opta per l'ammonimento contro le scelte fuorvianti. Per contro, rimpolpa la predica con riferimenti a come il messaggio cristiano sia frainteso e banalizzato. C'è quindi una schizofrenia di fondo in termini di destinatario del messaggio: è il metallaro trasgressivo che va adescato e convinto, accettando il suo linguaggio verace e sanguigno, a divenire alfiere di Cristo; oppure è il parrocchiano sempliciotto che va istruito sul vero senso della fede? Come dicevo, tutto ciò frana dietro l'intenzione malcelata che alla fine si riempiano le panche della parrocchia, e la gente svolga la liturgia.

La cosa raccapricciante sta poi nel pensare che il linguaggio del metal stia nell'esprimersi come “noi giovani”, categoria dell'immaginario sociale, con inevitabile effetto “Fantozzi-Filini” vestiti da metallari che vanno al concerto di Zucchero.

Inoltre, l'autoesaltazione del metal, che sicuramente è uno dei temi lirici del metal classico (vedi Manowar) cade in una pozzanghera di ridicolo quando si inneggia al “metallo”, termine privo di alcun significato. Ricordo una sit-com con Gianfranco D'Angelo e Alida Chelli, in cui il padre di famiglia giocava a fare il metallaro, facendo il segno delle tre corna e gridando “Metalloooo!”.
Se volete testi dal valore letterario e dall'incisività retorica ancora peggiore dei vari “Joey's speech” dei concerti dei Manowar, ne avrete da riempirci agendine e diari. Perfino Jack Torrance, quello che scriveva centinaia di pagine con la frase “il mattino ha l'oro in bocca”, troverebbe il testi del frate un tantino ripetitivi. Ma questa è la parte comica.

La parte seria è peggio. La parte irritante è l'insistenza su come “anche nel metallaro” ci sia del buono: prima di tutto non è scontato che al metallaro interessi essere “buono” in qualche senso particolare, almeno Glen Benton l'ultima volta che ci ho parlato non mi pareva che avesse questo tema all'ordine del giorno. In secondo luogo, perché proprio i metallari come categoria da redimere? Dovremmo sentirci lusingati, perché Dio vuole redimere qualcuno perché si merita di essere redento, perché ci ama, e quindi vede la parte buona di noi. Ma infatti il frate non è orientato verso il metal, lui vede qualcosa di buono perfino nei tranvieri -quando appunto faceva il parroco tra i tranvieri - a cui dedicò “La danza del tram”. Non siamo neanche speciali per lui, quindi. Se pensassimo di esserlo già saremmo fuori strada, sbilanciati verso una visione demoniaca della vita. Noi dobbiamo fondamentalmente mettere il metal al servizio di Cristo, e non coltivarlo come un valore indipendente.

Il copyright del metal è quindi di Dio, e chi lo usa, ad esempio, per inneggiare a Satana, è solo uno sciocco che pensa di poter distorcere il senso del dono di Dio, si arroga il diritto di gestire quel che dovrebbe servire solo come canale delle lodi al Signore.
Una teoria che confligge frontalmente con quella che invece vuole il metal come modalità d'espressione viscerale, e quindi non votata a nessuno scopo, ma sintomatica di una rabbia e di un fervore di chi vuole nascere, o rinascere. Incompatibile, la teoria del frate, anche con la visione del metal come veicolo d'espressione delle proprie radici culturali e ambientali, teoria che trova applicazione nei vari esperimenti di metal folk o nazionalista.

Lasciamo ora il frate a esibirsi, con un pubblico d'eccezione che è lì per ascoltare, commentare e interagire. Premettiamo che i virgolettati sono tutti testi originali di Fratello Metallo, e non estratti da brani di Elio e le storie Tese.

Che cosa volete? Metallo Metallo suonato, metallo cantato, metallo vissuto. Da chi ? Da noi! Ora so cosa volete? Metallo!

Dopo aver fatto capire quindi che “è uno di noi” - cosa fasulla, visto che se mai vuole che i metallari siano “dei suoi” - il frate entra nel vivo della dottrina.

Allora canta, insieme a me e a tutti gli altri, specialmente metallari, così: voglio-voglio vita-vita vera-vera, dentro-dentro, fuori-fuori, tutta-tutta, insieme-insieme, agli altri-agli altri.......anche dura, metallica”...

Quindi bisogna volere una vita specialmente metallica, o anche metallica?

Risponderebbe il frate: specialmente perché ognuno deve arrivare a Dio specialmente con il suo linguaggio, “anche” perché il centro è Dio, e il proprio linguaggio non deve servire a ghettizzarsi o a far gruppo a sé, ma deve essere uno dei tanti strumenti da mettere al servizio di Dio.
A questo punto ribatterebbe Glen Benton, da noi appositamente interpellato sul tema “Va bene, quando avremo interesse per Dio le faremo sapere”.

Il frate, punto sul vivo, non ci sta e contrattacca, e va dritto al cuore del problema: cosa è Dio? (tradotto in termini matematici verrebbe la seguente equazione: x = ?, che sfido qualunque matematico a risolvere). Comunque, mettiamo che x = amore. La canzone “amore metallico” ci spiega come anche un metallaro può amare: amare Dio

E il Dio che è amore, si è fatto anche inchiodare, per amore di quell'uomo peccatore
Che sono io che canto e anche tu che ascolti
E' così! Non fare il “cogliardo”!
L'amore – alzi la mano chi non lo vuole - …

“Io, io”! Strilla Glen Benton dalla prima fila. “Allora vuoi fare il cogliardo!” sbotta il Frate.

In fin dei conti chi pone il problema è Cristo, scegliendo di sacrificarsi, e se lo fa per noi, è veramente una vigliaccata, come dico in “Deicide”, il mio brano-manifesto. Satana è un pacificatore, e non risponde alla provocazione seminando in sé stesso un senso di colpa imposto.

Amore, amore tu, come uno specchio (che contiene metallo) rifletti quello che ti sta di fronte...Rifletti come immagine quello che è vero, il Dio che è amore si è fatto uomo, perché l'uomo (anche metallaro) sia l'immagine di Dio”.

E così declamando il frate si avvicina a Gaahl, seduto tra il pubblico, e ponendogli la mano sulla spalla gli dice: “tu per esempio, figliuolo, quando guardi nello specchio cosa vedi ?”. Dopo lunghi minuti di silenzio, Ghaal alza lo sguardo e risponde “Scei-tan ”.

Eccone un altro! Tu vedi nello specchio Satana perché invece di aprirti il cuore, ti strizzi le meningi! “Ehi Metallaro ! Sì proprio tu ! Proprio tu che ascolti! Cosa credi tu? Che la fede è strizzarti le meningi? Mentre è Dio che ha fiducia in te...”

A questo punto Kerry King, che era stato fino ad allora seduto con aria imbronciata, va sul muso al frate bonfochiando: “Ma quale fiducia! Dio ci odia tutti, come abbiamo anche titolato! Dio si è fatto uomo per potersi fare massacrare, come avrebbe piacere che ognuno di noi facesse, a gratis. Vuole che ricambiamo la sua fiducia con la vita, sulla fiducia appunto!”

Il frate che non ne può più, inizia a barcollare. Vikernes, con fare altezzoso gli mormora: “Guarda amico che con questi teologi dell'anti-cristianesimo, rotti a tutte le esperienze, non la spunti neanche lontanamente! Fai una cosa, scendi un po' più sul terra terra... dai dei consigli di vita, di buon senso...

Il frate attacca allora i versi magistrali di “Bacco”: “Bevi bevi bevi...si bevi bevi...il vino rallegra il cuore dell'uomo, il vino rallegra, rallegra il cuore, il vino rallegra, e' detto nel salmo 104, ma attenzione, perché.....il vino l'allegra, l'alcol ti inebria, continuando ed aumentando la dose, ti frega il fegato, ti fotte la vita. L'alcol è droga! L'alcol è droga e morte!

Vikernes ci ha visto giusto. Si alzano alcune persone, tra cui un Mustaine convintissimo, che dice “Ma sai che hai ragione? Avevo cominciato a sospettarlo anch'io, che bere troppo facesse male, specialmente ascoltando "Risk". Ma tu mi hai illuminato con le tue parole. Facciamo un patto: io mi converto, ma tu elimini dal messale il salmo 104, altrimenti ricado”.

Il frate si esalta, e compie il passo che ne farà cadere le quotazioni. Dopo "Bacco" e "Tabacco", propone "Venere", sul tema del sesso.

Quel che è divulgato è possesso genitale, solo genitale...è tanto parziale, rende chi lo fa come una cosa. Il sesso! Sesso! Sexus (3 volte). Quel che è da sapere, è che donna e uomo sono un mondo intero, nella galassia dell'umanità, e che non esiste solo sesso, sesso, sexus (3 volte)...Col sesso, che è droga, ti fai schizzare il cervello (metafora infelicissima). Fornicator! Ita est! Masturbator! Insane! C'è chi dice che la sessualità è cosa molto brutta! Questi sono fuori, ama l'uomo e tu cercato capirai che sessualità è parte importante, parte tutta intera, di persona vera, maschio o femmina che sia. Devi amare tutto l'uomo e comprenderai la sessualità, quella fatta dal buon Dio, che vedendo uomo e donna, disse che era cosa molto buona. La sessualità è cosa bella, molto buona, e quindi santa”.

Il pezzo si chiude e il frate alza lo sguardo e la mano nel gesto delle corna. Sala vuota. Fuori rimangono due metallari qualunque, che fumandosi una sigaretta commentano: “Avrebbe anche ragione il frate! La sessualità nell'amore è divina, e viene anche da sé, infatti il problema non è quello, è come farsela dare. Già il metal non è che sia il modo migliore di attirare le donne, figurati poi con Venere di Fratello Metallo” I due si allontanano: “Dice però gli Stryper trombavano parecchio!” “Ma dai!” “Sì, peggio di Nikki Sixx”....i due si allontanano nella notte.

Il frate si stufò del progetto “Fratello Metallo” sostanzialmente perché in realtà la sua fama era legata ad un'idea opposta a quella che egli voleva rappresentare: tutti si interessavano a lui come fosse una specie di frate eretico, di prete moderno che portava il metal in chiesa, e non la chiesa nel metal. Piacerebbe a Papa Francesco, ma fortunatamente incise ai tempi di Ratzinger.

A cura del Dottore