22 apr 2018

METALOCALYPSE E I DETHKLOK: QUANDO IL DEATH METAL FA TENDENZA!



Non si deve mai disperare nella vita. 

Avevo sempre ipotizzato un parallelo televisivo di Metal Mirror senza però mai mettere a fuoco la cosa, ma non sapevo che un fratellastro visivo del nostro blog esistesse già!

In altre parole: Metalocalypse, ovvero una serie di cartoni animati basata su un gruppo death metal, in cui ho riscontrato un approccio ironico al mondo estremo simile al nostro.
Forse molti lo sapranno già che Brendon Small e Tommy Blacha sul canale Adult Swim hanno ideato i Dethklok, ovvero un gruppo di metal brutale che diventa protagonista, con le avventure dei suoi curiosi membri, di una serie televisiva.

Come il marito cornuto è l’ultimo a saperlo, così ho scovato “Metalocalypse” per caso ed ho iniziato a documentarmi. Ho scoperto che non solo esiste dal 2006, ma anche che ci sono più stagioni e che i Dethklok hanno pubblicato veri album acquistabili su Amazon e si sono tramutati in una band non solo virtuale.

Come quando stai visitando una città cercando un monumento specifico, ma resti affascinato da tante cose contemporaneamente e non noti che quello che cercavi era dietro le tue spalle e sarebbe stato sufficiente solo voltarsi. Così è capitato a me con “Metalocalypse” e, nonostante l’enorme fatica fatta per capire le stagioni non sottotitolate, resto affascinato e divertito.

Prima di dormire, in solitudine, guardo un episodio e sorrido nella notte, cerco di associare i personaggi del cartone alla realtà e denoto una somiglianza di approccio con il nostro blog perché in questa serie il metal è apprezzato, ma anche trattato con ironia e si associa alla quotidianità. Stereotipi, difficoltà e contraddizioni dell’essere metallaro si mescolano alla vita e le riflessioni lasciano ampi spazi a momenti ironici.

Molti lettori conosceranno già il fenomeno, ma è il concetto filosofico che c’è alla base che mi colpisce. Come il nostro blog ragiona e a volte provoca con analisi distorte del mondo estremo, così questa serie televisiva ama e sbeffeggia al contempo alcuni lati del metal.

Ad esempio ci sono “i permessi dolorosi” fatti firmare al pubblico dei loro concerti per manlevare il gruppo dalle possibili morti nel pogo, ma sono anche incredibilmente coinvolti nel mondo globalizzato. Ogni marca o etichetta che il loro agente gli fa sponsorizzare diventa virale, i Dethklok sono una band inseguita dal successo e vengono definiti la settima potenza economica mondiale.
Coinvolgono nei video soggetti improponibili, da Batman alla Sirenetta, ma sempre prigionieri dello stereotipo del death metal e ogni loro atteggiamento crea tendenza.

Soprattutto il personaggio del cantante, che sembra ispirato alla figura di George “Corpsegrinder” Fisher, è geniale, così stolto, fuori del mondo e mi fa morire il suo modo di parlare in growl in ogni momento della vita quotidiana. Poi c’è un chitarrista virtuoso in stile Malmsteen che è anche il belloccio del gruppo, per non parlare degli altri membri che ricordano, Devin Townsend o Akerfeldt.

Insomma una serie di soggetti che ben bilanciati fanno ridere nella loro vita senza regole, ma calati  in un successo che li porta ad essere idoli e punti di riferimento. Le scene che preferisco sono quando il gruppo cerca di far compere nei negozi o cercano di approcciarsi alla realtà in modo canonico, ma puntualmente degenerano in situazioni estreme.

La vera situazione estrema è che nel 2009 tutto questo diventa realtà ed il gruppo compone veramente album, fa un tour con i Mastodon e alla batteria si siede Gene Hoglan. Ragazzi scusate, cosa mi sono perso finora?

Se li conoscevate già, sforzatevi di affinare il vostro inglese per le ultime tre stagioni, e se invece non sapete di cosa stavo parlando, recuperate la prima serie che ha i sottotitoli in italiano e apprezzatela dopo aver letto qualche pagina in più di Metal Mirror.