6 set 2018

DIECI ALBUM PER CAPIRE IL POST-INDUSTRIAL: NURSE WITH WOUND, "THUNDER PERFECT MIND"



Quinta puntata: Nurse with Wound 

I Nurse with Wound, con un monicker decisamente curioso ed un debutto dal titolo chilometrico (“Chance Meeting Of A Sewing Machine And An Umbrella On A Dissecting Table”, anno 1979), si iscrivevano di fatto nella lista dei primi mover della scena industriale britannica

Nati come trio, dal quarto album “Homothopy to Mary” (anno 1981) passeranno sotto il controllo del solo Steven Stapleton, fondatore e mastermind indiscusso del progetto. Stapleton è stato anche per moltissimi anni il più stretto collaboratore di David Tibet e dunque l’architetto di quelle sonorità che hanno caratterizzato i primi terribili parti discografici dei già analizzati Current 93: per questo motivo, l’entità Nurse with Wound rappresenta sia un tassello indispensabile per la storia dell’industrial classico che un avamposto di intelligente sperimentazione in direzione dark-esoteric, che poi non è altro che il taglio che abbiamo voluto dare alla nostra rassegna dedicata alle sonorità post-industriali

Fra tutti i terroristi sonori che hanno nutrito le folte fila della musica industriale, Stapleton è forse quello che ha saputo sviluppare il suo percorso in modo più riflessivo e personale, rasentando l'autismo più assoluto nella determinazione e nell'intransigenza con cui ha inseguito e catturato le sue visioni artistiche. Ispirata alla filosofia dei dadaisti di inizio novecento e all'arte surreale dei vari Dali e Lautréamont, la musica di Stapleton è un industrial cervellotico che nasce dall'azione incrociata di improvvisazione, manipolazione ed assemblaggio. Un modus operandi che ricorda da vicino gli esperimenti di collage e manipolazione elettronica di artisti come Stockhausen e Karlheinz, e le esplorazioni drones-ambientali di LaMonte Young. Una maniacale operazione di ricerca e vivisezione sonora in cui i suoni vengono prodotti, tagliuzzati, scomposti, manipolati, mescolati ed assemblati in composizioni caleidoscopiche in cui tutto sembra accadere per puro caso, quando in realtà tutto è funzione di un disegno ben preciso. Si potrebbe dire che mai il caos è apparso egualmente organizzato e razionalmente concepito e costruito

Fra un’infinità di album ufficiali, EP, singoli, remix, split e collaborazioni, la produzione discografica dei Nurse with Wound è qualcosa di inafferrabile anche per il fan più completista. Scegliamo “Thunder Perfect Mind” essenzialmente per due motivi. Anzitutto è un’ottima finestra da cui affacciarsi e dare un primo sguardo al mondo allucinato di questo artista: articolato in due lunghe composizioni, l’album addensa in sé le caratteristiche salienti di una intera carriera, mostrando sia il volto cervellotico del progetto, che quello più esoterico, ribadendo fortemente la visione estetica del suo folle mastermind. Da un punto di vista concettuale, invece, esso è il “sister album” dell’opera dei Current 93 che porta lo stesso nome e che è uscita nello stesso anno, ossia il 1992. Un legame che va a rimarcare una partnership protratta fruttuosamente negli anni, come sopra anticipato. E, da parte nostra, un atto dovuto parlarne, visto che abbiamo concepito questa rassegna come un percorso speculare a quello compiuto per il folk apocalittico. Il contributo dello stesso David Tibet, di John Balance (Coil), della “prezzemolinaRose McDowall (presente in molti album della Corrente) e di molti altri personaggi più o meno noti della scena dark-industrial britannica non fa che rendere il tutto più allettante. 

I ventiquattro minuti di “Cold” si basano su un pulsare frenetico su cui si va ad innestare progressivamente tutto un corredo di suoni sconclusionati, ma perfettamente orchestrati, che vanno a simulare un organismo all'orlo del collasso. Tutto, in questa stralunata corsa di tintinnii, beat, pulsazioni e rumori di ogni tipo (persino l’abbaiare di un cane!), concorre a creare una angosciante sensazione di instabilità, in cui i vari elementi si sovrappongono, s'inseguono e si danno sapientemente il cambio in arguti intrecci, fino alla catarsi finale, descritta dai gelidi synth e dal battito sgrammaticato di una macchina da scrivere. Un collage mai fine a se stesso e squisitamente dinamico che si fa apprezzare anche per il taglio ironico di certi passaggi: un aspetto, quest'ultimo, che dimostra quanto si complessa e peculiare la personalità di Stapleton, distante anni luce dagli standard di seriosità assunti da altri esponenti della medesima scena. 

Tutt'altra cosa è l'ambient catacombale dei trentatre minuti di “Colder Still”, che ci riportano alle sperimentazioni esoteriche dei primi album dei Current 93. La catastrofica apertura sinfonica è solo l'inizio: per il successivo quarto d'ora la traccia si assesta su un ambient ascetico in cui i fraseggi minimali dei sitentizzatori si intervallano a squilli di trombone, ai versacci di Tibet e al canto remoto e quasi impercettibile della McDowall. Ad un certo punto ci imbatteremo persino in un terrorizzante remix della ballata “Rosy Star Tears from Heaven” (dal “Thunder Perfect Mind” vergato Current 93), spogliata della veste folk e riassunta quasi esclusivamente nelle vocalità spiritate di Tibet e in quelle oblique di Balance. Archiviata la parentesi, il cerimoniale riprende il suo corso all'insegna del sensuale recitato della McDowall e del ritmo sincopato di un soffice tappeto di percussioni. 

Non è certo musica di facile ascolto, ma non è nemmeno musica di facile concepimento, ed è questo che fa di Stapleton un artista unico ed inimitabile. Non è musica che coinvolge e che rapisce, forse non è nemmeno musica, essendo un qualcosa che si avvicina di più ad un'equazione matematica che ad un'opera d'arte. Per questa ragione si viene inevitabilmente a creare una distanza fra l'oggetto e il soggetto, il quale può al massimo contemplare dall'esterno le architetture di questa cattedrale di suoni, ma non penetrarvi ed entrare in contatto con la sfera intima del creatore. 

Questo è cibo per il cervello, niente più niente meno: stiano alla larga gli animi passionali e gli amanti della melodia! 

Discografia essenziale:

“Chance Meeting Of A Sewing Machine And An Umbrella On A Dissecting Table” (1979)
“Homotopy To Marie” (1981) 
“Drunk with Old Man of the Mountains” (1987) 
“Soliloquy For Lilith” (1988) 
“Thunder Perfect Mind” (1992) 
“Acts Of Senseless Beauty” (1997) 
“Man with the Woman Face” (2002) 
“Salt Marie Celeste” (2003)