14 lug 2019

GUIDA RAGIONATA AL DECENNIO INFALLIBILE DEGLI ENSLAVED



Dal 2008 ad oggi gli Enslaved sono uno dei pochi gruppi che ha sfornato sempre dischi ottimi; far bene le cose è una dote e a volte, quando le cose vanno bene, tutti ti perdonano più facilmente. Alla band di Ivar Bjørnson in questo decennio non si può che dire grazie per i cinque album concepiti: “Vertebrae”, “Axioma Ethica Odini”, RIITIIR”, “In Times” e (scusate il gioco di parole) “E”.

Ma è tutto oro quel che luccica? Ecco una guida ragionata per scegliere ciò che vi serve della band norvegese.
Se non conoscete gli Enslaved andate a fare una passeggiata in centro con gli amici, non approfondite l’articolo anche perché parlare delle origini del Black Viking Metal di questo gruppo è una cosa lunga che lasciamo ad altri. 

Se non avete “Frost” nella vostra discografia o almeno una volta non avete ascoltato la fredda musica black degli esordi della band, potete andare a prendere un gelato senza continuare a leggere. 
Se li ammirate senza distinguere il loro percorso, è un modo miope di amarli perché sono un gruppo che si sta evolvendo ancora oggi in qualcosa di diverso e lodare le loro gesta a priori è comunque ingiusto. 

Se invece avete sempre stimato i nostri, ma li avete persi un po’ di vista e volete recuperare il tempo perso, leggete queste righe, ma soprattutto aprite il portafogli perché i dischi succitati vanno comprati tutti e cinque consapevoli delle loro differenze. 

Vertebrae” (2008): è l’album più malinconico del loro decennio; certo il loro sound è inconfondibile ma la presenza fissa del tastierista rende questo decimo album una meraviglia dark progressive Black. 

Consigliato a chi ama i Katatonia, Opeth e ha nostalgia degli Ophthalamia.

Voto: 8

Axioma Ethica Odini” (2010): un disco che definisce il nuovo sound degli Enslaved, più duro del precedente ma che traccia le coordinate del loro rinnovato modo di intendere la musica Black. Eterea, ma graffiante. 

Consigliato ai più maturi nostalgici della prima era. 

Voto: 7.5

RIITIIR” (2012): le coordinate sono le stesse del disco precedente; il loro trademark è chiaro e non si è esaurito con “Axioma Ethica Odini” perché avevano molto da dirci ancora pur non discostandosene molto. 

Voto: 7/8 

In Times” (2015): il capolavoro della seconda vita degli Enslaved. Un album profondo e bilanciato con idee e personalità. 

Voto: 9

E” (2017): qualcosa cambia nel loro mondo, forse è l’alba di un’altra era o forse è solo un disco di passaggio. C’è qualche collaborazione in più, devono anche loro aver avvertito la vetta del disco precedente per lavorare con nuove persone e provare alcuni passaggi progressivi. Il quattordicesimo album vanta un nuovo tastierista e tre ospiti come Einar Kvitrafn Selvik dei Wardruna, il flautista Daniel Mage e il sassofonista jazz Kjetil Møster. 

Da qui si può ripartire per un altro decennio meraviglioso. 

Voto: 8 

Infine: nei fiordi credo che ci sia ancora molto da cercare, sebbene per qualcuno rimangano solo una stretta insenatura costiera.