13 lug 2016

IO NON C'ERO: LIVE DEGLI IRON MAIDEN - ROCK AM RING 2014


La grandezza si vede dalle piccole cose e gli Iron Maiden, se avevate qualche dubbio, sono ancora i numeri Uno. Ascoltate per esempio "Doctor Doctor" degli UFO come intro in mezzo all'oceano di gente che affolla il circuito automobilistico tedesco prima del loro concerto ed è già pelle d'oca, solo per la scelta del pezzo, solo per il carisma che una scelta del genere implica, solo per l'attesa che si respira al Rock Am Ring. Sono sul mio divano a casa, ma è come se fossi emozionato sotto quel palco al tramonto. 

Live Report: Iron Maiden - Rock Am Ring, 5 giugno 2014

La grandezza è ancora più manifesta quando l'introduzione del loro concerto prosegue con la registrazione stessa del video di "Moonchild", così grandi da autocitarsi come Shakespeare, così immensi da sapere di essere già Storia e non soffrirne la pressione. 
I Maiden che salgono sul palco sono vecchietti che hanno deciso di essere se stessi, nonni ribelli pregni dello spirito inglese, anche se la sensazione è che l'unico a farsi il culo sia Bruce Dickinson.
Le tre chitarre permettono a Gers, Murray e Smith di correre e muoversi, a volte anche di far finta di suonare, ma Bruce no, Bruce lavora per tutti!
Corre e canta come un matto, ma non era malato? Gli anni sono passati o no? In fondo Nicko alla batteria sembra poter suonare con le ciabatte e la sigaretta in bocca, ma anche Steve Harris riesce a gestire lo sforzo, Bruce invece è un eroe, un talento che non perde niente in resa scenica e rappresenta lo spirito degli Iron Maiden on stage.

Preghiamo che Dio gli conservi la salute, perché senza lui non ci sarebbero più i Maiden e lo si capisce anche quando arrivano i canti stonati a supporto nei ritornelli: ad esempio "Can I Play with Madness?" con la voce sgraziata di Smith è una vera tristezza. Sono lontani i tempi di Blaze, anzi forse non sono neanche mai esistiti, perché Dickinson è il motore di tutto.
Non temo di fare un torto a nessuno nel dire che gli Iron Maiden sono il più grande gruppo metal di tutti i tempi, hanno una miriade di classici, sono longevi, brillanti, innovativi, geniali ed hanno permesso al metal di andar oltre. Le loro performance dal vivo sono impressionanti, anche oggi, sì anche oggi che gli anni passano e si devono tingere i capelli. Quando vedi un loro concerto dal vivo o sul divano, capisci che sono i top del genere.

Sono vecchi, niente da dire, sono veramente vecchi, ma Harris e Smith tendono a diventare ancor più brillanti mentre Gers e Murray sono al limite della dentiera.
A me Gers sta sui coglioni, come Jason Newsted per i Metallica, ha rappresentato l'inizio della decadenza. Non solo per il polsino con scritto Janick o le sue scarpe bianche del cazzo, in stile giovanile, ma anche perché secondo me suona il 20% delle canzoni e il resto alza la chitarra facendo facce strane. Pessimo Gers, a me stai sul cazzo e dovresti solo stendere un tappeto rosso a Dickinson e Harris! Vattene dal palco befana!

La scaletta onestamente è impressionante, una serie di classici infinita che sono la mia vita, ma ho solo una sensazione triste durante "The Trooper". Saranno le facce annoiate dei chitarristi, gli occhi a mezz'asta di Harris o Bruce che sventola la bandiera inglese per necessità e con poco entusiasmo, ecco insomma mi si è stretto il cuore! Ho visto anche io dal vivo anni fa la stessa scena, ricordo di essere stato l'uomo più felice del mondo, ma ora dal mio salotto temo per il futuro dei Maiden e, di conseguenza, del mio.

Gli Iron non vogliono rischiare niente di fronte ad oltre 78000 persone, avete letto bene, settantottomila anime nel circuito del Nürburgring! Setlist senza sbavature, pilota automatico con il consueto cuore e pelle d'oca garantita (se non fosse per l'astio che la dentiera di Gers mi suscita ogni volta). 
La cosa che colpisce è la presenza di "Run to The Hills" a metà concerto con "The Number of The Beast", cioè capite? Percepite la quantità di classici che hanno i Maiden se possono permettersi queste hit in una anonima parte centrale dello show?
Consueta presenza di pupazzi e mostri contro cui lottare con gli strumenti, ma non stupiscono più ed anzi sembrano anche loro annoiati nelle loro comparse.
La vera protagonista è la musica, canzoni che hanno fatto la storia della mia vita e di un genere intero come "Wasted Years". Sono sempre commosso, ma proprio durante "Wasted Years" mi sembra di avvertire la malattia di Bruce. Non è solo affaticamento o voce che arranca legittimamente in alcuni momenti, ma lo sento impastato e costretto a scatarrare in terra mentre Smith prova a chiudere il ritornello, sebbene la gente delle prime file lo farà meglio.

Per magia però con la successiva "Seventh Son of a Seventh son" sparisce la fatica di Bruce che ritorna il migliore di sempre, istrione e carico con una interpretazione superba, la migliore del concerto per me (capigliatura a parte). Ad un certo punto si festeggia il compleanno di Nicko McBrain tutti insieme, sarà la residenza alle Hawaii, sarà quello che volete, però a 62 anni suonare così per i Maiden vuol dire non sentire l'età che avanza!

Voglio però chiudere con l'invito a leggervi la scaletta di questo concerto, poi rileggetela ancora e ditemi chi può essere così strepitoso a livello qualitativo. Mettono insieme una serie di canzoni stupende, inni del metal, della musica intera in una interpretazione dal vivo ancora unica e superiore a tutti. Nessuno è come loro, nessuno lo sarà mai, almeno per me restano un apice insuperabile e questo show lo dimostra. 
God save The Irons!

Setlist:
Moonchild
Can I Play With Madness
The Prisoner
2 Minutes to Midnight
Revelations
The Trooper
The Number of the Beast
Phantom of the Opera
Run to the Hills
Wasted Years
Seventh Son of a Seventh Son
Wrathchild
Fear of the Dark
Iron Maiden
Aces High
The Evil That Men Do
Sanctuary

Per vedere il concerto clicca su: IoNONcero/Maiden