12 lug 2016

OZZY PARTE III - OZZY OZONO



Il buonismo è quel filone della comunicazione, molto efficace sulle masse, basato sulla rivelazione dei buoni sentimenti, da intendersi come rivelazione della fondamentale bontà dell'uomo e della storia, che tende, anche sotto la spinta di una Provvidenza Divina, verso la pace e l'amore universale. C'è poi il buonismo celebrativo delle utopie di vittoria del Bene sul Male, e quello sofferente, di denuncia.

Nella musica il buonismo prendeva, togliendo gli ultimi anni, tre vie: l'ecologismo, l'antimilitarismo, e la lotta alle diversità. Considerando che i punti fermi dell'homo sapiens sono sempre stati: lo sfruttamento dell'ambiente, farsi delle guerre con i pretesti più improbabili, e non vedere l'ora di trovare qualcuno di diverso rispetto a cui sentirsi migliore.

Il metal buonista non monopolizza del tutto questi temi, poiché c'è anche un modo cinicamente critico di trattarli, come ad esempio fanno gli Slayer con la guerra; o sarcastico, come fanno i Nuclear Assault con la politica e il nucleare.

Negli anni 80 andava molto la canzone ecologista, e ci furono artisti che addirittura bruciarono per sempre la loro credibilità proponendosi come paladini dell'Amazzonia (Sting), per non parlare di Celentano che fece del tema un tormentone dei suoi monologhi televisivi. A dimostrare l'assurdità di questo filone basti pensare che perfino Ozzy fu ritenuto un personaggio spendibile come paladino dell'ecologia e dell'antimilitarismo. D'accordo, portava i pantaloni a zampa d'elefante e aveva cantato "War Pigs" con i Black Sabbath, e aveva pisciato da ubriaco sui resti di Fort Alamo, ma si trattava pur sempre di quel tipo che azzannava i pipistrelli. Che poi, pisciare su resti archeologici è più naturismo, antimilitarismo, o mortificazione dell'ambiente?
Ma soprattutto, l'aspetto più autentico del personaggio Ozzy è quello dell'anti-profeta, di colui che è sceso tra noi per annunciare l'angoscia suprema della non-verità, e farci riprendere dal trip delle varie rivelazioni, che siano cristianesimo o animalismo. Questa sua veste di predicatore alla Joan Lui non ci quadra proprio.

Il primo tentativo è una "Revelation" (sottotitolo: Mother Earth), in cui per fortuna il messaggio ecologista se ne va in vacca soffocato dal tono surreale e ipnotico di Ozzy, che ci propone la sua visione dell'olocausto della natura e il suicidio dell'uomo. Il ritornello....”ooooh, let my mother live” ricorda tanto Celentano quando diceva “sono il figlio della foca, non voglio che mia madre muoia”, ma anche Albano e Romina nell'infelicissima “Cara Terra mia” (dal ritornello infelicissimo Cara Terra mia, ti stan spaccando il cu..ore e tu lo sai).

Si presenta poco dopo vestito da licantropo e si lagna che la gente lo tratta come un diverso, mentre per lui il prossimo non è mai un diverso da escludere ("You're no different"). Non c'è posto per chi azzanna i pipistrelli in una società malata e piena di pregiudizi, e pare che gli uomini preferiscano farsi nemici tra coloro che scelgono di odiare, piuttosto che lasciarsi andare all'amore che li porterebbe a vivere come fratelli. E qui facilmente ritornano alla mente gli incisivi versi

Se n'i mondo esistesse un po' di bene
e ognun si considerasse suo fratello
ci sarebbe meno pensieri e meno pene
e il mondo ne sarebbe assai più bello;

Versi che, recitati in corte d'Assise, non furono invero compresi e non evitarono quindi al Pacciani la condanna.

Si insiste con "Killer of Giants", che pur con una melodia cantilenante e accattivante, adattissima a Ozzy, cade sul testo con considerazioni di un buonismo supponente, tipo: “se nessuno di noi crede nella guerra, allora a che serve avere un'arma micidiale ?”. Si propone la solita visione di "War Pigs", secondo cui le guerre sono volute dall'alto da chi il potere ha reso folle. Peccato che il mondo sia pieno di esempi di persone che non vedono l'ora di farsi saltare in aria, a patto che questo comporti anche la morte di altri e la promessa di una ricompensa, anche immaginaria.

Ozzy prende poi una strada diversa. Icona dark per famiglie, ormai adulto e inoffensivo, pittoresco e bonaccione. Autoironico sulle sue mille identità da palcoscenico ("Gets me through"), sembra però voler tranquillizzare e giustificare una perdita di aggressività che non provocare, come faceva prima, parodizzando le varie possibili verità. E' di questo periodo il parto buonista più deforme, “Dreamer”. Ancora Ozzy parla della Madre Terra e di come l'uomo ne abusi, con l'arroganza di chi dall'alto in basso ti giudica mentre fa finta di schermirsi “Sai, io sono solo un sognatore...”, esattamente come faceva John Lennon in "Imagine". La questione, dice il santo sognatore, non è sapere chi ha ragione, ma vivere nell'amore reciproco, e infatti ci dice “Il tuo potere celeste può essere Dio o Gesù Cristo, questo mi importa poco, a meno che non ci aiutiamo l'un l'altro non c'è speranza per noi”. A parte l'ampia scelta che ci è data - dalla Trinità non si sfugge – la storia insegna come è più utile costruire rifugi antiaerei che fare appello alla fratellanza universale.

Come diceva De André in "Girotondo", visionaria rappresentazione anti-buonista, dai buonisti equivocata come loro manifesto, l'uomo tende alla guerra. I bambini sopravvissuti all'olocausto bellico iniziano a giocare alla guerra tra i crateri desolati. Il gioco della guerra è già di per sé la archetipica di questa spinta: chi gioca ai soldatini non imita, ma vi riconosce un motivo fondamentale della vita. I cuccioli giocano al combattimento per allenarsi. Nelle tribù il gioco della guerra e la guerra vera sono elementi di un continuum che si spera non giunga mai al suo compimento più sanguinoso, ma deve essere presente.

Per questo definiamo brani come "Dreamer", "Imagine" e simili come vicoli ciechi spirituali, deformità. Belle per carita, gradevoli, ma deformità. E questo è l'Ozzy che, concettualmente e liricamente, ha meno da dire.

Ci risentiamo però del fatto che nel cartone animato ecologista prodotto dalle Nazioni Unite, "Ozzy Ozone", non possiamo vedere un Ozzy cartoniforme, e dobbiamo invece sorbirci la voce narrante di Luca Carboni.

A cura del Dottore

Rileggi le prime due partiI e II