29 set 2016

RITRATTI D'AUTORE: ATTILA CSIHAR, "L'EROE DEI TRE MONDI"



"Bisogna scegliere se avere una vita confortevole da schiavo o una disagiata come artista estremo".

Con questa frase Attila Csihar è come se penetrasse nell'essenza stessa della sua vita artistica. Classe 1971, ingegnere elettronico costretto a dare ripetizioni di matematica e fisica per sbarcare il lunario, cresciuto e formato artisticamente nell'Ungheria dell'ex Blocco Sovietico, fra le restrizioni del regime ed umori da guerra fredda, egli è indubbiamente una figura mitica all'interno dell'empireo della musica estrema, metal e non solo. La vita artistica di colui che cantò su "De Mysteris Dom Sathanas" è stata (e lo è ancora) imprevedibile ed avventurosa, tanto che lo abbiamo definito l'eroe dei tre mondi.

28 set 2016

ESSERE ARTISTI DI CULTO NEL METAL: E' ANCORA POSSIBILE?




Si è conclusa la nostra rassegna dedicata alle band di culto degli anni novanta. Essa è stata la fisiologica risposta alla tempesta di clic che ha investito la speculare classifica dedicata agli anni ottanta: un successo clamoroso.

Nel trattare la decade novantiana, tuttavia, sono emerse delle difficoltà impreviste: non è stato infatti facile selezionare solo dieci band che rappresentassero il tema (ed infatti alla fine abbiamo optato per raggiungerne ulteriori dieci) e l'impressione, condivisa in redazione, è stata che molte altre band potevano essere citate. Come giustamente ammesso dal collega Morningrise in sede di conclusioni, è successo qualcosa a cavallo fra anni ottanta e novanta che ha cambiato l'approccio alla musica metal, sia da un punto di vista "artistico" (dei contenuti della produzione discografica) che "socio-psicologico” (le dinamiche del mercato discografico, i rivolgimenti culturali del popolo metallico, la percezione del singolo ascoltatore). Da qui l'idea di approfondire ulteriormente il tema ed effettuare una riflessione di respiro più ampio su cosa significhi essere artisti di culto nel metal.

27 set 2016

MAI DIRE REUNION - VIII POSIZIONE - ANTHRAX - L'ATTACCO DELLE API SUICIDE



Cosa rendeva gli Anthrax un riferimento del thrash? La prima caratteristica era la voce pulita, abbinata al thrash, si intende. Limpida. All'epoca non era un'abbinamento scontato, perché già da subito all'aumento della carica aggressiva del thrash corrispondeva un inasprimento della voce, da un disco all'altro e anche all'interno di uno stesso brano. Invece, Belladonna teneva la nota senza sporcare il timbro anche al culmine del ritornello, o su ritmi spinti.

26 set 2016

I MAYHEM. LA FALSA VITA DOPO LA VERA MORTE.



Perché esista la storia del black metal evidentemente i Mayhem devono esistere. E' un assioma della geometria universalmente accettata del black, che ci sentiamo però quantomeno di mettere alla prova.
I Mayhem sono annoverati tra i cosiddetti gruppi seminali, detti anche spermatici.
Trattasi di gruppi che depongono il seme di ciò che si svilupperà in seguito, e che però non durano a lungo, magari neanche sono riconosciuti subito in questa loro funzione, o forse neanche sono mai esistiti. Non è neanche detto che alla fine la loro produzione sia memorabile, se considerata nella quantità o nell'attualità, anche perché possono essere state meteore. I “seminali” sono anche in genere grezzi, ruvidi, primordiali.

24 set 2016

DIECI ALBUM (PIU' UNO) PER CAPIRE IL FOLK APOCALITTICO (appendice)






Siamo ai titoli di coda: con dieci album (e la provvidenziale aggiunta del "Brown Book" dei Death in June, opera elevata a manifesto per l'intero genere) abbiamo provato a spiegare, stilisticamente e concettualmente, cosa è il folk apocalittico. Con tutti i limiti, le manchevolezze e le semplificazioni che una trattazione di tal genere impone.

Per questo torniamo ancora una volta sull'argomento: per cercare di colmare le lacune più vistose e fare le ultime doverose precisazioni. Scusandoci anticipatamente per la velocità con cui verranno toccati punti e snodi estremamente complessi (e che dunque meriterebbero un maggiore approfondimento), ci gettiamo a rotta di collo in questa ultima spericolata carrellata di nomi, artisti e progetti utili ad inserire il "fenomeno apocalittico" in un quadro più ampio, dettagliato e maggiormente intellegibile per il neofita.

23 set 2016

INTERVISTE IMPOSSIBILI: MICHAEL BURSTON (Seconda parte)


Seconda e ultima parte della chiacchierata con Michael Burston, in arte Würstel.

Vediamo perciò come si è chiuso il nostro incontro impossibile con l'ex chitarrista dei Motörhead e se ci ha dato qualche news su Lemmy.

Nell'ultima domanda della prima parte dell'intervista gli chiedevamo di descriverci a grandi linee la sua esperienza durante gli anni passati nella band. Senza troppe divagazioni...

22 set 2016

INTERVISTE IMPOSSIBILI: MICHAEL BURSTON (Prima parte)



Nell’estate di cinque anni fa, luglio 2011, freddato da una fibrillazione ventricolare a 61 anni, ci lasciava Michael Burston, in arte Würzel.
Immagino che in pochi se lo ricordino visto che Michael, quando è morto, non calcava le scene metallare da oltre 15 anni. Ma a noi di MM è venuta lo stesso la voglia di intervistarlo perché per un decennio abbondante Burston ha fatto parte integrante della line-up dei Motörhead.

E siccome, a nove mesi di distanza, Lemmy continua a mancarci abbiamo pensato di rivolgerci al suo ex compagno di viaggio per sapere come il vecchio baffone se la cava nell’Aldilà.
La sua dipartita è ancora troppo “fresca” per rompergli le scatole con una delle nostre interviste impossibili. E allora cerchiamo di sapere qualcosa di lui per così dire…di traverso. E cioè mediante una chiacchierata con il buon Würzel appunto.

Data la relativa marginalità del personaggio, pensavamo che le cose interessanti da dire fossero poche. Ma ci sbagliavamo.

Questo è il report di quanto ci ha confidato…

21 set 2016

POLLICI NELLE ORBITE: LA TEORIA DELLA VIOLENZA ATTRAVERSO LA TRILOGIA VIDEO DEGLI SLAYER



Gli Slayer da tempo ormai incentrano le loro liriche sulle varie forme di violenza e sul linguaggio della violenza, secondo una tesi anti-rousseauiana che alla radice della natura umana ci sia un cervello “cattivo”, per il quale l'espressione violenta è il piano primo e più puro, non in senso morale ma biologico. Per questo gli Slayer scelgono alcuni contesti antropologici evoluti, in cui la violenza ha apparentemente un senso definito, e tramite il parossismo violento recuperano invece il punto di vista della violenza come radice, cifra e spinta di fondo, che è poi strumentalizzata per scopi od ornata di significati, ma che sostanzialmente “deve” emergere.

19 set 2016

QUALE FUTURO PER IL METAL DAL VIVO?


Una serata a casa di gente, questa volta il padrone di casa si professa blues-rocker e la colonna sonora della serata tiene fede a tale appellativo. Sullo schermo di un computer, evocate da YouTube, scorrono le immagini di un concerto degli anni settanta dei Lynyrd Skynyrd e succedono cose che mai mi sarei aspettato: jam torrenziali, chitarre elettriche cavalcanti, batteria battente, riff selvaggi, assoli trascinanti. I Lynyrd Skynyrd?? I paladini del southern rock che fanno quel baccano???

17 set 2016

DIECI ALBUM (PIU' UNO) PER CAPIRE IL FOLK APOCALITTICO: ROME, "DIE AESTHETIK DER HERRSCHAFTS-FREIHEIT"



Decima puntata: Rome

La nostra rassegna non si conclude con un personaggio a caso: Jerome Reuter, in arte Rome, è l'ultimo grande autore germogliato e fiorito nella galassia del folk apocalittico.

15 set 2016

I 10 MIGLIORI ALBUM DELLE CULT BAND ANNI '90 - CONCLUSIONI (Parte II)





Seconda e ultima parte delle nostre conclusioni relative alle cult band anni novanta.

Dopo aver tratteggiato il primo gruppo dei secondi dieci migliori album, ecco a voi la nostra seconda cinquina.

Si continua a contaminare in allegria e assoluta libertà...

14 set 2016

I 10 MIGLIORI ALBUM DELLE CULT BAND ANNI '90 - CONCLUSIONI (Parte I)



Progressive-death, Technical-thrash, Stoner, Sludge, Melo-death, Folk, Avant-garde, Symphonic-Goth, Neo-thrash…nelle dieci puntante della nostra Rassegna sui migliori dieci album delle cult band anni ’90 abbiamo cercato di rappresentare tutti quei sottogeneri che sono nati e si sono sviluppati in quella magica (almeno per chi scrive) decade. All’insegna di una parola d’ordine che ci facesse da guida nella difficile cernita: contaminazione.

12 set 2016

RECENSIONE: MAYHEM, "LIVE IN LEIPZIG"




Da sempre sono affetto da una malattia che in parte mi pregiudica la libera e spontanea fruizione della musica, metal o meno che sia.

10 set 2016

DIECI ALBUM (PIU' UNO) PER CAPIRE IL FOLK APOCALITTICO: BLOOD AXIS, "BORN AGAIN"



 
Nona puntata: Blood Axis

Death in June, Current 93, Sol Invictus: le tre eminenze del folk apocalittico, il "triangolo" imprescindibile per comprendere ed apprezzare il genere intero. Se invece volessimo figurare il folk apocalittico come un "quadrilatero", dovremmo certamente aggiungere alla terna i Fire + Ice. E se infine esso fosse visto come un "pentagono", sarebbe doveroso includere i Blood Axis.

9 set 2016

HARDWIRED TO SELF DESTRUCT - QUALCUNO FERMI LA MUSICA, E METTA I POOH




Non tutti i ritorni al passato sono da buttare. Noi ci accaniamo ovviamente di più contro le reunion o i revival metal perché ci stanno più a cuore. E ci accaniamo anche contro chi vuole rimanere insieme a tutti i costi, in nome dei vecchi tempi, calpestati talmente tanto tempo fa che magari nessuno ci fa più caso.
Dice un proverbio: meglio un bel processo che un bel funerale. Invece nel metal, più che altrove, vale che è meglio un bel divorzio che un brutto matrimonio. Costringere i fans a processarti ad ogni uscita, solo perché non tocchi più livelli di interesse, o perché non puoi cancellare arroganti voltafaccia, è una condanna non solo per il gruppo, se gli è rimasta una coscienza, ma anche per il pubblico.

8 set 2016

RECENSIONE: AN ABSTRACT ILLUSION "ILLUMINATE THE PATH"


Una illusione astratta: così diventa la vita fragile e frastornata quando non la vivi, ma la subisci. La musica tocca nervi scoperti: quello che sembrava certo non lo è più e quello che sembrava abbandonato, ritorna. Ascoltando questa ultima fatica degli svedesi An Abstract Illusion, mi vengono questi pensieri ad illuminare il sentiero.

7 set 2016

MAI DIRE REUNION - IX POSIZIONE - I CANDLEMASS, LA NANA NERA DEL DOOM



Il nano nero….Ah, cosa avrebbero potuto inventare i Candlemass di un tempo con questo titolo. Ma anche Riccardo Schicchi, del resto. E invece resta l’amaro in bocca.

5 set 2016

SHORT STORIES: "POISON" - ALICE COOPER (e io mi commuovo...)




Una serata a casa di gente, una TV che trasmette video che in realtà sono l'emanazione di oscure playlist comandate da telefoni cellulari. La padrona di casa si definisce una rocker, ma per adesso si è visto solo un lentone strappalacrime targato Whitesnake, con tanto di Coverdale sull’orlo di una crisi di nervi per via di una bellissima modella che nella vita pare essere stata pure sua moglie (accidenti a lui!).

Sarà perché in questo periodo sono fragile, o perché quella sera ero ubriaco, o perché un momento prima la gente aveva cantato in coro "Killing Me Softly" dei Fugees, fatto sta che quando sento l'attacco del riff iniziale di "Poison" e vedo il faccione grinzoso di Alice Cooper mi commuovo.

3 set 2016

DIECI ALBUM (PIU' UNO) PER CAPIRE IL FOLK APOCALITTICO: ORPLID, "NACHTLICHE JUNGER"




Ottava puntata: Orplid

Parlando dei Fire & Ice abbiamo anticipato che con il nuovo millennio, dopo tre lustri di strapotere inglese, le aree del centro e del nord Europa sarebbero divenute terreno fertile per il folk apocalittico.

Il genere, infatti, da un lato stava perdendo la forza propulsiva degli esponenti della Vecchia Scuola, dall'altro prometteva di germogliare in nuove forme grazie ad un fisiologico ricambio generazionale. Abbiamo già saggiato questo fenomeno con gli :Of The Wand & The Moon:, dalla Danimarca, ma è indubbiamente la Germania l'area geografica che ha rappresentato il laboratorio più fecondo per i "nuovi esperimenti apocalittici".

2 set 2016

SHORT STORIES: "IMPRISONED IN FLESH" - CATHEDRAL E...MICHELANGELO!




Questa personale short story è ambientata nell’inverno del 1993. Frequentavo la terza liceo. Quell’anno il programma di Storia dell’Arte prevedeva lo studio delle opere di Michelangelo. Sono sempre stato una capra totale in questa materia, non l’ho mai studiata come si deve (salvo poi pentirmene negli anni successivi), ma in quell'occasione la mia attenzione alle lezioni fu massima. La professoressa spiegava “I prigioni” del sommo Buonarroti.