23 lug 2015

RECENSIONE: ALTER BRIDGE "FORTRESS"


Io sono uno diffidente. 
Ve lo dico subito, se dovete farmi un regalo non optate per un disco! Soprattutto se pensate di farmi cosa gradita o se vi aspettate un sorriso al ricevimento del pacchetto, perché troverete diffidenza, sguardo cupo e sentirete solo un gelido grazie.
Sono fatto male lo so, ma la musica è sacra e solo chi è veramente in simbiosi con me può permettersi di regalarmi un cd... A maggior ragione se si cerca di propormi nuove leve, anche perché a me quei gruppi che salgono alla ribalta velocemente mi stanno sui coglioni. 
A pelle! A prescindere! Figurati se devo abbattere i miei pregiudizi, perdere tempo con questi che copieranno qualcuno, non fanno per me, preferisco ascoltare un vecchio album dei Megadeth...
Insomma a me gli Alter Bridge stanno sui coglioni!

In un pacco di Natale 2013 mi viene regalato questo album, ma non vi dico l'amarezza che mi prende il cuore! Insomma io non sono uno che legge le recensioni canoniche, altrimenti non seguirei Metal Mirror e quindi non seguo nemmeno gli hype del momento soprattutto nel mondo metal! 

No questo disco non fa per me! Non lo ascolto nemmeno! Panico e sudore immotivato, lo vedo come un orfano abbandonato sul pianerottolo di casa. Che ci faccio?! Lo tengo con me o lo butto in mare, lo regalo a mia volta, anzi lo metto solo su IPod, tanto quando cazzo lo sento l'IPod se non in treno? In treno non ci vado quasi mai, perciò direi che va bene! 

Il giorno dopo: sono in treno perché ho un problema alla macchina... 

Ascolto così gli Alter Bridge come Hitler ascolterebbe l'inno della Polonia, ma dentro di me qualcosa si muove e al primo minuto qualcosa si accende già in me: cazzate mi dico, è che oggi sono positivo e mi va bene tutto. Poi inizia "Addicted To Pain", ma che canzone è? Grandiosa, galvanizzato dal ritmo, esaltato dal ritornello, convinto sempre più da Myles Kennedy che, come anticipato nella recensione su Slash, è il vero vocalist contemporaneo nel metal!
Difese abbassate, prendo pugni di emozioni da destra e manca, sono eccitato da questa ora di musica così fresca e attuale. La stessa persona che soffocava e diffidava, adesso consiglia questo disco perché c'è feeling ed ispirazione, ma anche alta preparazione tecnica dalla chitarra di Mark Tremonti.

Io vivo nel passato, recupero dischi del 1993 per raccontarli; io vivo dove la polvere si è fatta musica; io che apprezzo i Dimenticati, oggi sono io ad associarmi agli apprezzamenti per "Fortress"! Per me sono e resteranno dei novellini, a me non interessa se sono al quarto album o se c'è chi li ha sempre seguiti dai primi anni 2000, per me gli Alter Bridge non sono nessuno nella Storia della Musica Metal, eppure mi sono divertito con questo disco.

Sapete qual è il problema?
Tutto fila alla perfezione in queste note, come se mangiassi una meravigliosa torta, la piacevolezza dell'ascolto diventa troppo dolce, troppo facile, talmente buona da lasciare la nausea... Non si può vivere di soli dolci, in altre parole, non di sola panna vive l'uomo.
Questa sensazione non so spiegarla diversamente, ma i territori esplorati dagli Alter Bridge variano tra heavy in "The Uninvited" a ballad in stile Pearl Jam come "All Ends well" o hard rock e grunge nella conclusiva titletrack fino a momenti da Guitar Hero in "Cry A River" che spingono l'ascoltatore sulle stelle, però resta il dubbio di essere davanti a un grande bluff, perché resta solo polvere.
Polvere di stelle, ma pur sempre polvere.

Voto: 7,5

Canzone top: "Addicted To Pain"
Canzone flop: "Calm The Fire"
Momento top: dopo un minuto ci sono quei pochi secondi di contro-tempo che fanno capire che c'è qualcosa di valore nel disco...
12 canzoni, 63 minuti
Anno: 2013
Etichetta: Roadrunner