9 set 2016

HARDWIRED TO SELF DESTRUCT - QUALCUNO FERMI LA MUSICA, E METTA I POOH




Non tutti i ritorni al passato sono da buttare. Noi ci accaniamo ovviamente di più contro le reunion o i revival metal perché ci stanno più a cuore. E ci accaniamo anche contro chi vuole rimanere insieme a tutti i costi, in nome dei vecchi tempi, calpestati talmente tanto tempo fa che magari nessuno ci fa più caso.
Dice un proverbio: meglio un bel processo che un bel funerale. Invece nel metal, più che altrove, vale che è meglio un bel divorzio che un brutto matrimonio. Costringere i fans a processarti ad ogni uscita, solo perché non tocchi più livelli di interesse, o perché non puoi cancellare arroganti voltafaccia, è una condanna non solo per il gruppo, se gli è rimasta una coscienza, ma anche per il pubblico.

Ma come si fa a decidere se un gruppo “c'è” ancora. Secondo me la reunion è una prova del nove, così come il ritorno alle origini. Due si reincontrano, e nel vero amore la scintilla scocca e la brace è subito pronta a riprender fuoco. Il ritorno di Dickinson nei Maiden, per esempio, è una prova “o la va o la spacca”, perché è una carta irripetibile e rivelatrice. La contentezza non è soltanto nel sapere che ancora i Maiden funzionano, ma nell'aver saputo che in fondo c'erano sempre stati, nonostante qualche basso di troppo nei penultimi lavori.
Quando il ritorno invece fa cilecca, si ritorna al discorso di cui sopra. Due che ritornano insieme nonostante ormai fosse chiaro che le cose erano finite, odore di naftalina su un cadavere. Ma, soprattutto, la conferma che il gruppo ormai da tempo “non c'era”.

Perché nel metal più che altrove? Perché il metal, per sua natura, è una musica non rassicurante. Come dice Ozzy: se sparisse la rabbia, finirebbe il metal. Questa componente dinamica, dirompente, inelegante, maestosa è il cuore pulsante di un disco metal. Le vecchie glorie che si riuniscono semplicemente per suonare i vecchi brani, quindi, non riusciranno mai a riprodurre qualcosa di convincente, se non c'è continuità nella vena.

Vedo vicino a casa mia i manifesti dei Pooh, in gran spolvero e con una formazione ricomposta, Fogli-Battaglia-Facchinetti-D'Orazio-Canzian. Per i Pooh non vale lo stesso che per il metal. Un gruppo che assume il nome di un orsacchiotto ha come scopo quello di rassicurare. Potranno riunirsi quante volte vogliono, la loro musica è riproponibile oggettivamente, evoca un'emozione che è ricomponibile. Questo fa la forza del canzoniere di gran parte della musica pop, che si può cantare intorno al fuoco con una chitarra, perché la magia riesce ogni volta, ha una componente oggettiva molto spiccata. Come una formula chimica. Essere rassicuranti non è una dote che cambia con l'età, è come il vino invecchiato: migliora, si consolida, si arricchisce addirittura.

Se invece dentro la musica c'è inquietudine, il tempo l'ammazza, perché la rabbia, l'ingenuità e la cecità che te la facevano interpretare con un piglio acritico, arrogante, totalizzante, non funzionano più. Cimentarsi con la riproduzione della rabbia è difficilissimo. Questa è anche la ragione per cui il 99,99% delle cover metal fanno cacare. E' difficilissimo riprodurre la rabbia di qualcun altro, mentre invece Vasco canta “Generale” ed è un successo, la Mannoia canta "Sally" di Vasco e funziona alla grande. Sono canzoni di riconciliazione, oggettive.

Nel riproporre invece i brani metal, le cover-band hanno un atteggiamento filologico: si deve riprodurre possibilmente ogni dettaglio, impressionisticamente, perché non si sa dove di preciso possa risiedere l'anima del brano.
Anche lo spirito della reunion, se suoni musica rassicurante, è automatico. La reunion funziona sempre. Avevamo litigato? Ma quando mai? Basta rivedere tutto il gruppo in una bella foto collettiva e la magia ritorna. Anzi, cristianamente parlando, ogni esibizione è una riconciliazione, questo è lo spirito della musica rassicurante. I Pooh ci sono sempre, come Dio, se li cerchi e li invochi. Ad ogni tua preghiera si riuniranno per rassicurarti.

Tutto questo preambolo per arrivare a toccare il tasto dolente dei Metallica. Da anni ormai costringono i fans a giudicare i loro lavori, tra lo sdegno e la tristezza infinita, forse peggiore, dei ritorni alle origini. Ben due testate metal, Classix e RockHard, parlano dei Metallica per celebrare il trentennale di Master of Puppets (snobbando invece il ventennale di Load), e rileggere insieme la prima gloriosa produzione. La coerenza della svolta “ritorno alle origini” dei Metallica, va detto, c'è, e probabilmente sono le vendite. Per le vendite si compì la svolta verso il thrash sobrio e semplificato del Black Album, e quello che seguì. A vent'anni da "Load" forse anche i fans più affezionati della vecchia ora cominciano a realizzare, svegliandosi da un torpore biblico, che "Load" non era un incubo, ma è una realtà ventennale. I nuovi fans non possono essere fidelizzati a uno stile che pesca qua e là dalle tendenze rock, e allora si tenta la carta Pooh, la riconciliazione con le origini. Peccato che "Kill 'em all" non fosse un disco rassicurante, e che quel piglio adolescenziale desse già filo da torcere, per la sua irripetibilità, al James Hetfield di inizio anni '90. Già allora diceva che i testi di "Kill em all", rivisti a freddo, erano imbarazzanti (mentre Lars pontificava sulla necessità di allargare il pubblico in una visione a 360 gradi del rock etc etc).

"Hardwired to Self-Destruct", dicevamo... Inizio anni 90, alla Black Album, al minuto 1.32 siamo già al secondo ritornello. Verrebbe in mente "Damage Inc.", ma è proprio questo il punto, non doveva venire in mente, perché a questo punto il paragone è insostenibile. Una canzoncina leggera leggera, già sentita, ma soprattutto non sentita. Una foto che un tempo sarebbe andata nel booklet interno campeggia in copertina, e invece di essere autoironica deve essere seria. Un testo simile a quelli che Hetfield considerava imbarazzanti... e infatti sembra imbarazzato nel video, per quel che si intravede nella penombra che lo domina. L'unica cosa che taglia è il logo con i fulmini, che rivediamo con piacere dopo anni di ostracismo. Il resto è smusso.

E così, mentre i Pooh hanno ben ragione di cantare “Chi fermerà la musica?! L'aria diventa elettrica!”...qui dopo pochi minuti l'aria non è diventata elettrica per niente. E la musica si è fermata da sola...

A cura del Dottore