17 mar 2018

RECENSIONE: "Fabio LIONE / Alessandro CONTI" (F. LIONE / A. CONTI)




Non voglio entrare nel tema del confronto con la stessa operazione di Russell Allen e Jorn Lande, anche se ci sarebbero i limiti di accusa per plagio. Non voglio neanche soffermarmi sulla pronuncia inglese di Fabio Lione che sfugge alle regole della fonetica, ma non voglio neanche mettermi a puntare il dito contro un disco che sto ascoltando da qualche settimana in macchina. 

Il problema non sono loro, ma sono io. Queste operazioni mi attirano perché possiedono un fascino estemporaneo, ma anche sono esche per ragazzi fragili in cerca di emozioni semplici come noi. 

Il disco infatti è superficiale come quando vedi incresparsi l’acqua, non ti interessa di andare sotto perché ti rasserena già lo sguardo di quel movimento

Così Lione e Conti lavorano su concetti facili, emozioni basilari e idee poco elaborate. Per Fabio basta collezionare riff scartati da Angra, Kamelot e Vision Divine per tirar su almeno altri quattro dischi. Per Alessandro è sufficiente andare a rimorchio con una voce espressiva, ma devo ammettere meno coinvolgente di Lione.

Questo è la differenza cardine con il progetto portato avanti da Lande e Allen, ovvero la superiorità della timbrica di Lione è  evidente e più che uno scontro/incontro tra titani come nel primo caso, mi sembra un duetto allievo/maestro

Non sapete quanto mi costi ammettere questo, perché non mi capacito come a Lione nessuno abbia ancora fatto notare che destruction in inglese non si dice destrascio, ma complessivamente vince l’accostamento tra le due voci. Non si tratta di estensione vocale e, ovviamente di dizione, quanto proprio di mestiere interpretativo. Avrei preferito un duello Luppi/Lione e telefonerò alla Frontiers Records per proporlo, anche perché offrirebbe più spunti.

Un punto in più rispetto al progetto di Allen e Lande è che non si esce dagli ambiti power / progressive, ma grazie alla presenza di Simone Mularoni (DGM) si hanno composizioni più piacevoli. Mentre la presenza di Karlsson, mastermind nei lavori con Jorn e Russell, crea tinte più hard & heavy che mi hanno convinto meno.

Dopo Gianni & Pinotto, Franco & Ciccio e tante altre coppie dello spettacolo italiano, si uniscono quindi anche questi due buoni cantanti nostrani che, evidentemente in modo erroneo, credevo contrapposti nella diatriba Rhapsody, e quindi concludo con un appello alla reunion anche di Albano & Romina in questo 2018 dove tutto sembra possibile. 

Voto: 7

Canzone top: “You're Falling”

Momento top: la partenza di “Ascension” 

Canzone flop: “Destruction show”

Anno: 2018

Dati: 10 canzoni, 46 minuti 

Etichetta: Frontiers Records