L’EP, come si diceva nell’introduzione alla nostra rassegna, costituì per band emergenti, o poco più che emergenti, uno strumento sostenibile per immettersi od affermarsi nel mercato discografico senza dover sostenere i costi elevati di un full-lenght. Almeno questo accadeva negli anni ottanta ed inizio novanta, dove per il metal il passaggio dalla cantina allo studio non era cosa da dare affatto per scontata. Con internet, e dunque con le accresciute possibilità di condividere e diffondere materiale tramite la rete, la necessità di ricorrere ad un EP, almeno per farsi conoscere, venne meno.
Per quanto riguarda il nuovo millennio, l'impiego dell'EP si è caratterizzato per altre funzionalità: onorare il contratto con una casa discografica di cui ci si vuole liberare, per esempio, oppure buttare in pasto al mercato del materiale giusto per aver una scusa per rimettersi in tour, che rimane la principale fonte di guadagno per una band oggigiorno. Ma vi sono stati dei casi in cui anche dei "lavori brevi" si sono distinti per qualità ed ispirazione, riflettendo un'esigenza comunicativa specifica, come successo con "I" dei Meshuggah, o un momento particolarmente significativo per l'artista: è il caso di “Lumina Aurea”per Juha Raivio, leader dei finlandesi Swallow the Sun.
Per quanto riguarda il nuovo millennio, l'impiego dell'EP si è caratterizzato per altre funzionalità: onorare il contratto con una casa discografica di cui ci si vuole liberare, per esempio, oppure buttare in pasto al mercato del materiale giusto per aver una scusa per rimettersi in tour, che rimane la principale fonte di guadagno per una band oggigiorno. Ma vi sono stati dei casi in cui anche dei "lavori brevi" si sono distinti per qualità ed ispirazione, riflettendo un'esigenza comunicativa specifica, come successo con "I" dei Meshuggah, o un momento particolarmente significativo per l'artista: è il caso di “Lumina Aurea”per Juha Raivio, leader dei finlandesi Swallow the Sun.