16 lug 2020

RECENSIONE "THE COURSE OF EMPIRE" (ATLANTEAN KODEX)


Ci sono pochi dischi che rimpiango di non aver inserito nella classifica dei migliori album del 2019, ma questa fatica del gruppo tedesco è un errore imperdonabile.

Canzoni vintage epic doom che sembrano tratte dalla penna dei Manowar della primissima era o dal compianto Quorton, insomma lunghe tracce coinvolgenti che trasudano epica da ogni poro.

La cosa che mi ha convinto di questi ragazzi è la componente genuina  della loro musica, come se si sentissero in dovere di tributare Dio e Paul Di'Anno in salsa Bathory.

Non era necessario forse in questi nostri tempi contemporanei lanciarsi in questa impresa, ma i nostri tedeschi sfornano un ottimo disco. Già il precedente “The White Goddess” (2013) mi aveva incuriosito, ma forse mancava quella pesantezza in più per renderlo completo, quel tocco come solo i primi Candlemass saprebbero fare.

È un disco dove il pathos comanda le sensazioni e così se vado a lavoro su queste note, mi sento un cavaliere senza macchia che sfida da solo l’orizzonte tempestoso pronto a sguainare la spada. Ambientazioni degne delle fiabe nordiche, armature, coraggio, lealtà e tanto valore emerge dalla band di Trummer.   

Mi spingono a chiudermi nella stanza e andare a cercare i romanzi cortesi, le storie medievali di epica cavalleresca, confrontare codici miniati per scovare nuove gesta da cantare. Una cavalcata lenta e maestosa, solenne e coraggiosa, forse nella tomba sussulta Quorton perché ha trovato degni eredi...

Voto: 8

Canzone top:” People of the Moon (Dawn of Creation)”

Momento top: la parte centrale di “Chariots”

Momento flop: le due brevi tracce di pochi minuti

Dati: 10 canzoni, 62 minuti

Etichetta: Vàn Records