Trentacinquesima puntata: ColdWorld - "Melancholie²" (2008)
Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Se è statisticamente vero che molte estrinsecazioni di questo sotto-genere – in particolare il ramo suicidal – tendono a voler portare alle estreme conseguenze sonore un’attitudine volta a sondare il lato più degradato dell’animo umano, con esiti il più delle volte fra lo sgradevole e il disturbante, non è raro trovare proposte che agiscono in modo più misurato e, se vogliamo, con tocco più delicato, attraverso un maggiore raziocinio compositivo ed una maggiore sobrietà a livello espressivo.
ColdWorld è senz’altro un’entità che appartiene a questa seconda categoria, costituendo un buon viatico per iniziarsi al genere senza dover per forza patire le pene dell’Inferno...