"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

30 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: COLDWORLD


Trentacinquesima puntata: ColdWorld - "Melancholie²" (2008) 

Chi ha detto che il depressive black metal deve essere necessariamente un molesto pugno nello stomaco? Se è statisticamente vero che molte estrinsecazioni di questo sotto-genere – in particolare il ramo suicidal – tendono a voler portare alle estreme conseguenze sonore un’attitudine volta a sondare il lato più degradato dell’animo umano, con esiti il più delle volte fra lo sgradevole e il disturbante, non è raro trovare proposte che agiscono in modo più misurato e, se vogliamo, con tocco più delicato, attraverso un maggiore raziocinio compositivo ed una maggiore sobrietà a livello espressivo. 

ColdWorld è senz’altro un’entità che appartiene a questa seconda categoria, costituendo un buon viatico per iniziarsi al genere senza dover per forza patire le pene dell’Inferno...

27 set 2024

I 30 ANNI DI "DIVINE INTERVENTION"_IO NON C'ERO: "LIVE INTRUSION" (SLAYER)


Son passati cinque anni e sembra ieri. Sembra ieri che quelle croci, pian piano, ruotavano sui teloni, in apertura degli show del loro ultimo “Farewell Tour” prima che attaccasse l’attacco frontale di “Repentless” (la canzone). Fortunati chi, come il nostro Lost in Moments, li ha visti al Rock the Castle quel 07 luglio del 2019, ultima data italiana di Zio Tom & co.

E sono forse questi cinque anni di assenza degli Slayer dalla scena metal che mi creano un corposo ‘effetto nostalgia’. E questo nonostante, non lo nascondo, sia stato un critico piuttosto aspro della produzione degli Slayer dal dopo-Seasons in the Abyss.

21 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: THY LIGHT



Trentaquattresima puntata: “Thy Light” – “Suici.de.pression” (2007) 

Con il presente capitolo apriamo un’altra significativa breccia metodologica nella nostra rassegna. Oggi parliamo di un'altra demo (eresia!), un format che in genere evitiamo nelle nostre trattazioni, solitamente consacrate al nobile medium del full-lenght. Ma il depressive black metal, come genere, si presta a questa trattazione un po’ disordinata, perché spesso è disordinato proprio il modo con cui sono costruite intere discografie: un mare di demo, EP, split in cui galleggia ogni tanto qualche album ufficiale. 

Stando bene attenti a non farci fagocitare dal turbine delle misantropiche registrazioni in cassetta che circolano negli ambienti, ci siamo concessi le nostre dovute eccezioni: abbiamo così rispolverato le vecchie demo dei Manes, anche perché era l’unico materiale per cui la band poteva essere contemplata nella rassegna e considerata seminale per il genere (visto che i norvegesi avrebbero rilasciato il loro album di debutto sulla lunga distanza per poi virare presto verso altre sonorità). Abbiamo poi considerato la demo e l’EP degli Strid, che non hanno nemmeno fatto in tempo a pubblicare un full-lenght (ma come potevamo parlare di DBM senza citare gli Strid, considerati gli iniziatori del genere?). Non ce la siamo sentita, infine, di ignorare nemmeno i grandissimi Life is Pain, autori di una sola demo, ma irrinunciabile anch'essa. 

15 set 2024

VIAGGIO NEL METAL RURALE_VI - GLI ULTRAS DELLA RURALITA': AUTARCIE

 


Ci siamo abituati alla campagna come luogo di malinconia, forse per i “pezzi grossi” Sale Freux. Abbiamo intravisto campagne più malate, malsane; però è ora di tornare alla centralità della campagna “campagna”, e alla doppia faccia della terra, che può donare o affamare.

Alla base di una delle più note fiabe per bambini (anzi, almeno due) c'è la carestia. I genitori di Hansel e Gretel pensarono di abbandonare i bambini, lasciando loro cibo per un giorno, perché incapaci di sfamarli. Analoga sorte alla base della novella di Pollicino, o Tredicino, che dir si voglia.

Colpa della carestia. In campagna si può rimanere senza cibo, senza acqua, e le distanze possono essere tali che, per gente senza mezzi e riserve di cibo, ciò significa morire di fame, di stenti.

10 set 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: GRIS



Trentatreesima puntata: Gris – “Il était une Forêt... ” (2007)

C'era una foresta...

Sono probabilmente le foreste del Quebec, i paesaggi mozzafiato di questa selvaggia porzione del Canada ad ispirare la musica di questa entità superiore. Si è visto che nel depressive black metal gli ambiti di manovra sono angusti, ma anche che, una volta pienamente calati nei meandri del genere, è possibile individuare tendenze e sostanziali differenze fra filoni e scuole di pensiero: dalle estrinsecazioni più sfilacciate e minimaliste ai lavori più complessi ed elaborati, il DBM si è dimostrato un sotto-genere che possiede una discreta, benché limitata, capacità di spaziare stilisticamente, abbracciando diverse “sfumature di grigio”. 

5 set 2024

LITURGIE DI FINE ESTATE: LITURGY, LIVE AT CAFE OTO (LONDON, 25/08/2024)



Per molti la vecchiaia ideale consisterà probabilmente nel dimorare nella classica casa al mare e trascorrere il tempo facendo lunghe passeggiate in spiaggia con il cane. Per il sottoscritto, invece, la vecchiaia ideale vorrebbe coincidere con una casa dignitosa in East London, più precisamente a Dalston (vicino a Hackney) a tre minuti dal Cafe OTO, dove poter trascorrere una sera ogni due. 

Il Cafe OTO è una fra le venue più iconiche di Londra, un luogo di culto per ogni appassionato di musica, ma anche di arte in generale: poco più di un baretto (cosa che di fatto è durante il giorno), da sempre il locale è noto per una fitta programmazione di concerti di artisti di nicchia gravitanti principalmente nelle aree del jazz, dell'avanguardia, della modern classical e del cantautorato, senza disdegnare sonorità di altro tipo purché ascrivibili alla categoria della musica colta. Io l'ho sempre corteggiato il Cafe OTO, ci avevo solo preso una birra un pomeriggio, ma vuoi per la distanza da dove abito, vuoi per un cartellone di eventi che, di volta in volta, non mi ha convinto ad attraversare la città un martedì sera qualsiasi (per questo vorrei viverci vicino!), non avevo mai avuto l'occasione di saggiarlo nella pura dimensione del live. E quale occasione migliore per battezzare il Cafe OTO che la Two-Day Residency dei Liturgy?