25 feb 2020

AN EVENING ON THE HIGHWAY WITH...DREAM THEATER



Le occhiaie avanzano inesorabili durante la giornata lavorativa del 12 febbraio scorso, ed il pensiero di vedere il concerto dei Dream Theater mi lascia perplesso, sento anche la febbre salire nel tardo pomeriggio, ma stringo i denti e parto per Petrucci, per...e per... in effetti sì, parto solo per Petrucci...

Ad un certo punto sento dentro di me la malinconia e un certo malessere che mi coglie in autostrada: costretto a fermarmi in autogrill provo a caricare Spotify mettendo un vecchio mix di brani dei Dream Theater.
Del resto non ho certo bisogno di prepararmi per vederli per l’ennesima volta, non ho certo bisogno di sapere cosa aspettarmi dato che la scaletta è arcinota, e, infine, non ho certo bisogno di introdurmi a quello che accadrà, perché ho già il concerto davanti agli occhi.

Pochi mesi fa li avevo visti al Rock the Castle, quindi un eventuale ritardo al mio arrivo a Milano non avrebbe di sicuro compromesso la “sorpresa” di "Untethered Angel” o lo stupore nel ritrovare LaBrie leggermente migliorato, o constatare che Rudess è un compagno perfetto per Petrucci.

Insomma scelgo di ritrovare un attimo le forze mangiando qualcosa in quei non-luoghi chiamati autogrill dove l’autostrada passa sotto e dove è inevitabile riflettere sulle proprie fragilità.

Così mentre mangio un pezzo di pizza, ascoltando alcuni pezzi di “Train of Thought”, mi innamoro ancora dei Dream Theater e non ritrovo le forze ma al contrario mi convinco che il vero concerto avrei dovuto viverlo in solitudine nella mia macchina.

Salgo quasi con gli occhi lucidi e torno indietro verso casa ascoltando e commuovendomi con “Endless Sacrifice”, “In the Name of God” o altri pezzi che confido di ascoltare nei prossimi live di Petrucci.

Mi scuserà John se ho preferito trovare me stesso guidando nella notte dei miei pensieri, tralasciando perciò la loro esibizione milanese; mi scuserà John se ho preferito dedicarmi a sviscerare il loro disco più sottovalutato e più valido dell’ultimo ventennio; mi scuserete voi tutti se non vi posso fornire un report dettagliato del concerto, ma è stato più importante testare in solitudine il mio amore per la band.

Anche questo deve fare un vero fan...