22 dic 2018

CONSIDERAZIONI IN LIBERTA' SULL'HELLFEST 2019

 


HELLFEST 2019: I VECCHI, I NON PIU' TANTO NUOVI E I NUOVISSIMI

Quando ogni anno andiamo a consultare speranzosi la scaletta dei gruppi reclutati per il Gods of Metal o per altre manifestazioni concertistiche analoghe, soffermandoci sui nomi degli headliner, finiamo con il chiederci esterrefatti: ancora Iron MaidenManowarJudas Priest? Ma davvero il metal dagli anni novanta in poi non ha saputo partorire nuovi big capaci di scalzare dal trono le vecchie glorie degli anni ottanta?

Questo si chiedeva il nostro Mementomori oltre tre anni fa, nell’Anteprima della sua splendida classifica sui migliori album del “nuovo metal”.

Ebbene, le cose non sembrano cambiate granchè anche per l’anno che verrà, il 2019. O almeno così ragiono di slancio guardando la bill dell’Hellfest del prossimo giugno, come sempre tenuto nel pittoresco paesino medioevale di Clisson, Loira Atlantica, Francia. 

Gli headliner sono sempre i Grandi Nomi, i Mostri Sacri del Metal (e dell’Hard Rock). Manowar, Kiss, Slayer.

Per carità, lungi da noi sminuire l’evento. Anche perché attualmente l’Hellfest, con un’organizzazione perfetta e accattivante, è il principale festival di musica estrema mondiale: decine di migliaia di partecipanti in 3 giorni, 6 palchi (di cui 2 main), qualcosa come 150 band che vi si alterneranno. Musica dura per tutti i palati e per tutte le età. C’è tanto death, black, thrash, hard and heavy, metalcore, doom, alternative…Tanto che non appena gira la locandina su whatsapp, in redazione partono giustamente i buoni propositi: Ehi ragazzi, guardate il programma del 2019 dell’Hellfest! Concerto definitivo! Ci sono tutti, ma proprio tutti!! Si va?!

Ci rifletto su: sarà che siamo a dicembre (cosa che mi indispone non poco, come già scrissi l’anno scorso); sarà che Clisson, per quanto sia un posto incantevole, si trova a 1200 km da casa; sarà che i francesi, genericamente parlando, mi stanno sugli zebedei; sarà che lasciare la famiglia per più giorni mi prende male…insomma, non trovo entusiasmo già a prescindere.

Se poi vado a leggere con attenzione la bill, effettivamente mi sorgono altri argomenti.

Innanzitutto il fatto che almeno il 70% delle band in calendario non solo non le conosco per la musica proposta, ma neppure le ho mai sentite! Allora, banalmente, cerco a campione qualche nome su Wikipedia, quantomeno di quei gruppi posti a ridosso degli headliner. I risultati sono alquanto sconcertanti.

Partiamo da venerdi 21 giugno. Vedo che i Dream Theater, nome teoricamente di punta della giornata, non solo sono messi dietro ai Manowar (toh, il nuovo che avanza…) ma pure ai Dropkick Murphys…chi cazzo sono i Dropkick Murphys per stare davanti a Petrucci & co.? Leggo che sono americani, che suonano celtic (sic!) rock e revival punk (ri-sic!). Ne rimango basito.

Nelle altre due giornate, e rimanendo sulle band di punta, non di contorno, il discorso non cambia: sotto vecchi nomi di grido (Sister of Mercy, Emperor, Deicide, Carcass) si alternano band o bollite (Within Temptation, Carpathian Forest, Impaled Nazarene) o che non suonano metal (ZZ Top, Slash, Stone Temple Pilots, Def Leppard e persino i Lynyrd Skynyrd!); o ancora che mi risultano totalmente sconosciute, tipo i Clutch, che fanno un alt/funk/blues (ri-ri-sic!) o gli Architects (nu/core metal).

Ok, ci sono anche band mitiche come Possessed, Pestilence, Immolation o Vomitory, alcune delle quali neppure sapevo che fossero ancora formate (esistono ancora i Fu Manchu? Che bello…); ma è lecito o no dubitare delle emozioni che possono suscitare ad oltre 30 anni dai loro dischi più blasonati? Per carità, massimo rispetto e sicuramente faranno felici vecchi metalhead over 50, però…

Alla fine della fiera, mi pare che le cose più interessanti potrebbero venire dalla presenza dei Tool (headliner del terzo giorno sul main stage), cosa che fa presupporre l’uscita imminente del tanto agognato nuovo disco (a 12 anni di distanza da “10,000 Days”!); e dalla botta nei denti dello spazio “100% thrash” in cui ai mostri Sacri (Slayer, Testament, Death Angel e Anthrax) si mescolano i campioni del nuovo thrash “geneticamente modificato” (Lamb of God, Trivium).

Quello che invece per la nostra classifica era Nuovo Metal, oggi non più tanto nuovo, rimane oltrechè scarsamente rappresentato, anche indegnamente relegato nel penultimo stage, il “Valley”. Ci sono i Cult of Luna giustamente headliner, ma i campionissimi The Ocean sono sopravanzati dai giapponesi Envy (echicazzosono??). Per il resto, nisba.

Insomma, l’Hellfest 2019 mi fa sentire superato, fuori “stagione”, inadatto, un dinosauro, non aggiornato. Io che faccio fatica a introiettare le sonorità del “nuovissimo” metal…insomma, io che invecchio.

Chissà, magari nel 2029, un alter ego del nostro Mementomori stilerà un’altra classifica dei 10 migliori album del “nuovo metal” proprio con i gruppi a me sconosciuti che si esibiranno all’Hellfest 2019…

A cura di Morningrise